Inaspettato

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(POV'S RAPHINA)

Accidenti a te, papà, e a tutti i nostri stupidi segreti che dobbiamo portarci sempre appresso! Fred Indagherà sull'accaduto di quel pomeriggio, e di sicuro non posso permettere che venga a scoprire tutto... qualunque siano le sue intenzioni.

Si era dimostrato particolarmente... "disponibile" mentre stavamo parlando. Lo guardavo mezza confusa mentre scandiva le parole con le sue sottili labbra ipnotiche e nel frattempo si avvicinava sempre più pericolosamente a me. Ed io iniziai a tremare, sperando non se ne stesse accorgendo seppure fosse così poca la distanza tra noi due.

La cosa strana è che nonostante il suo comportamento fosse infantile, sbruffone, sfacciato e troppo ficcanaso... mi piacevano i suoi occhi mentre fissavano i miei. Mi piaceva la sua stupida insistenza e mi piaceva il modo in cui diceva le cose, con semplicità assoluta.

E poi aveva una voce che non avrei mai smesso di ascoltare. Il suo timbro era dolce e rincuorante... ma a cosa andavo a pensare? Si era comportato in modo decisamente impertinente e fastidioso con me. Sì, mi aveva dato fastidio... Anzi, non saprei dire se mi avesse dato più fastidio il suo comportamento fastidioso, o il fatto che quel comportamento fastidioso mi fosse piaciuto. Basta, dovevo distrarmi.

La stessa sera di quella giornata piovosa, tutta la scuola fu riunita, compresi gli alunni delle altre due scuole che stavamo ospitando per il torneo.

Silente ci ha chiesto di sederci e aspettare che venissero estratti i tre nomi dal calice, così presi posto in un angolo e cominciai ad osservare tutto senza che nessuno si accorgesse di me. Ma lui mi notò, e non poté fare a meno di non parlare.

-Raphina Moore?

Riconobbi il timbro di voce tagliente, quindi mi voltai e gli rivolsi un'occhiata scocciata.

-Che cavolo ci fai lì in disparte? Dovevi prendermi il posto davanti, era ovvio. Da qui non vedremo assolutamente niente.

-Scusami Draco, ma tu non me lo hai chiesto. Non potevo saperlo.

Mi spinse bruscamente via dalla panchina, costringendomi a lasciare il posto a lui e ai suoi amici deficienti.

-Avresti dovuto immaginarlo. Com'è che non ci arrivi da sola? Eh?

Risero tutti e quattro, mentre quell'oca di Pancy Parkinson faceva alzare uno dei due idioti e si sedeva comodamente attaccata a Malfoy.

Mandai gli occhi al cielo, appoggiandomi sull'angolo della stanza, ma quando ripresi a guardarmi intorno, notai Fred Weasley che aveva osservato tutta la scena sin da quando ero arrivata, e George insieme a lui. Posarono prima gli occhi su Draco, allibiti e disgustati, poi Fred mi rivolse uno sguardo dispiaciuto, come per chiedermi delle spiegazioni. Aggrottò le sopracciglia, ed io gli feci segno di no con la testa. Poi fu spinto dalla massa degli alunni e fu costretto anche lui a sedersi su di una panchina non molto distante da me, ma più lontana dal calice.

I nomi dei campioni erano: Cedric Diggory, Viktor Krum, Fleur Delacour e... con grande sorpresa di tutti, Harry Potter. Inutile iniziare a descrivere l'intensità con cui volavano gli insulti e i fischi da una parte all'altra della sala.

-Non li ha 17 anni! Quello sfigato ha imbrogliato! Non può partecipare!

-Ma non lo vedi che è chiaramente sconvolto da quando hanno estratto il suo nome? Magari qualcuno di più grande ha voluto fargli uno scherzo e ce lo ha messo dentro al posto suo.

Draco si alzò in piedi, scansò tutte le persone che si stavano alzando per andare via e mi si mise davanti.

-Qualcuno ti ha interpellato, Moore?

T'insegnerò a sognareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora