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I Jerico ci portano in una stanza appartata nel retro della discoteca, che per inciso ha ripreso la sua attività come se non fosse successo niente. É ovvio che scenette del genere qui sono all' ordine del giorno. Grazie a dio Noah ha rinfoderato la pistola, ma mi tiene per il gomito in un modo che definirei tutto tranne che delicato.  

Jakson Jerico, detto Jake, è molto più taciturno del fratello. È evidente che sono gemelli, sono la copia sputata l' uno dell' altro, ma caratterialmente sembrano agli antipodi. Noah è un chiacchierone, è bravo a parlare e ha un ironia particolare, che in qualche modo maschera la gelidità del suo sguardo e la fredda logica che lo muove.

Jake invece non fa niente per camuffare la sua aria pericolosa. Dev' essere Noah quello che gestisce gli affari, che tratta con la gente.  

La stanzetta è piccola, quasi intima. Al centro c' è un tavolo da poker consumato, delle seggiole che sembrano scomodissime e dozzine di mozziconi in terra.  

Noah mi spinge sulla sedia, Slade fa da solo ma guarda seccato Noah.

-Piantala di trattarla male, dove sono le tue maniere leggendarie?- gli butta lì sarcastico. Noah ha la fama di essere un playboy, ma gentiluomo. Ha la buona decenza di sembrare pentito, e mi accarezza la guancia. Trattengo un brivido di repulsione. 

-Hai ragione, Hummer, non c' è ragione di essere tanto scortesi. Questa adorabile ragazza ha la sola colpa di essere con te-. 

Fulmino Noah con un occhiata assassina.

-Neanche Slade ha colpe. L' unico torto che ti ha fatto è essere l' intermediario, dovrebbe esserci Oleg su questa fottuta sedia- puntualizzo. 

Noah ridacchia, si accarezza il mento. 

-Hai ragione, tesorino. Devo scusarmi per i miei modi, mi ha fatto incazzare vedervi provare a soffiarmi il campione sotto il naso, nel mio territorio. Ma è per questo che la risolviamo in modo civile, no? Se voi non foste solo gli intermediari, vi avrei già ammazzato- commenta leggero.

Jake sembra stufo dei convenevoli, perchè tira fuori fiches e carte. -Andiamo al sodo, fratello-. Inizia a smazzare.  

Noah sospira. -Sei così antisociale, Jake. Dopotutto stiamo giocando, no?-. Fa un sorriso sgradevole.

Nessuno qui sta giocando, dannato bastardo.

Grazie al cielo me la cavo bene a poker, ma la cosa non mi rende sicura. Sicuramente Slade gioca meglio di me. Basta,Vickie. Devo concentrarmi, pensare negativo è una cosa che non posso permettermi.

Jake in questa mano fa il mazziere. Sono seduta tra lui e Noah, Slade è di fronte a me e mi guarda negli occhi. Andrà tutto bene, lo rassicuro con lo sguardo. Non dobbiamo distrarci.

Ovviamente non si giocano soldi veri, ma Trevor, quindi le fiches hanno un valore puramente simbolico. I Jerico si rivelano subito dei mastini. Partono con puntate altissime, bluffano con la maestria di campioni e sembrano cogliere ogni cosa. Slade per fortuna non è da meno, ma anche io me la cavo. Non quanto loro tre, ma sono un ottima stratega. 

Capisco il punto debole di Noah Jerico dopo tre mani. Siamo a una specie di punto morto, le nostre vincite sono uguali e io e Slade rispondiamo colpo su colpo alle puntate più assurde, rischiando a volte di perdere o esser costretti a lasciare le carte. Guardo attentamente il Jerico più rilassato. Non ha tic, nè segni nervosi, non si tradisce minimamente. E' calcolatore e analitico, ma il suo problema è la presunzione. 

Lui è convinto di poterci battere, ed è questo a fotterlo. Non considera minimamente la validità dei suoi avversari. Semplice e pura presunzione di merda.  Assottiglio lo sguardo. E' forse l'unica cosa che posso sfruttare. Devo fingermi idiota e ingenua. 

Continuo ad aspettare, non giocando mai seriamente. Slade ogni tanto mi guarda accigliato, non capisce cosa sto facendo. Devo solo aspettare.... Cazzo. Ecco. 

-All- in- spingo tutte le mie fiches al centro del tavolo. Slade sgrana gli occhi. Fidati di me, ti prego. Noah sorride compiaciuto, Jake mostra i denti. 

-Signori, vedete o lasciate?- inarco un sopracciglio, sbruffona. 

Noah ridacchia. Ho i sudori freddi. Ti prego, ti prego, fa che vada bene. Se le mie intuizioni sono corrette, dovrei avere la mano più alta, ma Noah penserà a un bluff o a un semplice atto impulsivo. 

-Vedo- ringhia. 

-Vedo- lo imita Jake. 

Slade mi guarda attentamente. Ma non esita. -Vedo-.

Mi viene da piangere. Si fida ciecamente di me. 

Slade scopre le carte. Colore.

Jake ha una doppia coppia. 

Noah ha smesso di ghignare, ma l'aria compaciuta rimane. Le sue mani enormi mi sbattono davanti agli occhi un poker d'assi. 

Finalmente mi permetto un sorriso di sollievo. 

-Scala colore, Noah. Trevor è nostro-. 

Esclamazioni basite e irate sorgono all'istante da tutti e tre, Slade mi guarda con un ammirazione e un amore che mi leniscono l'ansia degli ultimi giorni. Jake sembra sul punto di staccarmi la testa, ma Slade mi si mette davanti e Noah blocca il fratello. Nei suoi begli occhi verde gelido c'è odio, ma anche rispetto. 

Mi stringe la mano. -Chi l'avrebbe mai detto. Dove ho sbagliato, tesoro?-

Sorrido appena. -Presunzione. Senza di quella, saresti un giocatore imbattibile-.

Noah sembra trovare la mia affermazione particolarmente divertente, perchè ride a lungo. Da a Slade una pacca sulla spalla. 

-Mantengo la parola, potete andarvene con Trevor-.

Si fa serio, ora guarda Slade dritto negli occhi. Sono alti uguali, noto. 

-Ma non fatevi mai più vedere nella mia zona, non garantisco niente. Il vostro amico Jaminson vi aspetta fuori-.

Mi bacia la mano. -E' stato un piacere, Vicktoria Haim. Ci riverdremo, magari-.

Spero vivamente di no. 

Non appena siamo fuori dalla vista e dalle orecchie dei Jerico, mi lancio tra le braccia di Slade, che mi stritola. Non servono parole. E' finita, è finito tutto. Siamo liberi. Mentre le nostre labbra si cercano, mi sfugge una lacrima di gioia. Mi aggrappo alla sua felpa, affondandoli le dita nella schiena muscolosa. Slade si stacca un po', mi asciuga la lacrima solitaria e mi fa il suo rarissimo e meraviglioso sorriso dolce. 

-Credo di amarti ancora più di prima, dopo stasera- mi mormora sulla guancia. Sorrido. 

-Ti sei fidato- replico, ancora un po' incredula per il totale abbadono che mi ha dimostrato. Ha messo sè stesso, me e noi interamente nelle mie mani, scegliendo di vedere. Se avesse lasciato avremmo dovuto fare un altra mano. 

-Mi fido più di te che di me stesso, piccola-.

Lo prendo per mano. -Andiamo a prendere Shay e leviamo il culo da qui. Oxford mi ha stancato-.

Lui sorride. -Sono d'accordo-. 

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