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ALLYSON

La luce del sole entra dell'enorme finestra della mia stanza, spegno la sveglia che continua a suonare da qualche minuto e subito metto miei piccoli piedi fuori dal letto, appoggiandoli nel gelido pavimento. Accarezzo Otto e mi ributto per qualche secondo con la testa sul cuscino. 

Non sono pronta per affrontare questa giornata.

<<Ally.>> Urla mia sorella e subito la faccio salire sul letto, riempiendola di baci e carezze. <<Piccola pulce.>>

<<Ashley! Vieni subito qui.>> Risuona mio padre e dal noto usato penso che l'abbia fatto innervosire e infastidire. Mi tiene il braccio e si nasconde sotto le coperte, e quasi mi viene da sorridere.

<<Ashley!>> Ripete ed entra dentro la stanza.

<<Che succede?>> Domando sbadigliando e guardando mio padre.

<<Per tutta la notte ha avuto una leggera febbre e delle piccole papule rosa pruriginose le sono comparse sul viso.>>

<<Ha la varicella?>> Domando e noto che annuisce. <<E perché sta scappando?>>

<<Perché vuole farmi una puntura.>> Sussurra Ashley, alzando leggermente la coperta e inizio a ridere.

<<Non voglio farti una puntura.>> Riesclama mio padre esausto. Ashley è terribile, ogni volta che sta male, pensa che i miei genitori vogliano ricoverarla in qualche clinica.

<<No?>> Ridomanda la piccola poco convinta e annuisce nuovamente, aprendo le braccia per farla saltare su. Mi alzo dal letto e inizio a prepararmi, così posso bloccare il piccolo teatrino che si è realizzato dentro la mia stanza. Mi do una rinfrescata in doccia, mi pettino i mei capelli, aggiungendo tanto balsamo così da farli diventare più morbidi e boccolosi, mi risciacquo velocemente e subito inizio a cambiarmi. Indosso una salopette di jeans, una felpa bianca e delle scarpe sportive dello stesso colore. Ritiro i capelli in delle trecce strette, legandoli con degli elastici a forma di fiorellino.

Scendo al piano inferiore e trovo mio padre dietro ai fornelli, mentre mia sorella si sta guardando un cartone alla televisione. <<Comunque buongiorno, è sempre un piacere svegliarsi con i vostri teatrini.>> Dico facendo un sorriso nella direzione di mia sorella e come risposta mi fa una linguaccia. <<La mamma oggi lavora?>> Domando a mio padre, mentre inizio a versarmi del latte e prendo dei biscotti.

<<Sì. Tornerà verso le tre o quattro del pomeriggio.>>

<<E tu sei di pomeriggio?>>

<<In teoria sono libero, in pratica sono quasi certo che mi chiameranno.>>

<<Ottimo.>> Sussurro e come concludo di mangiare salgo nella mia stanza per finirmi di preparare. La mia stagione preferita è l'autunno; mi piacciono i suoi colori, le sue temperature, mi piace osservare come le giornate iniziano ad accorciarsi e come quella leggera aria fredda, inizia a impossessarsi dell'atmosfera.

Essendo la vicina di casa di Richard, molto spesso ci organizziamo per andare a scuola insieme; infatti, come sento il suono del campanello, subito mi precipito al piano inferiore.

<<Ciao amico! Scusa per il ritardo!>> Esclamo sistemandomi la sciarpa e lo zaino.

<<Tranquilla, tanto siamo in macchina.>> Mi risponde, rubando un piccolo biscotto a mia sorella.

<<State attenti, le strade sono ancora scivolose e la scorsa notte le temperature sono scese sotto lo zero.>>

Ci avverte mio padre, chiudendo la porta dietro le nostre spalle. La macchina di Richard è una classica Jeep Wrangler di un blu elettrico molto intenso. Un tempo era la macchina di suo padre, ma negli ultimi anni è diventata la sua.

IL GIOCO DEI COLORIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora