Ci puoi giurare

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(POV'S FRED)

-E niente, mi ha detto che doveva andare... E se n'è andata. Finito.
George, che aveva capito sin dal viaggio in treno che qualcuno o qualcosa stava popolando asfissiante i miei pensieri, decise di farmi svuotare il sacco. Così gli raccontai di lei, dei suoi occhi, e di quanto mi fosse piaciuto il modo in cui non si voleva far abbindolare da me tre sere fa.
E lui mi rispose semplicemente:

-Wow
Solo wow? Davvero fratellino?
-Scusa ma... Perché non hai insistito? Perché non le sei corso dietro? Sarebbe stato da te, dico bene?
-L'ho fatto all'inizio, per dare il via alla conversazione. Non so perché non l'ho rifatto la seconda volta che "scappava"- gli risposi, imitando le virgolette con le dite. Poi continuai:
-Ho sentito... Che per il momento bastava così. Ma solo per il momento!- mi affrettai ad aggiungere -perché presto la rivedrò, e non le sarà così facile sfuggirmi!
Lui osservò la determinazione nei miei occhi, ed il ghigno convinto che mi brillava sul volto, quindi assunse un'espressione interrogativa e mi chiese:
-Come mai ci tieni tanto a rivederla? Non è che comincia a piacerti questa qui? Ti stai impegnando un po' troppo a trovarla per i miei gusti... Voglio dire, per i tuoi standard di impegno.
-Vedremo Georgie, vedremo. È solo che... Mi incuriosisce, capito? Non è una ragazza scontata. Può sembrarlo, ma basta notare alcuni particolari per capire... Che c'è qualcosa che non quadra in lei, qualcosa di misterioso, ma anche bello... Nessuno si è mai fermato a guardarla e per questo nessuno ci ha mai fatto caso, ma io l'ho vista bene, George. L'ho guardata negli occhi.
Annuì e si fece più serio. Così passai ad un argomento che ci riguardava entrambi, e urgeva di essere affrontato subito.
-Parlando di cose ben più importanti, tutto pronto per il lavoro di domani, brutta copia?
-Assolutamente sì- entrambi sorridemmo in modo malandrino, poi mi sedetti sul letto affianco a lui e ripassammo il piano per impossessarci della Pozione Invecchiante.

Il giorno in cui tutti si erano riuniti nella stanza del Calice di Fuoco, io e George facemmo la nostra entrata trionfale, con Lee dietro di noi che ci seguiva esultante e lo scroscio di applausi da parte di tutti i nostri compagni.
-Ragazzi, l'abbiamo presa- iniziai.
-Proprio sta mattina! - concluse il mio gemello.
-Cos'è che avreste preso voi due?- ci chiese Ron con un certo scetticismo.
George gli tirò un'occhiataccia, mentre io mi preparai subito a rispondergli per le rime.
-La pozione Invecchiante, naturalmente. Testa vuota.
-E non funzionerà, naturalmente! Teste vuote!- intervenne canzonatoria quella guasta feste della So Tutto Io Hermione Granger.
Fortunatamente per la ragazza, io e George non siamo due tipi permalosi, quindi ci scambiammo due occhiate d'intesa, sorridemmo e prendemmo posto vicino a lei, accovacciandoci sulle ginocchia per arrivare alla sua altezza da seduta.
-Ah, davvero?- le domandai, fingendomi deluso.
-E perché no, Granger?-
-Perché questa è una linea dell'età, che ha tracciato Silente in persona!
Ci rispose alzando le sopracciglia come per dire "Su, è ovvio che voi non siete all'altezza del vecchio, rinunciateci!"
-E allora?- alzai le sopracciglia dolcemente cosa che la fece spazientire ancora di più della domanda che le avevo posto. Non so come ho fatto a trattenere tutte le risate che avevo in corpo in quel preciso momento, quando lei iniziò a sbattere ripetutamente il suo libro sulle sue ginocchia come per evidenziare il fatto che il concetto fosse scontato.
-E allora?! Un mago come Silente non può farsi imbrogliare da un trucco patetico, scemo e balordo come la Pozione Invecchiante!
-Ah! Ma per questo è geniale.
-Perché è patetico, scemo e balordo!- concluse il mio gemello con un sorriso di vittoria uguale al mio.
Ci alzammo in piedi, scuotemmo le bottigliette rubate di nascosto dal laboratorio di Piton e ci preparammo ad un nuovo momento memorabile.
-Pronto, Fred?
-Pronto, George.
-Alla salute!- dicemmo insieme, prima di bere tutto il contenuto della boccetta in un unico sorso e lanciarla alle nostre spalle.
Sgranai gli occhi, li gettai per un secondo al cielo e, sicuro che Georgie mi avrebbe seguito a ruota, saltai all'interno del cerchio magico che circondava il calice.
Atterrammo contemporaneamente, senza alcuna reazione da parte dell'incantesimo di Silente, mentre
Una seconda ondata di applausi invase prepotentemente la sala, riempiendoci di soddisfazione ed esaltandoci ancor di più di quanto non lo fossimo già.
Diedi il cinque a George, girammo gongolanti attorno al Calice e ci preparammo per il secondo importante passaggio. Ormai era fatta, era praticamente fatta.
I bigliettini con il nostro nome scritto sopra entrarono senza provocare alcun che. Tutto normale. Un nuovo rumore di mani che battevano e io e George che festeggiavamo contentissimi, saltellando qua è là per il cerchio proprio come due bambini. Ci demmo un altro cinque, ma ecco che quel gran bastardo del calice si mise a fare mille baraonde, per poi scaraventarci all'istante lontano da esso e lasciandoci barba e baffi da settantenni per farci capire chi comandava.

T'insegnerò a sognareWhere stories live. Discover now