Capitolo 48

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-Vanessa's pov-

"Anna ti prego rispondimi! Sto venendo a prenderti...nonostante io non sappia dove tu sia! È come se le mani mi guidassero da sole!! Anna!!"

Magari, assillandola al cellulare, posso ricevere risposta.
Invece...

Sono in auto, mi sono fermata e dopo aver ceduto per alcuni secondi al sonno, magicamente sono le due e guido da solo un ora e mezza...
Sono stanca morta, sorseggio un po' di caffè preso da casa e in seguito torno a guidare più decisa di prima.
-Maledetti fari...-sussurro durante il tragitto.
La mia Mini ultimamente sta facendo dei capricci, i fari lampeggiano perché quasi fusi. Ma non ho avuto abbastanza tempo per prendermi cura anche della macchina. Ci mancava solo pensare a questa carcassa.
La strada è piena di camion, ci sono anche auto ovunque, nonostante quest'ora ma essendo sabato si sa, New York non dorme mai.

Le luci, le discoteche, i ristoranti, le aiuole e i bellissimi appartamenti di Manhattan...tutto mi piaceva li...

Ed eccolo li, stringo il volante per poi addolcire la presa, inclino la testa a destra di pochissimo e inizio a dar gas e frenare quando me lo permettono.
Odio il traffico.
Arrivata alla super strada, faccio fuori di gas e tutto il pieno.
È così, mi prende e mi tiene per quel arco di tempo, è snervante e doloroso.
La testa fa male ancora, prendo continuamente i farmaci, tutti i giorni ma oggi ho esagerato con la dose.
Tre in un giorno.
E l'ultima poche ore fa.

Se Isaac o Anna l'avessero vista, non immagina che gli avrebbero detto.

"Vuoi rovinarti così!!?? Ma sei cretina! Io voglio la mia Vanessa, quella pazza e sclerata che pensa al mio viso e i miei vestiti tutti i giorni!! Non una che imbocca pasticche ogni ora!!"
Certo la immagina eccome e quasi mi vengono le lacrime agli occhi visto che sento la mancanza della mia amica.

"Devi finirla di ridurti così...voglio Vanessa la ragazza spensierata e bella...di una volta..."

Penso solo ad Isaac.

Quel bacio gli è  costato molto, ma non avrebbe più permesso un tale gesto.
Non voglio cascarci ancora...ma non posso nemmeno perderlo.

Guido a cento all'ora e sfioro i centodieci, centoventi ogni tanto.
Non è nella norma stradale ma non posso aspettare.
I miei occhi sono impuntati sulla strada, sorpasso e ogni tanto vengo sorpassata fin quando non vedo in lontananza all'altezza di un autogrill, un ciuffo biondo illuminato dai fanali delle auto e dei camion.
Non posso credere ai miei occhi, quel ragazzo lo conosco, eccome.
-Jerome!-dice la ragazza accostando.
Aspetto con disinvoltura l'arrivo del ragazzo che non mi ha ancora notata.
Poi mi riconosce, sembra stanco e sbadiglia continuamente.
Con quel freddo però, non può fermarsi da nessuna parte.
-Jerome! Sei tu!? Jerome!-domando guardandolo e scendo confusa per accertarmi che sia lui.
Il caffè potrebbe fare brutti scherzi.
Non capisco ancora come ci sono arrivata fin qui, in questo posto sperduto e dove non ho mai messo piede. É come se le mie mani guidassero il timone da sole e non il mio cervello.
Tutto si offusca, inizia a vedere solo le luci opache e le auto altrettanto.
-Vanessa...-sussurra Jerome sorpreso e si blocca di colpo.
È conciato in modo buffo, la sciarpa sopra il naso, le mani in tasca e una camminata rigida per il freddo.
-Vanessa che ci fai qui...!-dice lui abbracciandomi di colpo.
-Io stavo guidando e ti ho visto-dico guardandolo attentamente e lo sento battere i denti.
-Entra in auto ce si gela!-dico spingendolo verso lo sportello della macchina ed entro assieme al ragazzo.
-Che ci fai a piedi qui in mezzo al nulla!?-domando al ragazzo.
Lui si conforta nel trovarsi dentro un auto riscaldata e mi guarda.
-Potrei fare la stessa domanda a te-dice per ripicca.
-Allora?-domanda lui guardandomi incuriosito e spaventato.
Non so se posso fidarmi o meno.
-Volevo...trovare Anna...ed Isaac...-sussurro silenziosamente mentre guardo la strada.
Ora vado molto piano.
-Ascoltami...torniamo indietro...ti assicuro che Anna e di ritorno-dice lui gesticolando con un po' di libertà, e si toglie anche la sciarpa e il cappuccio.
Non capisco.
-Da dove? Dov'era?-domando stranita.
Jerome tintinna.
-Una sorpresa per te...torniamo al dormitorio!! Ora sarà sicuramente li-dice lui sorridendo.
Il motore è già acceso e stavo guidando. Decido di fare marcia indietro ma ecco la stessa situazione.
La voce di Jerome diventa fievole e blocco ogni suo tentativo di contatto visivo, non voglio che mi osservino.
-No...è in pericolo...-sussurro senza pensarci.
Lui si zittisce all'istante confuso e io continuo a guidare.

Una, due ore e mi fermo di colpo in un S.O.S. Proprio 20 metri più in la si trova un sentiero smarrito tra i boschi.
-Vanessa dove ti stai dirigendo...-sussurra Jerome spaventato.
Non rispondo, sono ipnotizzata dalla strada che avevo iniziato a seguire e anche le mani, nonostante il caldo dell'aria condizionata, sono fredde.
Non batto le palpebre nemmeno per un secondo per sbaglio e il mio cuore sta letteralmente saltando fuori dal petto.
Accelero e una volta sicura della meta freno di colpo.
Solo quando Jerome grida il mio nome scuotendomi mi guardo intorno, come se mi fossi appena ripresa da uno stato di trance.
Siamo davanti ad una vecchia casa.
-Vanessa non è qui che troverai Anna! È tornata ad Harvard!-dice Jerome accattivante.
-No sento che qui c'è un qualcos...-sussurro ma Jerome mi blocca tappandomi la bocca.
Inizio a mugugnare e poi la porta della casa si spalanca.
-Chi va la!?-domanda la voce femminile di una donna.
Mordo la mano dal ragazzo e mi libero dalla sua presa.
-Anna è qui!?-domando gridando.
La misteriosa donna fa cenno di avvicinarsi al cancello e infine seguita alle calcagna da Jerome mi avvicino impaurita.
È assolutamente assurdo ció che vedo.
Indossa un vestito aderente e scollato con sulle spalle un mantello nero pece.
È piena di cicatrici ovunque e sul viso porta una benda simile a quella dei pirati.
È da brividi, quasi un film dell'orrore.
Afferro immediatamente la mano di Jerome e lui me la stringe.
-Cerchiamo...-sussurro impaurita.
-La mia ragazza è solo stanca...stavamo viaggiando e voleva fermarsi per riposare ma siamo quasi arrivati-sussurra Jerome.
Mi giro verso di lui di colpo e lo guardo.
-No, non è vero! Sto cercando Anna...Hunter Morris...è la mia migliore amica, una sorella! Ne sa qualcosa!?-domando in lacrime.
-Amore non e qui...-sussurra Jerome abbracciandomi e mi tiene la testa contro il suo petto.
-Qui vivo solo io e il mio cane...non conosco nessuna Anna...mi dispiace per la tua ragaz...-sussurra la donna guardando Jerome.
A spezzare la sua frase fu un ruggito potente e in seguito l'eco.
Jerome mi trascina verso la machina e si mette alla guida.
-Tu sei rincoglionita!?-domanda facendo scattare la sicurezza.
-Che cosa sarà stato!?-domando impaurita mentre Jerome sfreccia via verso le strade percorse poco dalle ruote delle macchine.
-Non lo so ha appena detto di avere un cane e probabilmente di grande taglia- dice emotivamente agitato.
Che nascondesse qualcosa?
-Andiamo a casa. Che siamo lontani...-sussurra mentre mi passa tra le mani una caramella e io la lascio sul cofano.
-Era un Lupo Mannaro...-sussurro prima di crollare a dormire dopo un bella mezz' oretta.
-Da dove lo denunci?-dice frustato ridacchiando.
Forse mi prende per matta.
Inizio pian piano a collassare dalla stanchezza, poiché il mio caffè non mi ha tenuto molto.
-Dal lamento...per metà era una persona...-sussurro non sentendomi più sicura qui.
E sento...è solo l'inzio.
Poi il sonno si avvicina sempre di più per rapirmi e io farmi predere...





Ciaoo lupetti! Allora, penso che abbiate capito che cos'è Vanessa...hihihihi
Commentate per farmi capire che avete capito e vi consiglio di leggere
Trouble Pack di 2Nesa4
E
Black Blood di 2VoildStiles4
Sono le mie due storie preferite e spero che piacciono anche a voi!!

Catching the MoonTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang