Capitolo 7

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Meanwhile in the real world...

Normalmente Mike Shinoda tendeva all'odiare il non fare niente. Molly diceva che probabilmente quella sua caratteristica derivava da una qualche strana forma di iperattività demoniaca, ma ovviamente Mike, in qualità di saggio fratello maggiore, non aveva mai dato retta a quel mucchio di cavolate. Si considerava semplicemente una persona che non sopportava l'ozio, tutto qui. Era per questo che, per lui, perdere il lavoro era stato un trauma. Non che ci fosse granché da fare, al Dark Side Of The Moon, parliamoci chiaro (anche e soprattuto perché in quel dannato negozio non si vedeva mai un'anima), ma almeno c'era sempre qualche pila di cd da sistemare e qualche maglietta da piegare.
A casa invece non c'era mai niente da fare. Niente di niente... perché andiamo, di sicuro non si sarebbe messo a riordinare casa sua: era una cosa semplicemente immorale... in effetti non aveva controllato, ma era più che sicuro che andasse contro almeno un paio dei suoi principi, e Mike ci teneva ai suoi principi. Ragion per cui, nel pomeriggio di Giovedì 18 Novembre, se ne stava mortalmente annoiato sulla sua poltrona, con le gambe sullo schienale e la testa in giù. Come se un po' di sangue in più nel cervello avesse potuto migliorare la situazione.

-Chester, mi annoio.- ripeté per l'ennesima volta.

-Non è un fottutissimo problema mio.- rispose Chester.

Era seduto per terra, con la schiena appoggiata al fianco della poltrona, e stava messaggiando. Era da tutto il pomeriggio che andava avanti, e a Mike cominciava a dare fastidio. Si sentiva ignorato.

-Che ore sono?- chiese.

-E io che cazzo ne so?-

-Bo', hai il cellulare in mano.-

-Fanculo. Sei troppo sveglio.- borbottò Chester.

-E tu sei troppo volgare.- rispose Mike –Che ore sono?-

-Meno dieci alle quattro. E non sono troppo volgare. Proprio per un cazzo.-

-Sì che lo sei. Poi mia sorella impara.-

-Francamente credo che tua sorella potrebbe insegnarmi qualcosa.-

Chester ridacchiò, mentre ancora guardava il telefono, e Mike tolse le gambe dallo schienale e cercò di rimettersi dritto, per tentare di capire con chi cavolo si stesse scrivendo.

-Con chi messaggi?- domandò con la testa che ancora girava un po'.

Mettersi a testa in giù non era stata una grande idea.

-Mike, comprati la macchinetta.-

-Quale macchinetta?-

-Quella per farti i cazzi tuoi.-

-Che palle...- sbuffò Mike mentre affondava la schiena nella poltrona.

-Non dire parolacce, che poi tua sorella le impara.-

Mike chiuse gli occhi e sospirò. Odiava quando Chester gli faceva il verso.

-E tu cagami allora. Mi annoio.- disse.

-Ho capito che ti annoi, ma che cazzo vuoi da me?-

-Non lo so.- ammise Mike –Metti giù quel maledetto cellulare e facciamo qualcosa.-

-L'ultima volta che...- iniziò Chester.

-Sì, sì...- lo interruppe –Con l'ultima persona che ti ha detto qualcosa del genere ci sei andato a letto. Lo so, grazie, risparmiami i dettagli. Ti conosco troppo bene per non immaginarmeli. Dio, avrò gli incubi 'sta notte...-

-Io sarei un incubo?-

-Lo sai che non intendevo quello.-

Mike si alzò in piedi e fece il giro attorno alla poltrona un paio di volte, facendo passi brevi e ben contati in modo che per ogni giro ce ne fossero un numero pari, perché aveva anche lui le sue piccole ossessioni. E quando aveva il bisogno impellente di fare qualcosa peggioravano.

Bennoda's Investigations & Co.~Hybrid Theory caseOù les histoires vivent. Découvrez maintenant