PACE FATTA

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*Ewan*

Come fanno a non capire?! Si tratta di mia sorella, dannazione! E Karl.. Karl era mio amico! Non possono stare insieme, perché.. perché è sbagliato. Cavolo, le sorelle degli amici non si guardano. Non voglio che Chloe stia male, ma non può stare con Karl. È contro natura per la miseria! Karl è come se fosse un fratello per me, non può stare con mia sorella! Perché Fabio e Lidja non capiscono?! Loro dovrebbero stare dalla mia parte. Karl ha tradito la mia fiducia. E anche Chloe. Non dovevano mettersi insieme.

Però, forse meglio Karl che un qualunque altro idiota. Almeno Karl lo conosco, so che è un bravo ragazzo, e male che vada posso spaccargli la faccia. Solo che non mi va giù che non mi abbiano detto nulla, che lo abbiano fatto alle mie spalle. Che razza di famiglia siamo se i componenti tramano alle spalle l'uno dell'altro?!

In questo groviglio di pensieri, mia sorella esce dalla cucina con gli occhi ancora rossi di pianto e si siede vicino a me. Mi porge un piatto con un panino. Ma non parla. Si limita ad osservarmi mangiare. Dopo poco si alza e fa per andarsene. Ma io la blocco.

«Non voglio vederti così..»

«Non posso farne a meno. Mi stai obbligando a scegliere tra mio fratello e il ragazzo che mi piace.»

«Non è colpa mia. Io non posso fare a meno di sentirmi così.»

«Ma così come?!» chiede sedendosi di nuovo.

«Tradito. Da mia sorella e da uno dei miei migliori amici.»

«Parli come se io e Karl stessimo insieme da mesi. Te lo abbiamo detto la sera stessa dopo esserci baciati la prima volta.»

«E come faccio a credervi?»

«Ti devi fidare di noi. Noi siamo la tua famiglia, e non solo. Come potremo combattere fianco a fianco se tu non ti fidi di noi?»

«Come faccio a fidarmi se voi avete tramato alle mie spalle? Chloe, po' anche darsi che appena vi siete messi insieme io l'ho saputo, ma perché non me ne avete parlato prima? Perché tu o Karl non mi avete detto che vi stavate innamorando l'uno dell'altra?»

«Quando mai io ti ho detto che mi stavo innamorando di qualcuno?»

«Non è la stessa cosa, Karl..»

«No, invece. Non fa differenza se è Karl o chiunque altro. Io non ti ho mai detto che mi stavo innamorando di qualcuno, anche perché so che tu reagisci in questo modo..»

«Ma Karl..»

«Karl ha fatto lo stesso. Lo so che è tuo amico, ma sapeva di non potertene parlare perché tu gli avevi fatto fare quello stupido patto.»

«Ma..»

«No Ewan. Non ho più sei anni e non devi difendermi dal bulletto che mi prende in giro per i miei poteri. Karl è come me e te, è un Draconiano, e mi vuole bene. Quando eravamo in missione per recuperare i frammenti del frutto, è stato lui che mi ha permesso di credere in me stessa e che mi ha fatto tornare sana e salva a casa. Non ha mai fatto niente per ferirmi. Anzi, quando l'ha fatto è stato per tenere fede a quello stupido patto. Quindi, in fondo è colpa tua. Non costringermi a scegliere tra voi, Ewan, perché ha ragione Sofia, io devo lottare per i miei sentimenti.»

«È una cosa contro natura per me.. Karl è come se fosse un fratello per me, non può stare con te che sei mia sorella!»

«Karl non è tuo fratello!»

«Beh ma..»

«Smettila Ewan, smettila! Tu non puoi avere il controllo su tutto per la miseria! Non puoi impedirmi di essere felice per uno stupido principio! Finiscila di fare la parte di nostro padre, perché non lo sei! Tu non mi hai mai detto che ti piaceva Lidja, per cui non avevo nessun obbligo a farlo!»

«Ma io sono il fratello maggiore e devo proteggerti..»

