Capitolo 31 - Promesse di vendetta

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Non riesco a quantificare il tempo che passa, ma so che Lucifero è ancora accanto a me perché sento il suo corpo emanare calore. Riesco a sentire il suo respiro pesante, affaticato dalla perdita di sangue che gli ho causato.
Ho provato ad aprire gli occhi, ma non ci sono riuscita, quindi faccio affidamento sugli altri sensi. Cameron è rimasto qui con noi fino ad adesso con una mano nella mia, accarezzandomi i capelli con l'altra e sussurrando parole confortanti nel mio orecchio. -Torno tra poco Paris, vado a fare una doccia.- Non che io possa fare chissà cosa in realtà.
Mi stringe la mano e poi si alza, uscendo dalla camera e chiude la porta. Dopo quelli che penso siano cinque minuti la voce debole e calda di Lucifero si insinua nelle mie orecchie, insieme al suo profumo di arance e arance.
-Paris... che cosa sto facendo?-
Mmm?!
-Che cosa mi stai facendo? Da quando sei arrivata qui hai scombussolato il mio mondo, il mio modo di vivere. Mi hai incasinato la testa... Perché continuo a volerti accanto a me ogni minuto che passa? E sopra ogni cosa non capisco perché ti voglio così tanto.-
Credo che Lucifero abbia perso completamente la testa. Sta straparlando e quello che dice mi confonde. La perdita di sangue deve averlo indebolito talmente tanto che deve avere le allucinazioni. O forse pensa che per il fatto che mi trovo in questa condizione io non possa replicare in nessun modo e così lui può sfogare i suoi bisogni direttamente contro il suo bersaglio. E poi non è lui quello sicuro di sé e arrogante come non mai?
Il letto sprofonda ancora e diventa sempre più caldo, segno che si è avvicinato a me. La sua mano traccia il contorno del mio viso fino a fermarsi sulle labbra. Con il pollice ne traccia il contorno, ma non posso reagire in nessun modo. Potrebbe fare di me ciò che vuole in questo momento, visto che il mio corpo non ne vuole sapere di risvegliarsi dal torpore in cui è immerso. Non so cosa voglia fare, ma sono spaventata, completamente in balìa dei suoi possibili istinti. Lucifero non è certo volubile, sa cosa vuole e se trova un'occasione la sfrutta a suo vantaggio. Dentro di me cresce lo stupore quando sento la sua bocca sulla fronte, il respiro accelerato e poi il vuoto. È sparito.
I suoi passi sono talmente silenziosi che non mi accorgo che è tornato accanto a me finchè il tessuto che mi copre non viene tolto e qualcosa di caldo e morbido preme sul mio petto, in mezzo ai seni. Dentro di me c'è una miriade di emozioni e sensazioni sconvolgenti. Pensavo che alla fine avesse ceduto al suo istinto per fare di me ciò che più gli aggradava. Stupore, sdegno, rabbia, gioia... è tutto un miscuglio soffocante che mi infastidisce e basta. Voglio solo capire le sue vere intenzioni.
Mi aspettavo dolore nel punto in cui è stato appoggiato quello che si suppone sia un asciugamano impregnato d'acqua, invece niente, solo calore. Con gesti lenti, perfetti e metodici mi pulisce da tutto il sangue incrostato. Si ferma un attimo per sciacquare l'asciugamano e poi il silenzio. Non c'è più nessun rumore, come se fosse sparito, ma sento il suo sguardo bruciare su di me.
Mi rendo improvvisamente conto di essere sdraiata mezza nuda con il seno in bella vista. Che vergogna. Se potessi arrossire lo farei, ma le mie funzioni vitali, a parte il cuore che batte ancora debolmente e il respiro lento, sono momentaneamente sospese. Quanto vorrei prenderlo a schiaffi.
Sussulto interiormente quando i miei pantaloni di pelle vengono tagliati e fatti cadere da qualche parte. Scommetto che Lucifero aspettava da tanto questo momento.
