Los Desaparecidos

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24 marzo 1976 - Argentina

"Si comunica al popolo che, a partire da oggi, il paese si trova sotto il controllo della giunta militare."

Hai mai desiderato essere invisibile? Sbiadire, scomparire?
Non dire una parola, solo grida la tua disperazione e ti accontenterò.
Mostrami il tuo dolore, lo strazio.
Urlalo, più forte.
So che vorresti morire, ma noi faremo di tutto per mantenerti in vita.

Hai mai voluto dimostrare la tua forza, il tuo coraggio, l'amore per quella che tu hai confuso con giustizia?
Vieni, fatti avanti. Ti farò passare la voglia di mettere in dubbio la nostra parola.
Ti rinfrescheremo le idee immergendo la tua testa finché l'acqua non ti inonderà, impedendoti di respirare. E sarai così esausto che non riuscirai a muovere un muscolo. In quel momento, solo in quel momento, ti butteremo sul pavimento e pregherai il tuo Dio per avere la forza di alzarti quando te lo ordineremo.

Ti apriremo gli occhi, letteralmente.
Aprile, apri le palpebre. Hai bisogno di una mano?

A che cosa ti servono i piedi? Per scappare? E dimmi, dove vorresti scappare? Per ora te li incateneremo, più tardi vedremo cosa farci.

Hai mai desiderato volare?
Al mio tre salti.
Spiega le ali, muovi la braccia e assapora la tua libertà prima dello schianto.

Hai freddo, vero?
Dicono che non ci sia niente di meglio del calore umano.
Che dici se ti cospargiamo di cherosene e ti avviciniamo ad una fiamma?

*

Camminano fieri trascinandosi bagagli pesanti, pieni di crimini. Io sono così leggero, una leggera brezza potrebbe spezzarmi le ossa. E credimi, non sentirei niente. Ho smesso di sentire poco alla volta dal giorno in cui mi hanno ucciso per la prima volta. Sono morto un centinaio di volte in questa vita: quando hanno catturato mio figlio, quando lo hanno torturato davanti ai miei occhi, quando ho sentito il suo ultimo "Papà, voglio tornare a casa", quando ha chiuso gli occhi e non li ha più riaperti. Quando hanno rapito mia moglie, ogni singola volta che ho sentito le sua urla chiuso in una stanza buia e ad ogni tortura che mi hanno afflitto.
Eppure respiro ancora.

Ad ogni passo lasciano per terra orme di sangue e non precisamente il loro.
Hanno rubato così tante vite che inizio a pensare siano diventati immortali.

Oh amore, scompare il mondo. [2]

Mi chiesero scusa per avermi arrestato, avevano sbagliato persona. Mi promisero che mi avrebbero liberato dalle catene che avevo alle caviglie.
Arrivò un soldato e disse al suo compagno: "Cosa farai con questo vecchio?"
"Deve andarsene, deve uscire di qui. L'unico problema è che non riesco ad aprire il lucchetto."
"Eh vabbè, non farti problema. Sparagli alla testa e lascialo lì."
Sono stato male, mi sono sentito morire per l'ennesima volta. Il soldato che stava armeggiando con le catene, vedendo il terrore nei miei occhi ormai vuoti, mi rassicurò. "No, non ti preoccupare, non ti succederà niente."
Mi era già successo l'inferno, ma non mi sarebbe successo nient'altro. Ironico, non è vero?
Quando mi tolsero la benda, mi raccomandarono di aspettare minimo trenta minuti prima di voltarmi. Se non avessi rispettato il comando e mi fossi voltato in quel momento, mi avrebbero ucciso seduta stante.

E c'è ancora qualcuno che dice: "Magari tornassero i militari".
Mi fa male.
Mi fa così male e mi dico: "Ci sono ancora persone ignoranti." [3]




[1] Parole con le quali è stata annunciata l'ultima dittatura (1976 - 1983) in Argentina.

[2] Breve estratto dalla canzone Los dinosaurios di Charly Garcia. È una delle canzoni che venne dedicata alle vittime di questa dittatura. In una presentazione live, Charly definì questo pezzo come "Una canzone che piace a tutto il mondo, soprattutto ai morti." 

[3] Questa è una delle tante testimonianze che ho trovato. Vorrei mettere in chiaro un paio di cose a riguardo. Nella realtà queste parole appartengono a una donna anziana e non a un uomo come in questo racconto. Ho cercato di tradurre al meglio la sua testimonianza, ma devo ammettere che ho aggiunto qualcosina di mio. Ho preferito contraddistinguere queste aggiunte in corsivo.

Concludo dicendo che il mio unico intento è quello di descrivere, a modo mio, la realtà.
Non è mia intenzione, come ho già detto precedentemente, incentivare e/o propagandare nessun tipo di violenza.

RiflessiWhere stories live. Discover now