A pochi centimentri da Lei...

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Kyle

Il suo silenzio non mi convinceva.
Aveva distolto lo sguardo e continuava a giocare con una ciocca dei suoi lunghi capelli nervosamente.
<<entrambe le gambe si sono rotte, è bloccata su un letto da due giorni e non vogliono che torni a casa, i dottori hanno detto che cadendo dalle scale deve aver sbattuto la testa e ora sembra...come essersi allontanata dal mondo. Non riconosce nessuno,nemmeno Julliette o Sebastiano e spesso resta in silenzio. Non dice una parola>>
Un blocco allo stomaco mi prese alla sprovvista. Mi sentivo male, non fisicamente, era solo una di quelle senzazioni che ti assalgono quando ricevi una brutta notizia. Una di quelle che sai che colpisce una persona a cui tieni moltissimo.
Mi portai una mano nei capelli e guardai il piumone che sotto il nostro peso si era piegato disordinatamente.
Mi sentivo uno schifo.
Mi sentivo in colpa in una maniera inspiegabile.
<<Voglio vederla, adesso>>
Mi alzai e raggiunsi la mia camera.
Presi a caso una felpa dal mio armadio e il casco da sopra la scrivania, cercai le chiavi della mia moto,ma dentro quel casino era impossibile.
<<Kyle...>>
La ignorai, dovevo trovare quelle stupidissime chiavi, lanciai ovunque fogli,colori,dischi,magliette...
Aprì ogni singolo cassetto,ma niente, non riuscivo a trovarle.
<<Kyle,sta fermo!>> disse lei prendendomi per la felpa.
Mi bloccai, la testa mi stava esplodendo e lentamente sentivo le forze abbandonarmi, mi sentì spingere a fatica verso il letto,sul quale poi mi lasciai cadere.
La sua piccola mano fredda mi sfiorò la fronte delicatamente <<ehi,ma tu scotti>> la sentì allontanarsi,la sua figura entrava e usciva dal mio bagno alla sua stanza,come se stesse cercando qualcosa.
<<Sei pallido Kyle, tu non vai da nessuna parte>> il 50% di quello che diceva non riuscivo a capirlo, come se delle frasi che pronunciava il mio cervello ne recepiva la metà.
Quel mal di testa stava diventando insopportabile, avevo la senzazione che la testa mi sarebbe scoppiata da un momento all'altro.
<<prendi questa>> mi sedetti a fatica e la guardai pormi una pastiglia bianca ed un bicchiere d'acqua.
Riuscì a mandare giù quello schifo grazie a tutta la forza di volontà che possedevo, poi tornai a sprofondare tra quelle lenzuola ancora fredde.
<<Morirò vero?>> domandai guardando il soffitto,che ogni tanto sembrava essere sfuocato alla mia vista. E allora la sentì.
Sentì quel suono che aspettavo da troppo tempo.
Quel suono che mi aveva sempre incuriosito per il suo mistero.
La risata di Aria altro non era che la canzone più bella del mondo, semplice,pulita, bassa perchè soffoccata dalla sua mano.
<<È solo influenza>> disse riprendendosi e tornando in se.
Dio... sapevo che quel battito che mi stava esplodendo nel petto non era affatto dovuto all'influenza.
<<te ne andrai una volta che mi addormento?>> chiedo nella speranza di un "no".
<<Non me ne vado,ma devi dormire ora okay? Se continui a parlare è peggio>> annuisco distratto a quel poco che ho capito, la mia mente si è fermata alla sua voce quando ha pronunciato quel suo "non me ne vado".
Sento gli occhi chiudersi da soli e mi addormento voltandomi e guardando le labbra rosee di Aria schiudersi in un sorriso.

Una fastidiosa luce mi costringe a nascondermi sotto le coperte,ma è inutile,ormai sono sveglio.
Mi tolgo il pezzo di stoffa umido che ho sulla fronte e lo appoggio sul comodino.
Le mie braccia sono fasciate all'altezza dei tagli, faccio scorrere il mio sguardo lungo il mio letto e Lei è li.
I suoi capelli le coprono il viso, è ancora seduta sulla sedia mentre le braccia le fanno da sostegno alla testa appoggiate ai piedi del letto. Sorrido.
Mi chino verso di lei e piano le scosto i capelli dal viso, dorme ancora indisturbata,i miei occhi cadono sulle sue labbra, ho una voglia assurda di baciarla...
Mi avvicino ancora, posso sentire il suo respiro che si confonde con il mio, ora le nostre labbra sono divise da ben poco, le sfioro il braccio con le dita,ma lei ancora non si è accorta di nulla.

Perfette imperfezioniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora