Cameron's Life - Parte Seconda

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Cameron e Ryan fecero una passeggiata sotto il cielo della sera fino a Manhattan Beach e parlarono a lungo, scoprendo molte cose l'uno sull'altro.

"Ci avrei scommesso che eri un modello" ridacchiò Cameron sedendosi su una panchina del molo, subito imitato dall'altro.

"Cosa te lo faceva pensare?" chiese spiccio e vagamente malizioso l'altro.

Quando Ryan parlava con lui, continuava a fissarlo, mettendolo un po' in imbarazzo; a parte questo, parlare con lui era bello. Era un tipo garbato, divertente, intelligente.

Un po' impacciato dalla domanda, Cameron borbottò guardando le assi del pavimento: "Beh, insomma, ti... Sembri tenerti molto in forma e tutto il resto, e il tuo aspetto é..." la voce si fece roca, e dovette schiarirsela: "E hai fatto qualcosa di particolare, di recente?"

"Pubblicità di biancheria" sorrise Ryan, seduto con disinvoltura un po' stravaccata contro la panchina; guardava Cameron come se si aspettasse la sua reazione, e intanto lo osservava. Gli piaceva molto il suo viso particolare, la corporatura asciutta e nervosa, la dolcezza innata mascherata da seriosità.

La prima reazione di Cameron fu di imbarazzo allibito; senza pensarci sollevò lo sguardo su Ryan sbattendo gli occhi una, due volte, prima di sforzarsi a dire qualcosa: "Ehm... Ah. Bian-biancheria..."

Doveva evitare di sbavare, non sarebbe stato carino; però era dura guardare Ryan, la linea perfetta del suo corpo, delle sue gambe, le curve dei suoi muscoli, ed evitare che il cervello tentasse in automatico di immaginarlo spogliato. Probabilmente, il tentativo di trattenersi non ebbe particolarmente successo perché Ryan si mise a ridere: "Sì. Tra non molto avrai il piacere di vedermi tappezzato dappertutto. Ci sarà una mia gigantografia anche a Times Square a New York."

"Uhm, che onore" riuscì a scherzare Cameron, distogliendo lo sguardo di nuovo e cercando di non pensare a quell'immagine eccitante.

"E tu? Che fai?" domandò Ryan per essere gentile.

Tasto dolente. Per qualche ragione, Cameron non aveva nessuna voglia di spiegare a Ryan che da più di un anno scriveva le battute per I rovi della luna. Fare colpo con una cosa del genere per lui sarebbe stata un'onta.

"Io sono... uno scrittore" ammise però, pacato: "Vorrei scrivere per il cinema, un giorno."

Stranamente, Ryan non replicò niente, si limitò ad osservare il suo interlocutore ancora. Non capendo il suo stato d'animo e non potendolo vedere, Cameron fu costretto a rivolgergli un'occhiata interrogativa; ma nel momento esatto in cui si voltò verso di lui, Ryan si avvicinò e prendendolo di sorpresa gli afferrò piano la nuca e lo baciò sulla bocca; un bacio poco più che a fior di labbra intenso, avvolgente, sexy, che lasciò Cameron di sasso. Quando riprese coscienza di sé, si tirò un poco indietro, guardando il ragazzo con mille domande bloccate in gola e il cuore che batteva.

Non aveva mai corso a quella velocità; con nessuno.

Ancora Ryan aveva il viso vicino al suo e lo guardava con occhi languidi. A bassa voce, gli sussurrò: "Abiti da solo?"

"Eh?" chiese Cameron istupidito.

Solo ora Ryan si tirò indietro, tornando in sé con un sorriso e appoggiando il gomito alla panchina: "Non è una domanda difficile."

"Scusa" rispose Cameron sincero, e franco rise debolmente: "È che finora mai nessun ragazzo mi aveva baciato in pubblico."

Ryan si guardò eloquentemente attorno, nel panorama deserto del molo, e commentò: "Beh, non definirei questo proprio in pubblico..."

I rovi della lunaWhere stories live. Discover now