1- Della vita e della morte

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Digli questo, insieme al più e al meno degli eventi qui succeduti... Il resto è silenzio.

-Amleto, atto 5, scena 2

Shion richiuse il libro. Poteva udire il suono della pioggia provenire dall'esterno.

  La stanza sotterranea riusciva a tagliare fuori dalle sue pareti la maggior parte dei suoni che giungevano dal mondo esterno, ma per una qualche ragione, il suono del vento e della pioggia non fallivano mai di trovare la propria strada attraverso i muri. Un topino si arrampicò sul suo ginocchio. Mosse i baffetti e strofinò insieme le zampine come per fare una richiesta.

  "Vuoi che ti legga questo libro?"

Cheep.

"Ti piacciono davvero tanto le tragedie. Non vorresti scegliere qualcosa di più divertente?"

  Il topolino guardò Shion e sbatté gli occhi color uva. Shion si sistemò meglio sulla sedia e incrociò le gambe con ancora il topo sulle sue ginocchia.

  Quella sedia doveva essere stata un pezzo raffinato di arredamento un tempo. Era evidente dalla struttura robusta e dalle delicate decorazioni incise sul dorso. Ma ormai era vecchia e logora; il colore era scrostato in vari punti, l'imbottitura era sbiadita al punto da non poterne stabilirne con certezza l'antico colore. Ma anche così, era uno dei pochi pezzi di arredo presenti nella stanza. Una settimana prima Shion l'aveva disseppellita da sotto la montagna di libri che ricopriva due terzi del pavimento della stanza.

  "Se li sistemassi potresti trovarci un tesoro ancora più grande qui sotto" Shion voleva sembrare serio ma Nezumi lo derise.

  "Perché non ti preoccupi di mettere su un po' di forza prima di pensare a stupidaggini come questa? Sei un signorino che probabilmente non ha mai fatto uno sforzo fisico da quando è nato. Guarda quanto sei magro e pallido"

  "Ero l'incaricato delle pulizie del Parco. Facevo lavori fisici per tutto il tempo"

  Le spalle di Nezumi si incurvarono. La voce era permeata di disprezzo.

  "Le pulizie? Pulire viene contato un lavoro fisico in No.6? Il tuo lavoro consisteva solo nell'attivare dei robot che si occupavano delle pulizie e della manutenzione al posto tuo. Lavoro fisico, caro moccioso..."

  Nezumi afferrò il braccio di Shion e affondò le dita così forte da farlo sobbalzare. Le dita di Nezumi, sottili a prima vista, avevano una presa sorprendentemente forte.

  "...è usare queste braccia, le tue gambe e metterci la tua schiena. Significa usare il tuo stesso corpo, ricordatelo"

  Ormai Shion non si lasciava più turbare dai modi sarcastici e pungenti di Nezumi. Riconosceva che la sua durezza e il suo cinismo celavano spesso una verità con cui non poteva evitare di trovarsi d'accordo e la maggior parte delle volte ne usciva più convinto che offeso. Era vero che il suo lavoro in No.6 si limitava solo a premere alcuni pulsanti su di un pannello di controllo. Non aveva mai sperimentato il tipo di fatica che faceva scricchiolare il proprio corpo sotto il peso. Non aveva esperienza di cosa significasse ritrovarsi completamente madido di sudore, di avere la pelle delle mani piena di tagli e vesciche, di sentire i propri muscoli dolenti dalla stanchezza, di essere tormentato da una fame insopportabile e del piacere di abbandonarsi ad un sonno confortevole dopo una dura giornata di lavoro.

  Non lo aveva sperimentato nemmeno una volta.

  "Ecco perché voglio farlo" disse Shion determinato, indicando la montagna di libri che era ammucchiata per tutta la stanza "Li organizzerò, li sistemerò per genere. E li metterò ordinatamente negli scaffali. Se non è lavoro fisico quello, allora non so cosa sia"

No.6  Volume 2-ITAWhere stories live. Discover now