Capitolo 23

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Il sabato la pizzeria è sempre piena, ma questa sera è veramente gremita e come se non bastasse ci sono anche molti ordini per le consegne a domicilio.

Mentre sono al tavolo 15 a prendere l'ordinazione, noto una sagoma familiare entrare velocemente in cucina.

Ci vado anche io per depositare la comanda e non riesco a trattenere un sorriso quando vedo Chris di spalle che si allaccia un grembiule.

Cercando di mantenere la calma leggo l'ordine ad alta voce e passo il foglietto all'aiuto cuoco.

Prima di tornare in sala mi giro a guardare Chris. Lui alza la testa per un secondo e mi fa l'occhiolino.

Mi distraggo e vengo colpita dalla porta basculante che separa la cucina dalla sala e cado a terra.

Subito Christian viene ad aiutarmi e se la prende con la persona che mi ha travolta.

Il povero fattorino si scusa un milione di volte e altrettante volte lo rassicuro che non mi sono fatta niente.

"Davvero Mohamed, sto bene. Sono rimasta troppo tempo dietro la porta, non potevi sapere che ero lì. Tu piuttosto come stai? Ho saputo che giovedì non sei venuto a lavoro" gli parlo con gentilezza mentre mi sistemo la coda di cavallo.

"Io? Chi ti ha detto questa cosa? Io vengo sempre a lavoro, anche con la febbre, lo sai" si difende.

Mi giro di scatto a guardare Christian che fa spallucce e se ne esce dalla cucina sgattaiolando come un ladro.

"Avrò capito male" liquido Mohamed e mi fiondo dietro a Christian che si trova al bancone del bar.

Lui sta riempiendo il frigorifero con le bibite in lattina e io mi metto accanto a lui a lavare dei bicchieri, nel piccolo lavandino fi metallo.
Senza interrompere il mio lavoro mi rivolgo a lui.

"Perché hai mentito giovedì sera?"

Lo guardo sottocchio e resto incantata dai suoi lineamenti, messi in evidenza dalle luci al neon del frigo.

Lui sbatte lo sportello e mi guarda con occhi furbi da folletto e il suo sorriso malizioso.

"Cosa avrei dovuto dire? Che volevo sapere con chi eri? " mi domanda passando dietro di me. Lo spazio è stretto ma il suo corpo indugia fin troppo a lungo contro il mio.

Non me ne lamento affatto.

Lo scruto allontanarsi e salutare un gruppo di ragazzi della nostra età. È stupendo quando ride e anche con il grembiule da cameriere è il ragazzo più sexy che io abbia mai visto.

Il suono del campanello mi avvisa che un ordine è pronto, così mi metto all'opera e smetto di fantasticare.

••••

Guardo l'orologio. Come sospettavo si è fatto più tardi del solito.

Sono le due di notte e questo spiega la mia stanchezza.

Entro nello spogliatoio del personale e trovo Christian senza maglietta, appoggiato al lavandino.

L'acqua gli gronda dai capelli, scorrendogli sul viso e poi sul petto nudo, ricoperto di inchiostro, ornato da una catenina d'oro.

Guarda la mia immagine riflessa nel piccolo specchio appeso alla parete.

"Stanco?" gli domando sfilandomi la maglia Staff, rimanendo con il reggiseno sportivo, che sembra quasi un top.

Mi avvicino al lavabo perché ho assolutamente bisogno di rinfrescarmi la faccia.

Christian mi fa spazio e così mi sciacquo il viso con acqua gelata.

C+C. Truly. Madly. Deeply.Where stories live. Discover now