Sesto tema (parte 2)

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GENERE: DARK FANTASY

L'unico rumore percepibile nella stanza ormai vuota erano le risate dei bambini sul balcone.
Laira sedeva sul pavimento, sola nella penombra, cercando di estraniarsi da quel suono che la irritava tanto.
Aveva litigato per l'ennesima volta con suo fratello minore Aaron: trovava sempre un pretesto per disturbarla e alla fine era sempre lei a ricevere i rimproveri, poiché quel nano spocchioso si faceva del male da solo cercando di darle un calcio o un pugno.
La ragazza era stanca di essere incolpata, così quella volta aveva deciso di rimanere calma e limitarsi ad insultarlo. La stategia aveva avuto più effetto del previsto, infatti Aaron si era subito offeso ed era corso fuori, diretto verso il bosco che circondava l'abitazione.
Laira non era preoccupata: ogni volta che suo fratello scappava (era successo tante volte che ormai tutti si erano abituati) non riusciva ad andare molto lontano, inoltre il temporale imminente lo avrebbe spinto a tornare molto presto. Tentò invece di rilassarsi e godersi quell'attimo di pace e solitudine così raro.

Stava per assopirsi quando sentì sua cugina chiamarla: 《Laira, Laira! Ho visto Aaron nel bosco!》

La piccola era insieme al suo gemello ed entrambi la stavano chiamando dal balcone. Laira capì che erano stati loro a produrre le forti risate che la disturbavano ma decise di non lamentarsi e invece si affrettò a tranquillizzarli. Tuttavia i suoi tentativi non bastarono: i due insistevano perché andasse a cercare il bambino.
《Quando lo abbiamo visto era molto lontano e correva. E se incontra i cacciatori? Se cade o si perde?》
In realtà non era la stagione di caccia ma, a pensarci bene, Aaron era capace di mettersi nei guai anche da solo.
Per non allarmare nessuno, Laira cedette e decise di seguire il fratello nel bosco: infilò un paio di vecchie scarpe da ginnastica, agguantò un bastone e si addentrò anche lei nel verde. Sapeva che non era una buona idea fare rumore, ma preferiva essere sentita da Aaron piuttosto che farsi mordere da un serpente.
Mentre sentiva le caviglie graffiarsi con le piante del sottobosco, si pentì di non aver indossato i pantaloni lunghi e si fermò per limitare i danni, ascoltando i fruscii nel tentativo di localizzare il bambino.
La ragazza stava per rinunciare quando udì un rumore proprio sopra di sé. Alzò la testa di scatto e vide una cosa stupefacente: un uomo, quasi completamente avvolto da liane e rampicanti, la guardava appeso ad un albero, terrorizzato.
Nonostante lo shock, Laira capì dal fucile a terra che si trattava di un cacciatore.
Dopo attimi di silenzio in cui tutto sembrava immobile, il cacciatore venne strattonato verso l'alto dalle piante, che sembravano muoversi di propria volontà; subito dopo uno squarcio si aprì nella corteccia dell'albero e l'uomo scomparve al suo interno.
Mentre il legno si richiudeva da solo, un tocco fece sobbalzare Laira, che si voltò trovandosi davanti nientemeno che suo fratello. Anche se quello non sembrava esattamente suo fratello.
Le iridi marroni di Aaron avevano inglobato il resto degli occhi, facendoli assomigliare al legno vivo.
Il bambino le rivolse uno sguardo assorto e le disse poche parole:

《I cacciatori sono pericolosi. Quello stava per colpirti. Ora non è più pericoloso. Torna a casa.》

Con un gesto del bambino, un rampicante lo avvolse e lo trascinò sui rami più alti, nascondendolo alla vista della sorella.
Qualche minuto dopo, Laira si riscosse e iniziò a camminare, accorgendosi che i graffi sulle sue gambe erano spariti.
Una persona normale forse avrebbe avuto un attacco di panico, o almeno un esaurimento nervoso, ma Laira no. Laira reagiva con l'apatia.
La ragazza si faceva largo tra le piante come in trance: la scena a cui aveva assistito le si ripeteva continuamente nella testa senza lasciar trasparire nulla nei gesti o nell'andatura.
Dopo un lasso di tempo indefinito si fermò e riprese bruscamente a pensare con lucidità.

Cosa sto facendo? Ho visto un uomo essere mangiato da un albero, mio fratello controllare dei rampicanti e le mie gambe guarire da sole. E sto davvero tornando a casa come se niente fosse?

Concorso TTTRiky: partecipanteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora