Ventiquattro

149 29 11
                                    


Zeus aveva avuto appena il tempo di farsi una doccia, quando Hermes tornò con Eros come gli aveva chiesto e con l'aggiunta di Afrodite.

Era sempre la stessa e non sarebbe mai cambiata, la sua bellezza lo folgorò nonostante tutto, eppure sentì un brivido di preoccupazione pervaderlo, perché Afrodite era paragonabile a lui quando si arrabbiata, era capace di cose indicibili e lui da una parte, la temeva, per quel suo carattere.

Sapevano entrambi però, che tra i due chi l'avrebbe spuntata sarebbe stato lui, a meno che lei adesso non fosse troppo furiosa per ascoltarlo.

Era chiaro comunque, che lei non avesse capito che colui che voleva difendere, non era il suo Eros.
Il suo adorato bambino, colui che aveva dato alla luce.
"Lo avrebbe ucciso, se avesse scoperto ciò che gli aveva fatto".

E con Afrodite quasi mai nessuno scherzava, non quando si trattava di suo figlio, sarebbe stata capace di qualunque cosa per lui e nessuno lo metteva in dubbio, tanto meno lui.

Hermes fece un inchino e andò via.
Afrodite non s'inchinò neppure e questo le fece guadagnare un'occhiataccia da parte sua, lei però non si scompose.

Eros dal canto suo s'inginocchiò.
Non tanto per chi lui fosse, ma quanto per chi lui rappresentasse, colui che gli aveva dato la 'vita', in fin dei conti, una vita senza bellezza non era vita.

Afrodite si voltò verso il figlio e poi guardò lui  «Che diavolo hai fatto a mio figlio?» chiese lei furente.
Il tono di voce più alto di un'ottava, ma ciò non impedì ai suoi timpani di vibrare, quando gridava era capace di rompere i vetri, aveva una bella voce, ma diventava estremamente pericolosa quando era arrabbiata e adesso era davvero fuori di sé «Che diavolo d'incantesimo gli hai scagliato addosso?» scosse il capo facendo un gesto di nonchalance con la mano «Anzi, non m'interessa, voglio solo riavere il mio bambino, quindi o rimedi a ciò che hai fatto o ti assicuro Zeus, che te la farò pagare cara e sai bene quanto poco ti convenga inimicarti la sottoscritta» disse seria fissandolo in tono calmo, ma era chiaramente una minaccia, una minaccia che lui non gradì affatto.

«Come osi sfidarmi?» tuonò lui alzando il tono di voce.

Il nuovo Eros, rabbrividì visibilmente
Afrodite invece non fece una piega, era da lei sfidarlo in quel modo apertamente.

«Non ti sto sfidando! Rivoglio solo mio figlio e sai che sono capace di qualunque cosa, se non lo fai tornare come prima» disse lei furibonda.

Lui la fissò intensamente «Credo proprio che devo ricordarti chi comanda» affermò irritandosi per il comportamento della dea, era ora che lei facesse esattamente come facevano tutti gli altri e che si rivolgesse a lui come avrebbe dovuto, per tutta risposta lei alzò le sopracciglia.

«Nike?» disse e lei arrivò in un attimo "Un eccellente dea" pensò tra sé e sé "Un giorno l'avrebbe ricompensata dandole ciò che lei desiderava di più".

Afrodite lo guardò confusa per un minuto che sembrò eterno «Porta Afrodite a vedere i sotterranei e a fare un po' di compagnia agli altri prigionieri» disse seccamente e lei lo fulminò sdegnata per quelle parole.

Nike le si scagliò addosso, ma lei non si lasciò acciuffare «Eros, andiamo» disse in tono secco.

Il nuovo Eros non sapeva bene che fare, ma quando vide Afrodite volare via la seguì, con Nike al seguito.

«Te la farò pagare Zeus» urlò Afrodite furiosa contro di lui.

Lui sorrise avrebbe proprio voluto vedere se ci sarebbe riuscita, peccato che quella sua minaccia non gli avesse fatto nessun effetto.

1 - Le Guardiane -                                                        AtropoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora