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- Alfa, deve venire immediatamente - annuncia Nothrotita entrando nel mio ufficio, depressa come sempre, ormai mandano solo lei a chiamarmi o a svolgere compiti che Assir si può risparmiare. Hanno tutti paura di me, anche il beta e gli omega, la cosa non mi dispiace, ma si devono fidare di me, no temermi altrimenti sono inutili.

- Che succede? - chiedo scocciato alzandomi dalla scrivania, lasciando i rapporti delle spie che ho inviato a osservare i movimenti di Name, con chi parlasse, come la trattano, se c'è un lupo che gli rozzi intorno o cose del genere. Si sta comportando bene la mia lupacchiotta.

- Deve venire - sussurra, la seguo nell'atrio e gli omega stanno trattenendo con la forza uno del branco, che si ribella alla loro stretta decisa, ma appena mi scorge tra la folla che si è riunita, diventa rigido come una statua, mi piace l'effetto che faccio, mi fa sentire ancora più importante di quanto pensassi.

- Che succede qui? - chiedo autoritario - Ha rubato dei soldi dalla cassa del branco, il bottino e nella sacca, Jashae sta controllando che ci sia tutto, aveva anche questi documenti - dice Assir dandomi una cartella gialla.

L'apro e ci sono scritte delle indicazioni su come raggiungere il branco di mio cugino, rapire Name, stuprarla, mandarmi un riscatto, che io non avrei pagato, uccidermi appena avessi cercato di liberarla e come non sarebbe più servita, gli avrebbero dato fuoco viva.

Lo farò soffrire questo figlio di puttana, ma prima voglio vedere la disperazione nei suoi occhi prima di morire. - Portatelo nella sala riunioni - ordino lo portano via, ordino al branco di tornare a svolgere i compiti che stanno facendo prima di venire qui e vado anch'io nella sala.

Entro, supero il bastardo e mi siedo sul mio trono e lancio la cartella che aveva con sé ai suoi piedi la guarda e sbianca. - Cos'è? - domando anche se lo so benissimo, sono curioso di sapere cosa s'inventa.

- La cartella clinica di mia moglie - risponde, un leggero tremolio prende possesso del suo corpo e la sua fronte inizia a bagnarsi. Sento dei bisbigli provenire dalla porta serrata, nell'aria c'è un leggero odore, due bambini, faranno bene a osservare tutto.

- Bugiardo. Ci sono delle indicazioni per uccidere me e la mia compagna. Chi è il mandante? - - Nessuno -

- Chi è? - - Nessuno - - Chi è!? - urlo sbattendo la mano sul muro dietro di me creando un foro - Non lo so, mi ha promesso di diventare un'Alfa se vi avessi eliminati, ma non mi uccida non ho accettato il lavoro, non vi tradirei mai! -

- Perché hai rubato i soldi del branco? - chiedo apparentemente calmo - Ne avevo bisogno - - Per cosa? - - Non posso dirlo - - Per cosa!? - - Per finanziare un progetto, non so precisamente a cosa -

- Quindi hai rubato i soldi che servono  per mandare avanti la baracca, per finanziare un progetto che non conosci e stavi partecipando a un piano per assassinarmi. Sai cosa significa tutto ciò? -

- No, vi prego no! Ho due figli e una moglie, vi scongiuro non mi uccida! Farò tutto ciò che vuole, ma non mi tolga la vita -

- Uccidetelo - ordino gli omega si buttano sull'ibrido che sta piangendo e implorando ai miei piedi, non mi servono persone deboli nel mio branco.

In poco tempo del piagnucolone rimangono solo le ossa, che veranno incenerite e date alla famiglia. I due figli capiranno che non dovranno seguire l'esempio del padre, è stato un vero disonore per questo branco.

Esco dalla sala delle richieste e vado verso la mia stanza. La casa è più scura e fredda del solito, ma mi rispecchia, mi fermo davanti alla porta di Name e come ogni volta che passo qui. La apro sperando che lei sia qui, che la stanza sia luminosa come lei, invece è vuota scura e polverosa.

Serro la porta e entro in camera mia, mi siedo sulla poltrona e con uno schiocco delle dita e nel camino prende vita un'intensa fiamma verde. Riempio il mio bicchiere di cristallo, con la prima bottiglia di alcool che trovo, non m'importa cos'è, l'importante è bere.

Finalmente dopo molti anni, la Luna mi manda qualcuno e io che faccio la mando via, sono un'idiota dovrei essere io quello morto sbranato, mi odio.

- Figliolo cos'è tutto questo disprezzo verso te stesso? - domanda mio padre nell'angolo più buio, di lui si vedono soltanto i suoi due iceberg.

- Vattene - ringhio per poi buttare giù tutto il contenuto, sento la gola che brucia, ma non m'interessa e mi riempio un altro bicchiere e lo svuoto di nuovo.

- Ma sono qui per aiutarti, per allievare i tuoi dolori - dice facendosi avanti e girandomi intorno per poi sedersi di fronte a me - Da quanto fai il comico? Tu ami torturare tutte le persone che ti stanno intorno -
- Vero, ma sei sempre mio figlio, tua madre mi ucciderebbe se non ti aiutassi, me l'ha fatto promettere e sai se faccio una promessa la mantengo -

- Si, ma te la giochi come ti conviene - - Ti ho insegnato proprio bene, oggi hai fatto uccidere uno dei tuoi con i figli di tre e sei anni che spiavano da dietro la porta e non hai avuto pietà. Sono fiero di te - - Dov'è l'inganno? -

- Perché lo dici? Per caso non ti fidi? - - Sei il Diavolo perché dovrei? - - Devi eliminare la tua donna - dice improvvisamente serio - Vattene - ringhio, l'ho già uccisa emotivamente, non la ucciderò preferisco morire io!

- Ma come? La mia è una bellissima proposta non essendo più in questo mondo, non soffrirà -
- Sono cresciuto, non mi tieni più impugno come quando ero giovane e deficiente - - Se non lo farai tu lo farò io -

- No! - urlo saltandogli addosso e stringendogli il collo, un suo scatto di ira mi fa volare incontro al muro forandolo.

- Idiota stai cercando di uccidere Belzebù? Sono immortale! Solo quello lassù potrebbe eliminarmi. Sei mio figlio, ma non puoi niente contro di me! Ti lascerò godere la tua donna ancora per un po'. Sei debole, sembri una testuggine! - urla e scompare.

Angolo autrice
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Wolf- Crudele come PochiWo Geschichten leben. Entdecke jetzt