Capitolo 3 - Lavanderia

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                                                                     Capitolo 3 – Lavanderia
–Ora devi scegliere tra i due. – Un altro ragazzo era spuntato nellalavanderia. Era alto, moro e gli occhi grigi, teneva il cesto sottoal braccio e con una mano stava sbadigliando.
– Bhè visto, chelo chiedi credo che sceglierò la lavatrice. Èmolto pulita, si lamenta per un po' e mi fa trovare le cose lavate.Più di così cosa posso chiedere? Una donna deve sapersiaccontentare.
Diede una pacca all'elettrodomestico, per poisedersi sulla sedia e guardare il cellulare.
Ancora niente daPhilip.
– Suppongo che tu sia la nuova si cui parlava Braelyn.
– Non saprei. Possono esserci altre nuove nei dintorni. Tipare?
– Può darsi. Ma tu sei l'unica, che corrisponde alladescrizione, che abbia visto oggi. Capelli biondi, occhi verde oliva.Che altro ha detto? Ah, che saresti scesa a lavare la biancheria.–
Robin rimase a bocca aperta mentre il ragazzo le sorrideva inmodo malizioso.
Il biondo le si avvicinò e le stese la mano.
–Il mio nome è Robert e lui è Ewart. Tu sei Robin, giusto?
Laragazza si ricompose e gli strinse la mano.
– Robin Hood,piacere. Quale anno frequentate?
– Entrambi il secondo. Suppongotu il primo.
Lei scosse la testa e si alzò.
La sua lavatriceaveva appena finito le lenzuola furono messe nell'asciugatrice.
–Devo frequentare il secondo anno. Il primo l'ho fatto altrove. Adogni modo siete amici di Braelyn, a quanto ho capito. Di solito chefare da queste parti per divertirvi?
Il ragazzo che era entratosilenziosamente e che veniva chiamato Ewart le rivolse un'alzata dispalle. – Cosa vuoi fare? Dal lunedì al giovedì abbiamo ilcoprifuoco allo scoccare della mezzanotte, proprio come Cenerentola,solo che noi siamo più intelligenti da usare le stringe. Dal venerdìal sabato fino alle due della sera. Domenica ognuno per i fattipropri.
– Niente coprifuoco?
– C'è ma la persona che cidovrebbe controllare, in questa zona, è sempre ubriaca oppure sidroga. Ci sono capitati certi incidenti spiacevoli e non ti consigliodi girare da sola con lui in giro.
– Droga? E ancora nonl'hanno beccato?

Robertmise i suoi panni all'interno del cesto. Ormai avevano finito diasciugarsi.
– Non credere che non ci abbiamo provato ma ognivolte vince lui.
Detto questo i tre rimasero in silenzio,ascoltando il rumore degli elettrodomestici in funzione.

Conil piede Robin chiuse la porta della sua stanza. Non era lì daneanche un giorno e già era stanca e scioccata. Un guardiano ubriacoe drogato, la faccenda diventava paurosa ma aveva un aspettoeccitante.
Non voleva comportarsi come Sherlock Holmes, ma sequesta cosa le avrebbe creato problemi a lei o a altri, avrebbeescogitato qualcosa.
Certe volte era proprio vendicativa.
Iltelefono prese a squillare. Lei posò il cesto e aprì la chiamatacon il padre.
– Ciao papà. Come stai?
– Tesoro mio, quistiamo bene tu? Ti piace la tua stanza? Sei con qualcuno?
– Nopapà. Ho la stanza tutta per me, un pochino mi sento sola ma inconfronto all'anno scorso... –
Lasciò la frase in sospeso, nonaveva voglia di far agitare i propri genitori. Erano stati inpensiero anche loro.
– Sai tesoro. Non tutti sono come Diane.Anzi, scommetto che con il tuo carattere tu ti sia fatta degliamici.
– Ho conosciuto un paio di persone. Una ragazza mi haaiutato a pulire la stanza senza chiedermi niente in cambio. – Ecominciò a raccontargli tutto.



Verso le sette delpomeriggio la ragazza scese nella sala comune. In quell'arco di tempoaveva sistemato le sue cose, si era pulita e cambiata.
Dopo latelefonata del padre le era arrivato un messaggio da Braelyn.
Lemandava le informazione per passare la serata insieme. Sebbene leiera molto stanca non se l'era sentita di declinare l'invito, anche suoi genitori ne erano stati molto felice.
Aveva tralasciatoalcuni particolari venuti a sapere mentre stava facendo il bucato, maloro l'aveva invogliata a uscire e a divertirsi un po'.
Anche senon volevano ammetterlo erano preoccupati per lei, ma questa voltanon si sarebbe fatta mettere i piedi in testa.
Si sedette suldivano e si mise a giocare con il telefono.
– Ehi ciao. –Braelyn si sedette accanto a lei nel divano.
Robin staccò ilgioco e si girò verso di lei.
– Ciao. Non ti aveva vista,così mi sono seduta qui.
– Non ti devi preoccupare. A volte iragazzi sono più lenti di noi. Tu hai dovuto pulire la stanza,sistemare le tue cose e sei riuscita ad arrivare in tempo. Loro sonolumache.
– Parlando della stanza. Non so davvero comeringraziarti. Senza non sarei riuscita a finire in tempo. E non sareiuscita dalla mia stanza.
– Smettila di ringraziarmi, mi metti adisagio. Sono sicura che avresti fatto qualcosa. Forse ci saremmoincontrate mentre tu passeggiavi.
– Ne dubito fortemente, matralasciando... perché non mi parli degli altri?
– Liconoscerai. Le altre dovrebbero scendere a momenti. Esmeralda eraquasi pronta. Lei è la mia compagna di stanza.

Quandofinalmente gli altri scesero, a Robin girò la testa per tutte quellepresentazioni.
Conobbe la compagna di stanza di Braelyn: Esmeraldaduke.
Elizabeth Selth, detta Lizz, Robert Kendrick, Ewart Beech eanche Alf Dodger.
Alcuni del gruppo non erano potuti venire.
Robinsaluto' con un cenno Robert ed Ewart per poi concentrarsi suglialtri.
Erano tutti molto simpatici ed erano dello stessodormitorio, quindi sarebbe stato utile per il gruppo qualora sisarebbero dovuto riunire oppure raggiungere qualcuno in stanza.
Leaveva detto che all'appello mancavano diverse persone che avevanoavuto un contrattempo.
Due ragazzi del gruppo avevano il turno albar dell'accademia, un'altra persona invece li avrebbe raggiuntodopo. Si chiamava Will ma non era del dormitorio Vélon, appartenevaa un altro vicino.
Insieme decisero di andare al bar a prenderequalcosa da mangiare e poi a fare un giro all'accademia.

Raggiunseroil bar in meno di dieci minuti. Era molto spazioso ma poco sfruttato.Infatti c'erano alcuni tavoli accatastati e dei teli appesi in alcuneparti. Non era proprio il massimo. Robert spiegò a Robin che lascuola non era al massimo per quanto riguardava il budjet e che stavafacendo un sacco di tagli, questo spiegava perché lei aveva trovatola stanza sporca. Alcune persone si erano guardati bene dal faredomanda lì e lei non poteva biasimarli ma neanche dargli tropparagione.
Alla fine l'accademia apparteneva al comune diNottingham. Non c'era da sorprendersi se facevano tagli.
Tutto acausa di quella "Maledizione"
anche lei la conosceva, ma nonci credeva più di tanto, suo padre era andato in quella scuola edera stato uno dei campioni del tiro con l'arco. Èstato grazie a una gara, che aveva conosciuto la sua mamma.
Le eracaduta la borsa mentre lei si metteva in posizione, un clické daromanzo rosa. Ma a lei piaceva questa storia e da piccola laascoltava ogni sera.
Sisedettero a un tavolo e parlarono un po' mentre decidevano cosaordinare.
Anche se era un bar c'erano molte scelte e Robin eraindecisa.
Decise solo di prendere un frullato di pere, non avevamolta fame al contrario di Ewart.
Sottovoce Braelyn le disse cheEwart era un ingordo ma rimaneva sempre magro. La sua caratteristicaera il silenzio, era molto silenzioso sia nei modi che nel camminare,poteva sembrare un pigrone cronico ma era tutta apparenza.
Standoa quello che diceva Braelyn era anche molto agile.
Un ragazzo congli occhi azzurri e i capelli neri si affiancò al tavolo con untaccuino in mano. Stava già scrivendo qualcosa e con aria annoiatasi rivolte al gruppo.
– Sempre il solito suppongo. Ragazzi chemonotonia che siete. Quasi quasi vi caccio via da qui. Lascio solo lenostre ragazze e le vizio.
Fece per andarsene quando Robertschioccò le dita per ottenere la sua attenzione, che non tardò adarrivare.
– Amico, che abbiamo detto di quel gesto?
Èmolto offensivo e a meno che tu non sia una biondona tutte curve,desiderosa di affetto non posso accontentarti né fartelo passareliscia. –
I ragazzi risero e Robert indicò la giovano Hood.
–La bionda c'è e, anche se non commenterò sulle sue curve, possoassicurarti che vuole ordinare e ha bisogno di attenzioni.
Robininarcò un sopracciglio. – Ti prego di specificare il tipo diattenzione di cui tu stai parlando.
– Tranquilla Robin. Tipresento Martin Brown, lavora qui con il fratello, sono riusciti afarsi assumere grazie al ragazzo a cui è stata affidata la gestione.A proposito dov'è Will? –
Martin alzò le spalle a Robert e siconcentrò sulla bionda del gruppo.
– Ciao, io sono Martin, seti serve qualcosa chiedi pure a me. Per te qualsiasi favore mia caraRobin.
Prese il suo ordine e con un inchino si dileguò.
Ilmormorio del bar si era fatto più intenso adesso, segno che iragazzi stavano uscendo dalle tane per passare il sabato sera incompagnia.
Mentre Robin parlava con Elizabeth guardava la finestradel bar. Era grande e si poteva vedere l'esterno molto bene, infattiriuscì a scorgere una persona che conosceva molto bene.
Si alzòscusandosi con i ragazzi e dicendogli che tornava subito prese laporta.

Quando uscì, andò al punto in cui aveva intravistoquella persona, era ancora là e stava parlando con un ragazzobiondo.
Si avvicinò a lui, ci aveva visto giusto.
Era Philipil fratello che stava cercando di chiamare da un pezzo.
–Philip. – Lo chiamò avvicinandosi a lui ma non ebbe occasione difare un altro passo che il ragazzo biondo colpì il fratello con unpugno allo stomaco, per poi buttarlo a terra e cominciare a pestarlosotto lo sguardo smarrito e allibito di Robin e le urla delle personeche assistevano.


Grazie per aver letto questocapitolo:
Allaprossima.
Sophie Robin Kendrick.

Academy Nottingham's BownWhere stories live. Discover now