Capitolo 3

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Mi sveglio con la luce del sole che entra dall'enorme finestra della mia nuova camera.

Mi alzo e mi dirigo in cucina per fare colazione.

Noto che in casa non c'è nessuno e ne ho la conferma quando guardo il post-it lasciatomi da mio padre sopra il tavolo.

"Sono andato a Philadelphia per lavoro, saró fuori fino a sera, ti voglio bene ;) ."

Insieme al post-it trovo 60$ che penso mi abbia lasciato per il pranzo.

Prendo una brioche dallo scaffale, nel frattempo accartoccio il biglietto e lo butto.

La mattina la passo a sistemare le mie ultime cose e a gironzolare liberamente per la casa.

Scopro che ci sono tre bagni, uno in corridoio, uno in camera mia e uno nella camera dove dorme mio padre.

In più, sull'attico, che perlopiù ha una vista fantastica, c'è una piscina. Continuo a chiedermi a cosa serva tutto ciò a mio padre.

Per quanto riguarda la città, avevano ragione tutti: è bellissima.

Spero che anche tutto il resto non sia male.

Amici, scuola, ragazzi. E sopratutto, il rapporto con quel riccone di mio padre.

Verso le 17:00 decido di andare in giro per New York.

È tutto lussuoso e stravagante, la cittá è piena di negozi e ristoranti.

La maggior parte della gente che vedo, va di fretta.

Trovo una panchina e mi ci siedo.

Come sempre mi piace fermarmi e osservare la vita degli altri che va avanti senza di me.

Non rido o vado a una festa da mesi e più ci penso più sono convinta che senza di lei sono... come dire, a metà.

Decido di fare un salto alla pista di skateboard che mi aveva detto il ragazzo sull'aereo, Ross.

Magari lo incontro; anche se non è poi la compagnia che tutti possano desiderare.

È gentile, educato e allo stesso tempo è un logorroico che non si fa i fatti suoi.

Ma è l'unica persona che conosco qui, quindi mi dovró accontentare.

Cerco di trovare delle indicazioni per il Central Park ma finisco per chiedere aiuto a una signora con un po' troppo trucco in faccia.

Dopo circa una ventina di minuti riesco finalmente a vedere degli alberi e tantissima gente: eccomi nel famoso parco newyorkese.

Il posto è stupendo e ne rimango davvero affascinata; penso proprio che quasi tutte le giornate le trascorreró qui a rilassarmi.

Le persone le vedo riposarsi, correre, andare in bici e pattinare.

Dopo un po' vedo un ragazzo con lo skate attraversare il parco, decido di seguirlo per vedere se trovo la fatidica pista di Ross.

La trovo, è enorme anche questa.

Il ragazzo si ferma, indossa un braccialetto che credo sia una specie di pass e poi inizia a divertirsi sulle rampe.

La pista è piena di ragazzi, molti di loro sono a torso nudo. Non posso non notare le solite ochette sedute in un angolo a ridere e a guardare i ragazzi fare inutili acrobazie.

DamageWhere stories live. Discover now