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Allyson White

Per non rovinare l'uscita di Richard, insieme alle ragazze abbiamo deciso di rimanere al bar, ci siamo mangiate un bel panino e ci siamo messe a chiacchierare fino alla chiusura. Per tutta la serata ho ignorato i commenti delle ragazze che riguardavano Josh, sia Rose che Rachelle si sono rese conto che è successo qualcosa tra noi, ma ad ogni loro singola parola, cambiavo argomento.

<<Andiamo?>> Mi domanda Jared chiudendo il locale. Per non ritornare da sola, ho deciso di accettare l'invito del mio amico. Per tutta la serata in realtà abbiamo parlato e mi ha raccontato di sé.

<<Certo! Ciao ragazze, ci vediamo domani.>> Dico salutando le mie amiche, che salgono nella macchina di Rachelle.

Salgo in macchina e subito accediamo lo stereo con una tonalità bassa.

<<Tutto bene?>> Mi domanda girandosi verso la mia direzione.

<<Sì, sono solo un po' stanca.>> Gli rispondo facendogli un piccolo sorriso.

<<In realtà sembri anche un po' triste.>> Aggiunge.

<<Oggi è stata una lunga giornata.>>

<<Come mai? Al bar abbiamo parlato solo di me.>> Ridacchio e mi giro verso la sua direzione.

<<Sei un grand chiacchierone.>> Rispondo evitando la sua domanda. <<E mi è piaciuto ascoltarti.>> Aggiungo con un piccolo sorriso. Jared è una persona molto buona e gentile, ama parlare, raccontarsi e farmi ridere.

<<E tu sei molto silenziosa.>> Aggiunge parcheggiando davanti al mio cancello.

<<Molto.>> Sussurro imbarazzata. 

Non mi piace parlare di me, non mi è mai piaciuto ma forse perché non ho mai trovato una persona disposta ad ascoltarmi.

Rimaniamo in silenzio per qualche secondo e subito dopo interrompe il silenzio facendomi una proposta. <<Il quindici novembre, ovvero tra pochissimi giorni, sarà il compleanno di Sandra. Ti andrebbe di aiutarmi ad organizzare il suo compleanno? Vorrei organizzarle una festa a sorpresa.>>

<<Certo! Mi sembra un'ottima idea! Ho qualche giorno di tempo per farmi venire una bella idea.>>

<<Conto su di te.>> Mi sussurra sorridendomi.

<<Grazie per il passaggio e per le chiacchiere.>> Dico con una punta di ironia.

<<Grazie a te.>>

Esco dalla macchina e un'ondata di vento mi arriva sul viso, facendomi rabbrividire. Come entro dentro casa, incontro subito le due figure dei miei genitori seduti sul divano mentre guardano la televisione.

<<Sono tornata.>> Si girano verso la mia direzione e con una mano indicano il divano.

<<Oggi hai fatto più tardi del solito.>> Inizia mio padre controllando l'orario. <<Come mai?>> Aggiunge mia madre addolcendo il tono.

<<Sono rimasta a chiacchierare insieme alle mie amiche. Scusate ho perso la cognizione del tempo.>>

<<Voi giovani parlate ancora?>> Domanda ironico mio padre. Mio padre sostiene che noi giovani non parliamo più, perché stiamo sempre attaccati ai telefonini. <<Sei in punizione.>> Aggiunge con uno sguardo serio.

<<Davvero?>>

<<Abbiamo delle regole. Durante la scuola devi ritornare entro le dieci.>>

<<Mamma.>> La richiamo e scuote la testa. <<Non ti salverò io.>> Sussurra ridacchiando e sbuffo.

<<Però.>> Aggiunge guardandomi con quegli occhi che tramano qualcosa. <<Possiamo annullare la tua punizione, se accetti di venire di tua spontanea volontà a cena a casa dei Cooper.>>

<<Preferisco la punizione.>> Dico ironica e alzandomi dal divano.

<<Immaginavo questa risposta. Infatti, la punizione sarà partecipare alla cena.>> Aggiunge mio padre.

<<La punizione di solito consiste nel non uscire di casa fuori dagli orari scolastici o non usare il computer, guardare Ashley per più giorni e cose di questo genere.>>

<<Mi dispiace, ma questa cena è importante. Quindi puoi scegliere di venire con il sorriso e se lo farai ti toglieremo la punizione.>> Aggiunge mio padre.

Sbuffo e alzo gli occhi al cielo. <<Si chiama costrizione.>> Borbotto andando in cucina. Mi verso un bicchiere d'acqua e dal salotto sento i miei genitori che si stanno confrontando sulla cena.

<<Daniel forse abbiamo esagerato, è solo una cena.>> Sussurra mia madre.

<<Secondo te ha litigano nuovamente con Josh? Ma quante volte litigano?>> Sussurra invece mio padre.

<<Oggi era strana, Richard è venuto quasi di corsa qui. Forse non dobbiamo insistere.>>

<<Domani le diciamo che è libera di scegliere? È la prima volta che non rispetta il coprifuoco, glielo abboniamo?>> Aggiunge nuovamente mio padre e sbirciando noto che mia madre annuisce.

<<Ho paura che possa riperdersi, che possa riavere un crollo emotivo, che possa rinchiudersi nuovamente in sé stessa. Per lei, come per noi, è stato un anno duro, lungo e abbastanza caotico.>> Aggiunge mia madre.

Faccio un bel respiro e ritorno in salotto.

<<Sapete una cosa? Penso che verrò, tanto è solo una cena. Cosa potrebbe andare storto?>> Esclamo con un finto sorriso ed entrambi si girando verso la mia direzione, rimangono in silenzio e mi avvicino per lasciare ad entrambi un bacio sulla guancia. Non voglio che i miei genitori si preoccupino nuovamente per me, mi sono stati accanto per un anno intero, senza avere i loro spazi, senza poter piangere, metabolizzare ed essere deboli neppure per un momento.

IL GIOCO DEI COLORIWhere stories live. Discover now