Capitolo 1 - Iscrizione

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                                                  Capitolo 1

Primo giorno di scuola nella nuovaaccademia.
No, non aveva organizzato una lista delle cosa da fare,non questa volta almeno.
Era già stata in un'accademia, ma non siera trovata bene. Pessima compagna di stanza e a causa sua non avevapotuto farsi dei nuovi amici.
Lunga storia, meglio lasciarperdere.
Ma questa volta aveva un appoggio.
Suo fratello Philipera riuscito ad entrare all'accademia a 13 anni e già da quasi 4anni vi risiedeva, le aveva raccontato di come vanno le cose lì, delpaese, dei suoi compagni di corso. Di tutto.
Ma lei... a 13 anniera voluta andare a un'altra Accademia. Che scema. Avrebbe potutoevitare di far sprecare soldi ai suoi genitori in quel modo.
Tradivise, libri e quant'altro in quella stupida accademia Femminile aLondra.
Tutto questo per seguire la sua così detta miglioreamica, che non aveva impiegato un secondo di più ad abbandonarla.
Manuova scuola, nuova vita? O almeno così dicevano. Lei si chiamavasempre Robin H. Hood. Non era un maschio o un travestito. Era unaragazza e il suo nome era anche per femmine.
E un'altra cosa...non discendeva da Robin Hood, il ladro che rubava ai ricchi per ipoveri.
Benché amasse quel mito, e anche un pochino quello dellaDisney, non amava essere presa in giro.

Il suono dei frenidell'autobus la distolse dai suoi pensieri. Si guardò intorno, glialtri studenti stavano già scendendo.
Si levò le cuffie dalleorecchie e si alzò. Prese la borsa e scese dall'autobus. Si guadagnòla sua valigia, c'era un casino per prendere le sue cose infattiquando provò a prendere l'altra non ci riuscì.
Ma dov'era suofratello quando le serviva?
E dire che le aveva detto chel'avrebbe aiutata. Contento lui.
Con un sospiro lasciò la valigiasul marciapiede e si fece spazio tra le persone accalcate davanti allo scomparto dell'autobus.
Ci riuscì, in parte, vide a suavaligia e quando cercò di prenderla qualcuno la spinse via.
Ok,adesso stava cominciando ad alterarsi.
Fece un respiro profondo,non ne valeva la pena agitarsi per così poco.
Si guardò attorno,molte persone erano sull'erba che circondava tutti gli edifici.
C'eraanche una fontana, ma lei non si soffermò sui dettagli, riprese acercare di guadagnarsi la sua valigia. Per fortuna adesso il caos siera calmato e Robin poté finalmente la sua roba.
Sollevò ilmanico e la trascinò con sé.
Prese anche l'altra e si avvicinòall'edificio centrale, doveva recarsi alla reception che appunto sitrovava in segreteria.
Le stradine che portavano ai vari edificierano fatte con delle mattonelle da giardino.
Il prato era moltocurato, in modo tale che da non uscire fuori tra una mattonella el'altra.
C'erano anche degli alberi. I giardinieri non dovevanomancare in quel posto.
Arrivò alle scale che portavano alla portadell'edificio, afferrò le maniglie delle valigie e issandolecominciò a salire.
Era un bello sforzo e anche se lei avevaallenato il suo corpo precedentemente rischiò di farne cadere una.
– Ehi attenta. Non devi portare quel peso da sola. – Una manomorbida si appoggiò sopra sopra quella sua, dove lei teneva lavaligia che le stava per cadere, ovvero quella destra.
La ragazzaaveva capelli marroni che le arrivavano alle spalle. Bellissimo occhicastani la fissavano con un luccichio, la bocca curvata in unsorriso.
Le levò la valigia di mano e proseguì verso la cimadelle scale fermandosi a un passo davanti alla porta.
Robin laseguì poco dopo, posò la valigia accanto a quella che aveva avutoin mano la ragazza castana.
– Sei nuova, vero? Oh, certo che sienuova altrimenti non avresti le valigie in mano. Quindi... io sonoBraelyn Scotts e sono qui da un anno. – disse la ragazzaprendendole la mano e stringendogliela.
– Io mi chiamo RobinHood e mi sono appena trasferita o per meglio dire arrivata. Devoancora farmi dire dove alloggiare e tutto il resto. –
Braelynlasciò la mano di Robin e se la mise con fare pensoso sotto ilmento.
– Non chiedermi il perché ma ho già sentito il tuocognome all'accademia. Hai un familiare qui? –
Robin annuì. –Mio fratello, ma non so se lo conosci, è due anni più grande di me.Doveva venirmi a prendere ma non l'ho ancora visto in giro. –
–Ti aiuto io a raggiungere la segreteria. – e senza aggiungere altrola bruna afferrò la valigia ed entrò nell'edificio attraverso leporte spalancate.
Braelyn aveva, come lei stessa chiamava,attacchi di chiacchierite.
Per certi momenti, Robin si persedurante la conversazione e non riuscendo a riprendere il filo annuivae sorrideva. Un classico.
La segreteria era una stanza di belledimensioni. Né enorme né piccola constatò Robin. Pareti bianchecon strisce di tintura azzurra erano abbinate alle piastrelle delpavimento bianche.
Il mobilio invece richiamava le strisce diazzurro, del medesimo colore. C'erano librerie ed archivi per duedelle quattro pareti.
Una volta entrati, sulla sinistra, c'era unaporta bianca e accanto un vaso con dei fiori.
Poco distante, inuna scrivania, una donna stava scrivendo freneticamente alla testieradel computer che aveva davanti.
Robin si avvicinò e cercò dirichiamare la sua attenzione.
– Salve, mi scusi io... – venneinterrotta da uno Sshh dallasegreteria ma anche da Braelyn. Lei si voltò stordita a verso labruna e la fissò. Braelyn le mimò di fare silenzio.
Ma chesuccedeva? Prima parlava a raffica e poi intimava a lei di starezitta?
La segretaria dopo pochi minuti smise di lavorare estiracchiando le braccia si rivolse a loro.
– Hai dei bellissimicapelli, tesoro. Assomigliano al miele. Che posso fare per te capellichiari? –
La donna con i suoi ricci rossi e gli occhi versi sialzò dalla sedia e non dando il tempo a Robin di rispondere, leporse un foglio estratto da uno dei cassetti della scrivania.
–Compilalo, eccoti una penna, mettiti pure nella mia scrivania perfarlo. Io mi prendo da bere. Avete sete? –
Scuotendo la testaRobin prese le cose che la rossa le porgeva e sedendosi al suo postocominciò a inserire i suoi dati personali mentre Braelyn e lasegretaria conversavano.
Quando ebbe finito lasciò il foglio sultavolo e si alzò.
La segretaria dopo aver finito di beredell'acqua presa dal distributore d'acqua, controllò il foglio edigitò qualcosa sul computer.
– Allora, sei stata inserita aldormitorio. Vediamo un po'. Questi nomi sono illeggibili. Oh, eccoqui. Robin H. Hood inserita nel dormitorio Vélos. –

Ciao,spero che via sia piaciuta. Ci ho messo un po' a scrivere il continuoma non aveva molte idee, anche se so cosa fare più avanti.
Lanostra Robin Hood è arrivata all'accademia e ancora deve saperequello che succede lì dentro.
Il prossimo capitolo parlerà deldormitorio e anche di altre cose.
Buona lettura e se voletelasciate un commento.
Baci baci
Sophie Robin Kendrick.

Academy Nottingham's BownWhere stories live. Discover now