«Da cosa Ewan, da cosa!? Da Karl? Dalla felicità?! Ma che cavolo stai dicendo?»

«No, non voglio impedirti di essere felice, ma non voglio che tu soffra.»

«L'unico che mi sta facendo soffrire qui sei tu.» E così dicendo si alza e torna in cucina.

Poco dopo esce con Karl e tornano al piano di sopra, alle loro analisi, senza rivolgermi nemmeno uno sguardo. Fabio appoggiato allo stipite della porta della cucina mi guarda.

«Che c'è!?»

«No, dico.. vuoi andare avanti per molto? No, perché, noi avremmo una missione da finire..»

«Non posso far finta di niente e non venirmi anche tu a farmi una paternale, per favore.»

«Ah no, certo. I piatti toccano a te oggi.» E così dicendo va a buttare l'immondizia.

Che cavolo sto facendo? Mi alzo e vado in cucina. Trovo Sofia e Lidja che ancora sparecchiano. Appena mi sentono entrare smettono di parlare.

«Ah bene. Hai intenzione di fare i piatti o dobbiamo fare noi?» mi chiede scontrosa Lidja.

«Piccola, calmati, li faccio io i piatti, tranquilla.»

«Piccola un corno! Smettila di fare il duro. Stai mandando a puttane il rapporto con tua sorella per una stronzata! Sappi che lei è mia amica, e che se devo scegliere tra lei e te, io scelgo lei. Quindi fatti due conti e ragiona!» così dicendo sbatte il piatto sul tavolo ed esce.

Sofia mi guarda, ma non proferisce parola.

«Sei l'unica che non mi ha ancora detto nulla da stamattina. Non hai un'opinione?»

«Certo che ce l'ho. Ma l'hanno già espressa gli altri, quindi non c'è bisogno che parli.»

«Sof, almeno tu, capisci quello che voglio dire..»

«No Ewan, l'unico che deve capire sei tu. Io mi ricordo il tuo comportamento ad Edimburgo quando Chloe era stata rapita. Eri giustamente preoccupato per tua sorella. Ma adesso che motivo hai a comportarti così? Ti parlo per esperienza, sai. Prima di conoscervi, a Monaco, il prof conobbe una donna, Effi, la madre adottiva di Karl. Tra loro stava nascendo una bella intesa e io ero gelosa. Poi però, quando Effi è morta e ho visto la reazione del prof io mi sono sentita in colpa, perché in tutto quel tempo io avevo ostacolato una relazione che faceva bene a mio padre e non potevo cambiare le cose. Non fare il mio stesso errore. Karl è un bravo ragazzo e lo sai.»

«Io... avete ragione. Solo che per me è una cosa nuova. Non ci sono abituato. Sono sempre stato io a proteggere mia sorella dai bulli, ad evitare che qualcuno le facesse male, e dover passare il testimone a qualcun altro non è facile per niente.» rispondo sospirando.

«Non devi dirlo a me. Ma a loro.» risponde Sofia con un sorriso. «Vai di sopra, i piatti li faccio io.»

Salgo le scale, e busso alla porta della stanza in cui sono mia sorella, Karl e Beatrice. Appena entro mi guardano e io alzo le mani in segno di resa.

«Non sono qui per discutere, voglio solo dirvi che mi dispiace. Non volevo reagire male, solo che quando si tratta di mia sorella non ci vedo bene. Sono felice, che se mia sorella sta con qualcuno quel qualcuno sia tu, Karl.» dico porgendogli la mano. Lui l'afferra e sorride, mentre mia sorella mi abbraccia.

«Vuoi dire che non sarai più un tesone geloso?»

«Piano, mi devo ancora abituare a questo nuovo ruolo. Per adesso, non sarò contrario al fatto che voi due state insieme. Ma ehi, bavarese, se provi a far stare male mia sorella te la dovrai vedere con me.»

«D'accordo, ma vale anche per te» mi risponde Karl sorridendo.

Finalmente, è tutto a posto.

La ragazza Drago: l'avventura continuaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora