Omicidio di Miss Hudson

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Al ritorno il detective trovò sulla porta di casa, per la seconda volta nell'arco di quella maledetta giornata, il messaggio di Moriarty. Prima diede un pugno alla porta poi la aprì; quello che vide per poco non lo sconvolse: sulla parte bassa del muro all'altezza del gomito del investigatore la carta da parati nuova era stata di recente strappata, graffiata da mani piccole che cercavano di divincolarsi da qualcosa o da qualcuno, sulle scale e sul saliscendi c'erano piccole gocce di sangue appena rappreso, nell'aria c'era odore di biscotti bruciati e tea. Sherlock salì in fretta e furia le scale. Alcuni piccoli indizi lo portarono nella sua camera da letto dove trovò quello che razionalmente si aspettava: il corpo inerme di Miss Hudson sul pavimento con una pallottola in fronte e tanti altri lividi sul corpo, segni di una colluttazione, la signora aveva combattuto, sicuramente aveva gridato. L'unica consolazione del detective fu la certezza che la proprietaria di casa abbia avuto una morte rapida e indolore: non volevano farla soffrire, ma volevano far soffrire lui e quella volta ci erano riusciti perché Sherlock per la prima volta pianse davanti a un cadavere.
Dopo che si fu un po' goduto i singhiozzi fu colto dalla rabbia, voleva vendetta, voleva distruggere quell'uomo che gli ha tolto i suoi cari e così, ricordandosi ciò che Moriarty aveva detto durante la telefonata, iniziò a cercare l'indizio che lo avrebbe portato al luogo dove il suo acerrimo nemico aveva condotto il suo migliore amico. Il messaggio sulla porta era per avvisarlo della morte della signora Hudson, quindi l'indizio non era quello; Sherlock andò in salotto dove, oltre alla puzza di biscotti bruciati e tea freddo, sembrava non esserci niente. Aspetta un attimo! Il tea, il tea sul tavolino! Era stato messo lì apposta da qualcuno! Non poteva essere stata la signora Hudson visto che quando è stata aggredita, dai graffi sulla parete, era sulla soglia di casa, perciò doveva avercelo messo lì l'assassino, forse per fargli capire che l'indizio di cui parlava Moriarty era in salotto. E infatti sul tavolo trovò qualcosa di interessante: una mela su cui c'era inciso "IOUA1". A Sherlock questo particolare faceva venire in mente qualcosa, ma non riusciva a ricordare cosa; per caso vide il computer di John acceso, il suo blog era aperto e lesse quello che Moriarty voleva fargli leggere: la storia del loro suicidio. Il grande investigatore capì che avrebbe trovato Moriarty, e molto probabilmente anche il suo amico John, sul tetto del palazzo dove Sherlock molto abilmente finse la sua morte. Stava per andare lì, ma prima si prese cinque minuti per fare una telefonata

PERICOLO PER LA FAMIGLIA HOLMESWhere stories live. Discover now