-Come ti hanno ridotta piccolo corvo?- La sua voce è arrochita e debole, ma è arrabbiato, molto arrabbiato e non posso fare niente per calmarlo. Ma quando mi riprenderò può stare certo che Megan soffrirà come ho sofferto io. Devo solo escogitare qualcosa, trovare un modo.
Lucifero si siede nuovamente accanto a me e pulisce anche le gambe, con estrema gentilezza. Non mi aspettavo niente del genere da lui... saperlo così gentile nei miei confronti mi lascia estremamente perplessa e capace di pensare in modo razionale. Non ha fatto niente di disdicevole o inappropriato, ha solo pensato al mio benessere. E da adesso in poi con che occhi guarderò il Re degli Inferi che si è preso cura di me con tanta gentilezza e pazienza?
Quando finisce si alza e apre le ante dell'armadio, che cigolano leggermente e tira fuori qualcosa. Lo sento borbottare sottovoce. -Per carità. Prima o poi una di voi ragazze dovrà spiegarmi come un semplice paio di mutande possano far impazzire un uomo.-
No, parliamone. Io sono qui, cosciente all'ennesima potenza, anche se non lo sa e lui parla di mutande come se niente fosse. Quanto è stupido. Ritiro i miei discorsi mentali sul fatto che avrei potuto guardarlo con occhi diversi.
Butta sul letto qualcosa e rimane zitto per un po'. Spero non si sia imbambolato a fissarmi un'altra volta. Rimango atterrita quando sento le sue dita leggere sui fianchi. Le aggancia ai lati delle mutandine e in un secondo me le sfila.
Non posso credere che lo stia facendo veramente. Si sta approfittando di me. Sono incredibilmente disgustata e spaventata da quello che potrebbe succedere. -Non ho intenzione di fare niente Paris. Ti cambio i vestiti e basta, anche se il tuo corpo è una forte tentazione per me in questo momento.- Rimango basita. Mi parla come se riuscisse a leggermi nel pensiero. E anche il solo fatto che si trattenga dal soddisfare i suoi desideri mi lascia senza parole. Forse un po' ci tiene a me, alla fine.
-Non so nemmeno perché ti sto rassicurando. Dubito seriamente che tu riesca a sentirmi. Sto diventando idiota, ed è colpa tua.-
Che cosa?! Se non riesce a resistere a me è colpa mia? Mi arrabbio seriamente. È stato carino e gentile fino ad ora e poi cosa fa? Mi insulta!
Il mio corpo si scalda molto più velocemente del solito, tanto che quando Lucifero prova a mettere una mano sul mio braccio la ritira velocemente bofonchiando: -Cazzo, bruci.-
Dev'essere un effetto del suo sangue demoniaco. -Però è una reazione! Forza piccolo corvo, svegliati. Si che puoi farcela.-
La mia rabbia sbolle in un attimo. Le sue mani mi circondano il volto e mi accarezzano le guance. -Dai Paris! Mi mancano le nostre piccole discussioni. Mi manca il tuo tenermi testa e sapermi resistere.-
È impossibile rimanere arrabbiati con lui soprattutto se dice queste cose con una voce così dolce e piena di speranza. Purtroppo sta sprecando fiato. Non riesco ad aprire gli occhi o a muovere un arto nemmeno se ci metto tutta la forza e la volontà che possiedo. Non so cosa mi tenga bloccata dentro me stessa, ma è frustrante. Essere privati della propria volontà è qualcosa di orrendo, spero che non succeda più una cosa del genere. Anche perché coloro che mi stanno attorno si preoccupano immensamente e io non posso nemmeno rassicurarli.
Dopo qualche minuto che prova a svegliarmi si rassegna. -Magari domani sarai più fortunata; devi soltanto recuperare energia.-
Facile per lui. È il Re degli inferi, perde un po' di sangue e dopo nemmeno dieci minuti è in forma smagliante.
