Istinto

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T'immagini se con un salto si potesse, si potesse anche volare...
se in un abbraccio si potesse scomparire...'



Passano i giorni e le indagini procedono per il meglio: come Tony già sapeva, sono state ritrovate alcune prove ed Abby ha trovato alcune impronte che ora sta analizzando, senza ancora riscontri utili.
Tony e Ziva hanno dato nomi e cognomi agli identikit di McGee, che cerca contatti elettronici dei mafiosi per rintracciare il loro rifugio.

All'ora di pranzo, Tony torna a casa per stare il resto della giornata con Gibbs. Entra in casa senza far rumore, attacca la giacca al muro e appoggia sul tavolino pistola e distintivo, apre piano la porta della sua camera, trovando Gibbs ancora addormentato.
Sorride guardandolo dormire a quest'ora, richiude la porta dietro di se ed entra in bagno per farsi una doccia rilassante.

Il fruscio dell'acqua sveglia Gibbs, che si accorge di aver dormito a lungo osservando la sveglia 'wow... nemmeno da giovane mi svegliavo così tardi... devo essere impazzito...' pensa mentre sente l'acqua fermarsi.

Tony esce dal bagno vestito di abiti comodi, i capelli arruffati e umidi, entra in cucina ed inizia a preparare da mangiare. Quando Gibbs entra in cucina trova Tony indaffarato tra i fornelli, così si siede a guardarlo silenziosamente. Senza girarsi a guardarlo, Tony inizia a parlargli, stupendolo del suo udito "Buongiorno. Vedo che ti stai abituando alla vita sedentaria..."
"Sono costretto... certo, non che mi dispiaccia... non ho mai dormito tanto in vita mia, per quello che ne so mi svegliavo alle 6 anche a quattro anni..."
Tony si volta a guardarlo, alza un sopracciglio e sorride "... non avevo dubbi... "
Entrambi si guardano e ridono mentre Tony porta il cibo a tavola e si siede davanti a Gibbs, che cambia discorso "Allora? Come procede il caso?"
Tony lo fissa mentre il suo sorriso svanisce "Beh... abbastanza bene. Abbiamo trovato i nomi di alcuni mafiosi e McGee è andato a casa tua a cercare prove... "
"E...?"
"E... abbiamo trovato una bomba inesplosa tra le macerie e il congegno che mi avevi detto... Abby ha rilevato le impronte di almeno tre persone che sta già analizzando, McGee invece sta cercando di rilevare tracce elettroniche per rintracciare i Russi..."
Gibbs, fiero del lavoro di Tony, lo guarda fisso negli occhi, leggendo l'ansia e la preoccupazione che vedeva il giorno del funerale, capisce subito che qualcosa non va, qualcosa lo turba, così decide di andare al sodo.
"Tony? Cosa c'è che non va?"
Tony abbassa lo sguardo, appoggia le posate nel piatto quasi vuoto e rimane fermo "... niente. È tutto a posto... davvero."
"Non sembrerebbe..."
Tony si alza di scatto, sorprendendo Gibbs, prende il suo piatto e lo mette nel lavandino, poi, senza mai alzare lo sguardo su Gibbs, vai in salotto, siede pesantemente sul divano ed accende la tv per provare a distrarsi.

Ancora sbalordito dalla scena a cui ha assistito, Gibbs si alza da tavola profondamente scosso, incredulo dalla forte reazione di Tony alle sue parole.
Lo raggiunge in silenzio in salotto, appoggiandosi allo stipite della porta ad osservarlo. Sente che sta deliberatamente nascondendo qualcosa che per lui è importante, vede ancora l'agitazione negli occhi di Tony, così decide di aprirsi dedicandogli un pò di tempo per aiutarlo a calmarsi.

"Tony... Sai bene che non puoi nascondermi nulla... cosa mi nascondi? Cosa ti preoccupa...? " si siede dolce accanto a lui mettendogli una mano sulla spalla per incoraggiarlo a parlare.
"... niente... solo che... " smette di parlare, chiude gli occhi e sospira pesantemente, appoggiando la testa allo schienale del divano.
"Tony... cosa dice il tuo istinto? " apre glì occhi e fissa quelli di Gibbs, sospirando di nuovo.
"... non capisco, non so come interpretarlo... è come se mi avvisasse che sta per succedere qualcosa, però... non so cosa, e questo mi da sui nervi!"
"Da quanto senti questo?" Tony lo guarda con occhi tristi mentre riflette, cercando una risposta...
"... da quanto? Beh... dall' esplosione di casa tua..."
"Perché non me ne hai parlato prima?"
"Perché non so il motivo di queste... sensazioni... se non le capisco io, figurati tu!" la risposta leggermente ironica fa sorridere Gibbs mentre Tony rimane stranamente serio.
Gibbs si avvicina e lo abbraccia forte, sentendolo rigido come lo sentì dopo il funerale.
"Perché lo fai?!"
"Abbracciarti? Beh... perché so che ne hai bisogno, perché di solito un padre fa lo stesso con un figlio... anche se non lo sei, ti sento come se lo fossi, per questo..." Tony rimane piacevolmente sorpreso dalle sue parole, facendolo sorridere lievemente. Ricambia l'abbraccio sciogliendosi un po' "Grazie..."
"Ehi... Hai bisogno di tutto il mio sostegno. So che non lo dico spesso... anzi non lo dico mai, ma sappi che ti voglio bene... tu più di tutti sei la MIA famiglia, sei il figlio che avrei voluto avere, sei l'unica persona che riesce a farmi ridere e sorridere anche nei momenti più difficili... "

Una lacrima scende dagli occhi di Tony, le sue braccia lo stringono forte mentre entrambi sfoggiano il loro più bel sorriso, uno di quelli che guardandolo per un secondo ti migliora la giornata, illuminandoti.
Rimangono abbracciati per qualche minuto, poi Tony rompe il silenzio che si era creato "Sai... mio padre non mi avrebbe mai detto nulla di simile... comunque grazie, anch'io ti ho sempre visto come un padre, certo, un pò burbero e sempre pronto a rimproverare chiunque, sempre pronto a mollare scappellotti, però... è quello che farebbe un padre... credo..."
Ridono felici alla frase sarcastica, chiudendo gli occhi per assaporare quel bel momento che si è creato.

Se Si Potesse Non MorireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora