Capitolo ventitré.

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Giorno 2
Le cose non potrebbero andare peggio di così.
Stamattina Luke si è svegliato prima di me, questo significa che il bagno è un macello!
Gli costava tanto rimanere tutto in ordine? O almeno provarci?
Sono le due passate quando finisco di mettere tutto al suo posto, e di Luke non c'è traccia.
Vorrei capire dove se ne va ogni volta.

Verso le cinque del pomeriggio, eccolo che rientra come se nulla fosse. Si siede sul suo letto e io sul mio. È davvero straziante questo silenzio, così, provo a proferire parola.

"Posso farti una domanda?"
Chiedo sicura di me.

"No" risponde girandosi dal lato opposto al mio.

"Dov'è che vai ogni mattina?"
Proseguo lo stesso.

"Non te lo dico, altrimenti mi segui."
Dice voltandosi per un attimo.

"Hai proprio ragione, quello a cui aspiro nella mia vita è seguirti per stare sempre con te!"
Dico ironica facendolo sbuffare.

"Se proprio vuoi saperlo mi faccio una passeggiata per il bosco, tutto qui. È noioso dover restare qui 24h su 24. Non abbiamo nulla da fare e noi due non ci parliamo."
Spiega girandosi definitivamente verso di me.

"Adesso stiamo parlando."
Gli faccio notare.

"Solo perché dovevo spiegarti questa cosa.
Da ora non ti parlo più."
Ammette. Sembra un bambino.

"Okay come vuoi."
Sorrido compiaciuta, perché la situazione mi fa solo ridere onestamente.

"Ho usato il tuo spazzolino per pulire il water stamattina."
Dico dopo vari minuti.

"TU COSA?"
Sbraita contro di me.

"Scherzavo! Ma hai visto? Mi hai parlato di nuovo!"
Dico incrociando le braccia.

"Sei davvero...insopportabile!
Io esco di nuovo!"
Dice per poi riuscire.

"Che noia che sei!"
Alzo gli occhi al cielo per poi buttarmi sul letto.
Luke fa per andarsene ma poi si volta per rientrare.

"Che fai?"
Chiedo perplessa.

"Se me ne vado ti faccio solo un piacere, non credi?"

"Tu si che sai come vendicarti, Luke." Dico fingendo di piangere.
Mi giro dal lato opposto del mio letto per non guardarlo, e lui fa lo stesso.
È tutto così silenzioso che riesco a sentire i miei pensieri, e forse anche quelli di Luke.

"Luke"
Dico abbastanza forte da farmi sentire.
Nessuna risposta.

"Ho fame"
Continuo, perché so che mi sta ascoltando.

Sbuffa senza rispondere.

"Ho fame"
Ripeto.
Silenzio.

"Ho fame"

"Ho capito!" Urla alzandosi di scatto.

"E ora dove vai?"
Chiedo mettendomi a sedere.

"Non avevi fame?"
Chiede guardandomi.

"Ah sì! Che cosa mi prepari?"
Chiedo con gli occhi a cuoricino.

"Mi hai preso per il tuo chef personale? Ti sto solo prendendo quello che ti serve dato che si trova negli scaffali in alto."
Risponde come se fosse ovvio.

"Potevo farlo da sola, sono alta io!" Dico alzandomi.

"Ma se sei una nana da giardino!"
Ride da solo.

"Una nana da giardino che ti ha battuto parecchie volte!"
Mi avvicino a lui.

"Allora prenditele da sola le cose dagli scaffali."
Dice per poi sedersi sul suo letto.

Inizio a prendere ciò che mi serve dagli scaffali, facendo notare a Luke che ci arrivo benissimo.
Ma quando arriva il momento di prendere i piatti, mi accorgo che sono su uno scaffale molto più in alto degli altri. Non ci arrivo nemmeno con una scala ma, non ho intenzione di chiedere aiuto.
Cerco di sforzarmi per raggiungerlo ma qualcuno mi precede. La mia schiena aderisce perfettamente al petto di Luke.
Mi passa il piatto per poi sussurrare al mio orecchio:
"Non devi sfidarmi nana da giardino."

Almost LoveWhere stories live. Discover now