Capitolo 23

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"Jennifer sono a casa."

Mi fermai sul mio posto girando la testa verso la porta di casa guardando mia mamma entrare con poca grazia nell'ingresso insieme alla sua valigia.

"Uff." sospirò portandosi una mano sulla fronte come se avesse appena percorso tutta la città.

Mi avvicinai a lei costringendomi ad abbracciarla.

"Jenn ti sono mancata?" mi chiese sorridendomi falsamente mentre apriva le braccia in modo che potessi abbracciarla.

Annuii semplicemente in risposta ricambiando l'abbraccio che mi stava offrendo, appena sentì le mie braccia si staccò leggermente.. disgustata? Ma che cazzo di problemi ha?

"Cosa hai fatto in questi giorni? Divertita? Hai mangiato?" iniziò con le domande come ogni mamma ha il bisogno di fare, l'unica differenza è che la mia sembrava forzata a chiedermele. Le chiedeva mentre sistemava la valigia spostandola dall'ingresso con un tono di voce tutt'altro che interessato.

Risposi sinteticamente a tutte le domande prima di congedarmi per tornare in camera mia. Il momento della finta famiglia felice si era fortunatamente concluso in cinque minuti, così non persi tempo a tornare nella mia stanza.

Salii le scale prima che delle urla improvvise mi entrassero nei timpani.

"Jennifer Audrey Anderson vieni immediatamente qua!"

A udire il mio nome completo mi venne la pelle d'oca, cosa mai poteva volere?

"Bob, mi ha chiamata Bob signorina." disse mentre varcavo la soglia della cucina.

"Che intendi?" chiesi non riuscendo a capire cosa volesse dirmi e cosa c'entrasse Bob.
"Mi ha detto che ti sei comportata male con lui, che hai cercato di importunarlo, Jennifer ma cosa ti passa per la testa!?"
"Ma mam-"
"Mamma un corno! Sei sempre così maleducata che mi vergogno di essere tua madre, certe volte." mi urlò contro mentre io sentivo le lacrime bagnarmi gli occhi. Si prese la testa fra le mani e mi lanciò uno sguardo pieno di cattiveria.

Era riuscita di nuovo a trovare un modo per ferirmi.

"Non ho fatto niente." la mia voce uscì leggermente incrinata mentre cercavo nel suo sguardo una scintilla di speranza che potesse credermi ma niente, vedevo soltanto delusione e ribrezzo.

"Sei anche bugiarda adesso? Proprio come tuo padre." disse sputando quelle parole cattive che sapeva di non dover dire.

"Papà non c'entra niente! Qui l'unica bugiarda sei tu!" strinsi i pugni volendomi calmare ma con scarsi risultati. La storia di papà era chiusa ormai da tempo ma per lei ogni occasione era buona per offenderlo e questo io non lo tolleravo.

"Sai che ti dico? Credi a Bob, credi pure a lui. Adesso vattelo a scopare e vedi di non parlarmi più." lasciai che i miei pensieri avessero libero sfogo. Si alzò velocemente e arrivò davanti a me. La sua mano entrò in collisione con la mia guancia in meno di un secondo. La guardai con occhi scioccati mentre il suo sguardo era impassibile e senza sentimenti.

Mi toccai la parte dolorante per poi andarmene. Non rivolsi più uno sguardo a lei, andai alla porta e me ne andai sbattendola dietro di me. Non poteva averlo fatto davvero, non lo aveva mai fatto in realtà, ero davvero senza parole e la sua reazione mi sembrava alquanto esagerata però d'altronde dovevo esserci abituata alle sue uscite da pazza psicopatica.

Dopo un pò di minuti mi trovai nella via della casa di April.. ma anche quella di Nash. Camminai un po' superando la casa della mia migliore amica -sperando che ancora lo fosse- e trovai quella che supposi fosse la casa di Nash, una volta che mi aveva accennato dove abitasse e fortunatamente la mia memoria sembrava non avermi giocato brutti scherzi.

Broken || Nash Grier [Sospesa]Where stories live. Discover now