Capitolo due

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Emily
Il professore inizia la lezione ma io non riesco a seguire perché i suoi occhi azzurri e i suoi capelli neri sembrano riportarmi alla mente delle immagini che ahimé non riesco a identificare poiché sono poco nitide al momento.

"Signorina Clarke, mi sa dire qual è la differenza tra psicologia del passato e quella del presente?". I suoi occhi mi scrutano e sembrano arrabbiati.

Ma posso sapere che cosa ho fatto per farlo arrabbiare così tanto?!

"Ecco... Ero distratta, mi dispiace". Ammetto dopo aver tentato di trovare una risposta soddisfacente.

Lui si avvicina e poggia le mani sul mio banco, il suo viso e così vicino che riesco a vedere ogni dettaglio del suo volto come la cicatrice vicino l'occhio destro, le pagliuzze verdi nell'immenso del suo azzurro e la piccola ruga che segna la sua fronte.

"Prima arriva in ritardo alla lezione e poi non ascolta. È sicura di voler continuare il college?" . Mi conosce da pochi minuti e osa trattarmi in modo così scortese solo perché sono arrivata in ritardo alla sua stupida lezione.

Non posso fare a meno di pensare alla povera ragazza che gli starà accanto, si porterà dietro un peso enorme.

"Sono molto sicura e lei non dovrebbe arrabbiarsi con me per questi due errori ma dovrebbe andare oltre". Lui sorride e vedo spuntare delle dolci fossette sul suo volto.

Ma in questo college sono tutti con le fossette?

"Signorina Clarke, mi creda non sono arrabbiato con lei per questi due errori". Sussurra con voce roca a pochi centimetri dal mio viso e ho la sensazione di averla già sentita.

"Perché è arrabbiato?". Mormoro intimorita dal suo ipnotico sguardo.

"Il fatto che lei mi ponga questa domanda mi fa arrabbiare ancora di più". Detto questo si allontana infilando le mani in tasca e continuando a guardarmi.

"Ma...". Cerco di ribattere ma alza il dito bloccandomi.

"Ho una lezione da continuare. Stavo dicendo...".

Finalmente la lezione è finita e tutti sono usciti dall'aula ma io, come al solito, sono l'ultima.

"Emily". Il professore mi chiama ed io mi blocco vicino la porta dell'aula con la sensazione che questa voce mi sembra di averla sentita in precedenza.

Scuoto la testa scacciando queste sensazioni con la certezza di stare per impazzire.

"Sì professore...?". Cerco di ricordare il suo nome ma mi rendo conto di non conoscere l'identità di questo individuo.

Vedo un piccolo ghigno malefico sul suo volto e con fare sospettoso si avvicina a me. "Non sai il mio nome giusto?". Continua a sussurrare​ facendomi rabbrividire.

"No. Sono arrivata tardi e non ho assistito alle presentazioni". Ammetto scrollando le spalle e spostandomi una ciocca di capelli che mi è sfuggita dalla coda.

"Il mio cognome è Hunt".

"E il suo nome?". Insisto volendo più informazioni su di lui.

Gli ingredienti per uno sbaglio perfettoTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang