Un cuore di ghiaccio

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Ariana

Chiusi la porta della stanza dietro le spalle e scivolai lentamente lungo il legno freddo fino a sedermi a terra.
Sentivo un forte blocco allo stomaco, era troppo tempo che non mangiavo, ormai mi ci ero abituata e non riuscivo a fingere. Se toccavo cibo rischiavo di vomitare. Mi alzai e aprì lo zaino sul mio letto, presi una delle mie sigarette e il mio accendino. Aprì la finestra e mi sedetti sul davanzale, accesi la sigaretta e feci un tiro, sentì quella senzazione che ormai mi faceva stare meglio. I polmoni mi bruciavano appena,come la mia gola,lentamente lasciai che quel fumo grigio e compatto uscisse dalle mie labbra, lo guardai salire verso l'alto e dissolversi tra il buio e l'aria fredda di novembre che ora odorava di fumo e lampone.
Gli occhi azzurri e innocenti di Kyle non facevano altro che tormentarmi.
Infilai le mie cuffie e avviai "Una mattina" di Ludovico Enaudi. Alzai il volume del mio iPod al massimo in modo che quella melodia occupasse completamente la mia testa.
Chiusi gli occhi e quasi riuscì a vedere le sue mani scorrere leggere su quei tasti bianchi e neri.
Amavo quella melodia, adoravo Enaudi. Le sue composizioni mi aiutavano a staccare la spina da tutto.
Nonostante la musica alta nelle orecchie non riuscivo a non pensare a quel ragazzo, alla forma del suo viso, ai suoi occhi e ai suoi capelli ribelli che gli uscivano dal capuccio. Non riuscivo a non pensare a quei centimetri di troppo che aveva stando accanto a me, al suo fisico alto e asciutto. E sopratutto a quelle cicatrici nascoste che si procurava...
Ma sopratutto il modo in cui con lui la mia maschera si crepava. Non avevo mai avuto difficoltà ad essere indifferente a nessuno, ma con lui mi dovevo sforzare. Come se sapessi che da un momento all'altro lui mi avrebbe scoperta. Come se da un momento all'altro quel ragazzo avesse potuto scoprire la mia fragilità,i miei segreti. Il mostro che in realtà sono.

La melodia s'interruppe di colpo svegliandomi dal mio dormiveglia. L'iPod doveva essere scarico, guardai fuori dalla finestra,era completamente buio e la mia stanza anche, scesi dal davanzale e percorsi alla cieca i metri che mi separavano dall'interuttore della luce. Quando arrivai alla porta mi accorsi che la stanza che comunicava con quella di Kyle era illuminata, da sotto la porta potevo vedere la luce entrare nella mia stanza. Lui ancora era sveglio...
Continuai a piccoli passi a camminare e raggiunsi il bagno. Chiusi la porta e accesi la luce. La stanza era semplice e arredata tutta di bianco, tranne il mosaico di piastrelle azzurre e blu che rivastivano le pareti. Sul lavello c'erano struccante, sapone, deodoranti... sembrava che avessero comprato tutto apposta per me. Mi legai i capelli in un alto chignone disordinato e mi spogliai. Entrai nella doccia e aprì l'acqua calda. La mia pelle bruciava sotto al suo tocco,ma mi rilassava i muscoli, sentivo l'acqua scorrere su ogni centimetro della mia pelle, un dolce profumo di vaniglia mi fece sorridere, ero ricoperta di schiuma profumata ormai. Mi lavai il viso togliendomi tutto il trucco di dosso.
Quando uscì avvolsi il mio corpo in asciugamano bianco che mi copriva appena, lo specchio davanti a me rifletteva quella che ero. Il mio corpo segnato dall'anoressia dalla quale facevo fatica ad uscire e dalle cicatrici che mi avevano marchiato a vita.
La mia pelle bianca mi faceva sembrare un cadavere. Odiavo ogni aspetto del mio corpo. Non c'era nulla che aprezzassi. Niente che potesse farmi sentire a proprio agio con me stessa.
Entrai nella mia camera lasciando la porta del bagno aperta per illuminare la stanza. I vestiti erano già stati messi nell'armadio, aprì qualche cassetto e presi un paio di slip neri ed una delle mie maglie nere enormi. Che ora erano enormi. Chi mai avrebbe creduto che appena qualche anno fa tutte quelle felpe e maglie a maniche corte mi andavano giuste...
Andai a spegnere la luce del bagno e lasciai che il mio corpo si abbandonasse su quel comodo materasso,riscaldato da quei piumoni e coperte calde.
Sentivo gli occhi pesanti,mi voltai verso la porta e la luce di Kyle ancora era accesa. Era tanto che non dormivo in un letto, mi sentivo esausta e presto mi addormentai.

Perfette imperfezioniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora