Capitolo 1

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Cammino a testa bassa verso l'altare, i miei occhi si socchiudono dal dolore e sono appesantiti da tristi lacrime.

Le labbra mi tremano come se improvvisamente la temperatura fosse calata fino ai -20 gradi centigradi.

Malgrado tutto, tossisco e poi inizio a parlare.

"Sono sempre stata dell'opinione che se scomparissi domani, l'universo non se ne accorgerebbe; mi sbagliavo. Sam se ne sarebbe accorta, e sarebbe stata l'unica."

Mia madre ascolta imbarazzata e malinconica le mie parole, cercando di comprendere il mio dispiacere.

"Era l'unica a chiedermi come stavo, e a sapere già la risposta. Mi chiedo se ci siano altre persone così al mondo, ma penso proprio di no."

Sospiro.

"Non sprecherò le parole di questo discorso per rimpiangere di non averle detto tutto ciò che pensavo, perché non è questo che si dovrebbe fare."

La maggior parte degli studenti del mio liceo, sono lì, insieme ai parenti, a sentire il mio discorso.

Mi sento gli occhi di tutti puntati addosso.

Deglutisco rumorosamente e continuo.

"Siamo sempre state le solitarie, e questo ci piaceva da matte. Eravamo noi, la musica e i nostri segreti. Non inizierò a fare la lista di tutte le cose che mi mancheranno di quella ragazza che sprizzava energia e felicità da tutti i pori nonostante tutto, ma posso solo assicurarvi che se voi l'aveste conosciuta come la conoscevo io, ora sareste qui a rimunginare su quanto sarebbe stato difficile accettare la sua perdita."

Mi fermo un attimo perchè sento che i miei occhi si stanno per riempire di lacrime, di nuovo, per la millesima volta in questa cazzo di giornata di merda.

Non ci riesco, non riesco ad andare avanti senza di lei, e penso che non ci riuscirò mai.

Perchè in questo fottuto mondo devono andarsene sempre e solo le persone migliori?

Lei non se lo meritava, cazzo se non se lo meritava.

Lei era la mia migliore amica, la mia metà vincente, non sono nulla senza di lei.

Adesso sto solo scivolando sul bordo del precipizio stringendo tra le mani il suo ricordo, che lentamente mi lacera l'anima.

"Cos'altro posso dire? È scontato dire che non sarà facile superare tutto questo. So che ormai non potró mai più abbracciarla, e non c'è forza sulla terra che possa risolvere le cose."

Scendo dalla piattaforma, con gli occhi ancora umidi.

Mia madre mi abbraccia forte, cercando di consolarmi, ma senza successo. 

Mi manca, cazzo, e non è passato nemmeno un giorno.

Basta, mi sono stancata di stare qui.

Mi allontano dagli altri ed esco dalla chiesa.

Decido di tornare a casa e di stendermi sul letto per versare tutte le altre lacrime che sento già accumularsi nei miei occhi.

Mentre cammino ho lo sguardo basso, puntato a terra, mi passano avanti delle persone che conosco, ma non ho la forza di salutare nessuno.

Arrivata a casa, pulisco il mio trucco ormai sbavato e mi getto a peso morto sul letto.

Avevo in mente di rileggere le mie chat con Sam, ma finirei solo per farmi più male di quanto già ne abbia avuto in queste tremende poche ore.

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