Sara Holmes

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:-Sherlock!-: gridò John raggiungendo il suo amico in strada
:-Sherlock! La conoscevi?-: disse nuovamente cercando a fatica di raggiungere il collega, che continuava a camminare a passo svelto senza considerarlo minimamente
:-Chi era Sara Holmes?-: gridò di nuovo il dottore.
Finalmente Sherlock si fermò, ma continuava a non rispondere. Quanto era snervante quando si impuntava!
:-Chi era Sara Holmes,Sherlock?-: richiese John prendendo per un braccio il detective e guardandolo in quegli occhi innervositi e umidi.
Non ebbe nessuna risposta
:-Chi era Sara Holmes? Dimmelo!-:
Nessuna risposta, eccetto uno strattone per liberarsi il braccio
:-Dimmelo Sherlock!-:
Nessuna risposta
:-Dimmelo!-:
:-Era mia sorella!-: gridò il detective per la rabbia :-Era mia sorella, ok! Sei contento adesso!-:
Il dottore amico si sentì quasi in colpa e cercava di dire un semplice "mi dispiace", ma fu subito zittito dal suo amico: non voleva che gli dicesse niente, doveva solo lasciarlo in pace.
In quel momento giunse Lestrade un po' per le grida e un po' perché aveva notato il comportamento strano di quello sbruffone di detective e, anche lui come John, voleva vederci chiaro
:-Era mia sorella-: rispose uno Sherlock più calmo di prima anticipando la domanda del poliziotto
:-Mi dispiace-: disse Lestrade dispiaciuto:-Se possiamo...-:
:-No, non potete-: anticipò di nuovo il consulente :-Quel taxi è sempre stato lì?-:
:-Come?-:chiese confuso John. Sherlock indicò un taxi dietro i due amici, davanti alla porta del palazzo dove era accaduto l'omicidio. Lestrade, il più vicino dei tre, andò a controllare il mezzo senza conducente; ne trasse un foglio e guardò Sherlock negli occhi, che capì subito cosa voleva dire il suo amico poliziotto e, avvicinatosi a lui, gli strappò il foglio dalle mani. Lesse il messaggio mentalmente e poi se lo ficcò in tasca
:-Non puoi prenderlo-: disse Lestrade :- È una prova-:
:-Per questo la prendo-: rispose Sherlock andandosene seguito da John
:-Non puoi prenderlo. Non voglio che lavori a questo caso, sei troppo coinvolto-:
:-Fammi indagare, invece-: disse Sherlock chiamando un taxi :-Riuscirò a risolvere il caso meglio di voi-:

A casa Sherlock iniziò a lavorare
:-Sei sicuro di farcela?-: chiese John preoccupato
:-Tranquillo, John, io non mi faccio prendere da stupide emozioni come gli altri-: rispose il detective sprezzante
:-Si, ma a volte fa bene sfogarsi un po', magari parlando con qualcuno. Sai quando mi hanno sparato in Afghanistan...-:
:-John mi distrai-:
L'ex militare sbuffò
:-Hai un'idea di chi potrebbe essere? Sai se tua sorella aveva nemici o, non so, conosceva gente pericolosa?-: chiese il medico
:-Ma che domande fai John!-: gridò Sherlock :-Mia sorella non c'entra niente, è solo un mezzo per farmi stare male. É evidente che questo omicidio è un attacco a me. Per farmi impazzire. Ma non ci riusciranno, vedrai-:
Ci furono pochi secondi di silenzio tra i due
:- Però un idea sull'identità del colpevole ce l'ho-: disse Sherlock appena si calmò un po'
:-E chi è?-: chiese John
:-Moriarty, ma è ovvio!-:
:-Come fai a dirlo?-:
:-Hai visto che Lestrade mi ha dato un biglietto, sicuramente dell'assassino, no?-:
John annuì
:-sul biglietto c'era scritto "Te ne devo un'altra"-:

PERICOLO PER LA FAMIGLIA HOLMESDove le storie prendono vita. Scoprilo ora