Detto questo sento le sue mani calde sulle caviglie e il pizzo scorrere sulla mia pelle. Riesce a infilarmi le mutandine pulite velocemente; chissà quante volte avrà compiuto questo gesto in vita sua.
Questi pensieri imbarazzanti mi infastidiscono così cerco di pensare ad altro, ma non mi viene in mente niente se non che Lucifero mi ha vista completamente nuda e mi sta vestendo.
-Sei talmente una distrazione che ho dimenticato di pulirti la schiena.- Non posso vedere la sua faccia, ma so per certo che ha assunto un'espressione maliziosa. Mi tira su e la testa mi scivola indietro, lasciando il collo scoperto. Le braccia mi ricadono lungo i fianchi, a peso morto.
La sua bocca calda si poggia delicata sulla pelle del mio collo e lascia una scia di baci fino ad arrivare dietro l'orecchio, dove si ferma. Vorrei immensamente picchiarlo, ma non ci riesco. Se fossi sveglia e cosciente non glielo permetterei.
Non si azzarda ad andare oltre e mette la mia testa nell'incavo del suo collo, il profumo intenso che mi invade le narici. Mi sposta i capelli dalla schiena con una mano e con l'altra passa l'asciugamano delicatamente sulle ferite ormai richiuse. L'acqua è fredda e delle goccioline scendono verso il basso, facendomi venire i brividi. Lucifero si sposta e poi mi veste, come se fossi una bambola. Credo che abbia optato per un vestito, facile e veloce da mettere.
Si alza dal letto e dice: -A dopo piccolo corvo. Vedi di svegliarti, perché quando lo farai ti aspetteranno molte cose, prima fra tutte una cena di bentornato, poi delle lezioni di autodifesa e resistenza. Ti renderò più forte, così nessuno potrà più toccarti senza il tuo volere.- Un tonfo sordo accompagna la chiusura della porta e rimango sola.
Sola, nel silenzio e intrappolata nel mio corpo senza potermi muovere, mentre ripenso alle parole di Lucifero. Nonostante io continui a ripetermele un milione di volte non raggiungo l'illuminazione, solo la stanchezza mentale.

Passa del tempo e qualcuno apre la porta della mia stanza. -Paris?-
Cameron è tornato da me, finalmente. Mi sento sollevata di averlo al mio fianco. Si siede accanto a me e mi accarezza i capelli, lasciandoci un bacio delicato e portando a me il suo profumo di mare e legno. È così rassicurante averlo qui vicino a me a farmi compagnia.
-Sono stato via un po' più del previsto perché Seoras mi ha cercato per un problema al piano di sotto, c'è stata dell'attività da quando sei sparita. Abbiamo fatto smuovere tutti per cercarti. Ma...- Si zittisce un secondo. -Chi ti ha vestita? Spero non Lucifero, perché può essere il mio Re quanto vuole, ma nessuno mi impedirà di ammazzarlo di botte.- Non smette di coccolarmi finché non incontra il mio pugno chiuso.
Tutta la sua irritazione sparisce, sostituita dalla curiosità. -Cos'hai in mano?-
Cameron raddrizza le mie dita, rivelando l'Animus, che è rimasto nelle mie mani, nonostante il mio spirito sia rientrato nel mio corpo. -Che pietra strana. Se sei riuscita a prendere questo ai tuoi assalitori possiamo rintracciarli in qualche modo quando ti sveglierai.- Si infervora a parlare dei miei torturatori.
-Ti prometto che soffriranno per quello che ti hanno fatto. Dovessi morire per giurartelo, li ucciderò uno a uno. È una promessa, Paris.- Non lo avevo mai sentito così arrabbiato e un po' mi spaventa. Non sono abituata a sentirlo così.
Anche Cameron mi ha promesso che soffriranno. Ma devo essere io a vendicarmi, non loro né nessun altro. Io.

Allora pasticcini! È un po' di passaggio questo pezzo, ma cosa ne pensate?
Salutiii
Vostra Beffii

Lucifero - l'altra metà del maleWhere stories live. Discover now