Intervista a Charles Novak

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Nello studio televisivo faceva caldo. I faretti emettevano luce da ogni angolo.

Era abituato ai raggi solari più cocenti del deserto e a quelli dell'alta montagna, ma non reggeva bene le luci dello studio.

Charles Novak era un avventuriero, un biologo, un esploratore e tanto altro.

Aveva fatto di tutto nella sua vita ed aveva accumulato un'enorme quantità di competenze.

Ed ora, volevano intervistarlo.

-due minuti signor Novak!-

Rob Terrier: -Abbiamo qui con noi, Charles Novak! Esploratore, biologo, etologo, pilota... E la lista continua! Ma quante cose ha fatto?-

Charles: -Ma non lo so, da quel che hai letto, pare davvero tante cose! -

Il pubblico rise. Charles non si prendeva mai sul serio, il viso ormai scavato dalle rughe mostrava sempre uno splendido sorriso.

Rob: - quale è stato il tuo ultimo viaggio? -

Charles: - sono tornato dall'Hymalaya qualche giorno fa. Ho partecipato ad una spedizione per lo studio sulle variazioni della percentuale di ossigeno ad elevate altitudini. Insomma roba scientifica. -

Rob: - capisco, come è stato ritornare lassù?

Charles: - pace, una grande pace. Ma puoi godere di questa pace solo quando non la vivi sempre. E' come mangiare un cioccolatino, se li mangi sempre, tutti i giorni, ad ogni pasto, ad un certo punto stancano.

Rob: - pace, oggi è una parola di cui abbiamo davvero molto bisogno, cosa pensi sia la pace Charles? Posso darti del tu?-

Charles: -Certo Rob! Pace. Pace è una parola dal grande significato. La puoi abbinare alla pace dei sensi, alla pace eterna, alla pace dopo una litigata. Insomma, ha tante sfaccettature. Per pace io intendo un'equilibrio sopra la follia, come dice quella famosa canzone... La vita è folle Rob, e non solo in senso malvagio, anzi!

Girando per il mondo ho potuto assistere a bellezze da togliere il fiato. Emozioni così forti da farti desiderare che non smettessero mai... E quando finivano ti lasciavano una frustrazione addosso che non ti dico Rob... E dopo la frustrazione, ricercavo la pace. Qui il discorso è sempre lo stesso, è quasi retorico Rob e non più originale.

Le cose non durano per sempre, siamo in una continua variazione, ma non c'è bisogno che alcune cose arrivino ai loro estremi. Insomma le discussioni, i litigi, arrabbiarsi, guardarsi in cagnesco sono sufficienti manifestazioni di non-pace da cui poi partire per farla questa benedetta pace. Ma molti uomini vanno ben oltre, rendendo la pace impossibile, rompendo questo magico equilibrio che la vita ci offre: uccidono, violentano, danneggiano, mutilano e tanti altri orrori.

Pace quindi, è, per me, perché io parlo sempre per me, la capacità di rifornirsi a piene mani dalla propria umanità.

Rob:- Come non condividere? Ora invece abbiamo sullo schermo alcune tue tavole disegnate a mano. Prima avevo dimenticato di dire che sei anche disegnatore! Sono dei paesaggi meravigliosi Charles, cosa ritraggono?

Charles:- questo è l'ingresso di un villaggio Nepalese, Jagat. Bellissimo e molto spartano. Le persone erano splendide. Un villaggio senza strada asfaltata, qualche carovana di asini che passa ogni tanto per portare qualche turista, su, verso l'Himalaya. Rimango sempre stupito di quanto sia facile essere felici. Ci basta davvero poco.

Rob:- hai ragione Charles. Chiusi nelle nostre città perdiamo il senso delle cose. Ci farebbe bene ogni tanto, vivere e vedere altre realtà.

Charles:- non credo sia necessario uscire troppo dai propri confini, può essere piacevole, ma non è necessario per riconoscere le bellezze che abbiamo attorno.

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