Capitolo 48 - Il patto

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La paura mi assale. Grido il suo nome varie volte prima di tornare a terra, le ali doloranti e una sensazione spiacevole che si fa largo nel mio petto. Sono forse stata troppo invadente? Devo aver detto o fatto qualcosa di sbagliato se è sparito così.
Ritorno vicino al roseto per riposarmi un po' e penso a dove possa essere finito. A meno che non voglia rimanere solo con i suoi pensieri...
Credo che il roseto in qualche modo, forse dopo il legame che ho ottenuto, riesca a sentire il mio stato d'animo, perché le rose si allungano lentamente e mi circondano con il loro profumo dolce e delicato, confortandomi. La morbidezza dei petali mi sfrega contro la pelle sensibile della schiena, lenendo il dolore. Mi rannicchio e stringo le ginocchia al petto, cercando di pensare. Potrebbe essere tornato all'Inferno, oppure nella casa davanti alla mia. Mi rattrista che non mi abbia avvisata però.
E se invece gli fosse successo qualcosa? Ma è Lucifero, chi oserebbe mettersi contro di lui? Una sensazione strisciante di orrore mi invade, pietrificandomi. Non posso andare da sola a cercarlo, ho bisogno di aiuto, anche perché non saprei da dove cominciare. Mi libero delicatamente dallo scudo di rose e spicco il volo per tornare a casa. Ci metto più di due ore perché mi perdo due volte, ma alla fine, stanca morta e con le ali doloranti fino alle piume esterne, atterro malamente nel giardino. Barcollo dentro casa e cado in ginocchio, le ali pesanti come il piombo. Con fatica mi rialzo e vado in camera, dove so che è posizionato il portale per tornare all'Inferno. Penso intensamente al bisogno che ho di ritornare lì e un vortice nero si spalanca davanti ai miei occhi. Entro lentamente e l'aria calda mi avvolge come una coperta.

C'è qualcosa che non va. Invece di cadere sul suolo della foresta che circonda il castello sento lo stomaco arrivarmi in gola e la sensazione fastidiosa che accompagna una caduta nel vuoto. Urlo talmente forte che la voce diventa rauca e poi sparisce. Il frastuono che ho causato riverbera per tutta la grotta, facendomi rabbrividire. Cadendo acquisto velocità e cerco di spiegare le ali per rallentare la caduta ma non ci riesco, sono bloccate. Il dolore si ripercuote per tutto il corpo, senza escludere nemmeno un muscolo.
Cado praticamente a peso morto, scivolando sempre più veloce verso gli alberi di fuoco intorno al castello. Non c'è alcun modo in cui io possa riuscire a sopravvivere a una caduta del genere. Il dolore mi impedisce di muovermi, così penso freneticamente a un modo per salvarmi, ma non mi viene in mente niente, anche perché non ho nulla a disposizione che mi permetta di salvarmi.
Un urlo agghiacciante e disperato esce dalle mie labbra e i miei ultimi pensieri sono rivolti all'amore intenso che ho provato per Cameron e per Lucifero. Rivedo i loro visi nella mia mente che mi sorridono e la disperazione di non sopravvivere esplode come un vulcano. Un'ombra nera esce dal mio corpo e sfida la mia caduta per piantarsi con forza nel terreno sotto di me. Qualcosa di voluminoso e oscuro si innalza verso di me. Spalanco gli occhi nel panico più totale. A breve rimarrò schiacciata contro questa superficie e non se ne parlerà più.
Chiudo gli occhi e mi rannicchio, cercando di non piangere.
Qualcosa di soffice e vellutato attutisce la mia pericolosa discesa, lasciandomi senza fiato. Una volta ferma respiro affannosamente, tastando intorno a me la meraviglia che mi ha salvato la vita. Sono sdraiata su quello che sembra velluto nero, così morbido da non sembrare nemmeno vero.
-Non pensavo che esistesse un sentimento così profondo. E soprattutto che tu lo provassi per Lui.- Una voce incorporea si infiltra dritta nel mio cervello; mi irrigidisco quando capisco che è di Nero.
-Dove sei?- Mi giro con cautela, vagando con lo sguardo sulle pareti nere che mi circondano. La paura che riesca a ottenere di nuovo il controllo del mio corpo si fa sentire, intensa e sfolgorante.
-Sono intorno a te bambolina.- Ride divertito. -Hai proprio una paura selvaggia di morire, non è vero?- Rimango in silenzio e abbasso lo sguardo sulle gambe che tremano convulsamente. Le stringo al petto e mi dondolo, respirando lentamente.
-Tranquilla cucciola, non ho intenzione di possederti di nuovo. Ammetto che è stata un'esperienza che va oltre ogni mia passata immaginazione, ma mi è bastata. Sei sua come lui è tuo.- Sospira sconfitto e rimane zitto per qualche secondo. -Non ho mai sentito una disperazione così grande provenire da un essere umano, eppure la tua rivaleggia con quella di Lucifero.-
Mi arrischio a fargli una domanda, visto che sembra piuttosto loquace. -Che cosa è successo poco fa?-
-Il legame che hai ottenuto dal roseto dove riposa Serena si è attivato, ma non può funzionare da solo. La tua disperazione mi ha nutrito a sufficienza per stabilire una connessione, così sono riuscito a potenziare la crescita della rosa per salvarti. Voglio precisare che ti ho salvato per puro egoismo, visto che mi puoi tornare utile.- C'è un certo tentennamento nella sua voce, ma non capisco a cosa sia dovuto.
Mi alzo lentamente, sentendo tutti i muscoli tendersi per lo sforzo e le ossa scricchiolare.
-Facciamo un patto.- So bene che non è il momento di perdere tempo, ma Nero mi può servire. È come un gioco, lui usa me e io uso lui.
-Mmm. Perché la cosa non mi sorprende e mi eccita incredibilmente?- Sembra fare le fusa deliziato. Nonostante il trascorso che abbiamo avuto mi viene da sorridere.
-Mettiamo le carte in tavola. Tu sei una parte di me e per vivere hai bisogno di me.- Nero sospira rassegnato e deduco che non gli piaccia molto questa idea. -Ma anche io ho bisogno di qualcosa che tu puoi offrirmi. La tua forza, le tue capacità e le tue conoscenze.
-Per certe negoziazioni ci vuole un faccia a faccia bambolina, tieniti forte.- La rosa comincia ad abbassarsi e inclinarsi, così mi aggrappo al bocciolo con tutte le mie forze. Una volta a terra l'essenza di Nero evapora e la rosa rivela il suo colore naturale, un rosso cremisi.
Sento dei rumori provenire da vicino, delle voci concitate e anche qualcuno che si lamenta. Nero deve sbrigarsi, se vuole portare a termine il patto.
I petali di rosa si staccano dai sepali e cominciano a fluttuare nell'aria intorno a noi. -Ma cos'è questa diavoleria?- Sento Zoe sbottare a voce alta, forse a un centinaio di metri da noi.
L'essenza di Nero è come il fumo di una sigaretta. Si addensa in fretta fino a formare un corpo maschile piuttosto alto, delle stesse sembianze di Lucifero, tranne per dei dettagli particolari. Nero ha gli occhi gialli come quelli dei gatti, con la pupilla verticale e una coda grande come quella di una pantera, che ondeggia nell'aria pigramente. Rimango a fissarlo per qualche secondo, basita. Indossa dei vestiti semplici e neri. Lui allunga una mano e mi tira a sé, conficcandomi gli artigli nella schiena.
-Gli assomiglio molto?- La sua voce è calda e carezzevole, mentre avvicina il suo viso al mio collo e ci sprofonda il naso. -Siete due gocce d'acqua.- Bisbiglio.
Rabbrividisco quando la sua lingua ruvida si sposta sul mio collo. -Smettila.- Cerco di respingerlo ma lui, semplicemente, affonda ancora di più gli artigli nella mia schiena e mi morde, lasciandomi impresso nella pelle il segno dei suoi denti. Il dolore mi saetta giù per il collo fino alla punta dei piedi. -Non posso. La tua disperazione e il tuo dolore sono così forti che è come avere un piatto prelibato davanti agli occhi senza poterlo mangiare.- La rabbia mi assale, invadendomi lentamente. Non mi farò mettere i piedi in testa di nuovo da lui, devo fargli capire chi comanda. -Posso nutrirmi anche della tua furia, sai? L'unica cosa aberrante per me è la gioia.-
Qualcosa in me scatta. Ho trovato la mia leva per proporre un patto vantaggioso per tutti e due.
-Venendo al patto... posso trovare qualcosa in cui incanalare tutte le emozioni di cui ti nutri in modo da poterti alimentare quando avrò bisogno del tuo aiuto.- Posso solo sperare che la proposta di nutrirsi dei miei sentimenti gli faccia venire l'acquolina in bocca.
-Fammi capire bene.- Nero sposta il suo viso dal mio collo e focalizza l'attenzione su di me, i suoi occhi ferini mi scrutano con desiderio. -Tu mi stai offrendo la possibilità di nutrirmi di te ogni volta che posso?- La sua voce vibra di piacere.
-Più o meno. Ogni volta che avrò bisogno di te, potrai dare sfogo alla tua forza, seguendo le mie condizioni, e in cambio potrai nutrirti di me.-
Una smorfia compare sulle sue labbra carnose. -Non posso averti ogni tanto anche se non hai bisogno di me?- Mi fa gli occhi dolci ma non posso lasciarmi distrarre. Gli accarezzo una guancia e lui si preme contro la mia mano, facendo le fusa. -No, o così o niente. Prendere o lasciare.-
Sospira rassegnato, però annuisce.
Stringo Nero a mia volta tra le braccia e il suo calore corporeo mi scalda. La sua coda scivola intorno al mio polso, tenendolo stretto. -Se mi marchierai come io ho fatto con te il nostro patto sarà valido fino alla fine dei tempi.-
Mi sta chiedendo di morderlo?
Lo stupore mi blocca.
-Lucifero, sei tu?- La voce di Scarlett, piena di preoccupazione mi avverte che si stanno avvicinando.
-Forza bambolina, non vorrai aspettare in eterno spero.- Gli occhi pieni di malizia di Nero vagano su di me, facendomi rabbrividire.
Alzo il viso verso il suo collo e inalo il suo profumo, un misto tra fragole e fiori selvatici. È forte e penetrante, ma non fastidioso.
Lentamente ma con decisione affondo i denti nella pelle delicata, fino a sentire il sapore fumoso del suo sangue. Nero trema estasiato tra le mie braccia e con un movimento felino si stacca da me per prendermi il viso tra le mani e lasciarmi un bacio leggero a fior di labbra, prima di tornare alla sua essenza fumosa e sparire dentro di me.
-Comincio ad avere le allucinazioni.- Borbotta Zoe, dandosi un pizzicotto sul braccio mentre mi fissa.
-No, fidati. L'ho visto anche io. E di cose strane in vita mia ne ho viste parecchie.- Dice Fabio pensieroso mentre sgranocchia delle patatine.
Alla fine sono arrivati.
-Dov'è Lucifero? Che ne hai fatto di lui? Era qui un momento fa.- Scarlett socchiude gli occhi e li punta sospettosa verso di me.
-Quello non era Lucifero. Ma è una lunga storia.- Li osservo uno a uno e vedo che hanno i lineamenti tirati, gli occhi stanchi e i vestiti spiegazzati. Insieme a loro c'è qualcuno di nuovo, che non conosco. Ha le mani legate e la sofferenza scava dei solchi nel suo viso. Mi avvicino curiosa a lui, che fa un passo indietro, una smorfia di dolore sul viso angelico. Indossa una tunica bianca, macchiata di rosso ai lati e quando gli giro intorno vedo delle ossa sporgere dalla schiena, imbrattate di sangue e piume bianche. Non riesco a immaginare il dolore che ha provato questo angelo quando gli sono state strappate le ali.
-Come mai è ancora vivo?- Chiedo perplessa.
Scarlett si avvicina e gli mette una mano sulla spalla con delicatezza. -Dice di aver prestato il giuramento per servire l'Inferno invece del paradiso, ma solo Lucifero può saperlo.-
-Posso dirtelo anche io se serve a velocizzare la situazione.- Ribatto con apparente calma. Lucifero è scomparso e sono qui a perdere tempo per delle sciocchezze.
Pianto lo sguardo sulle spalle del ragazzo e osservo la sua anima raggrinzire al mio cospetto. Per essere l'anima di un angelo non è proprio linda e immacolata. Volute di fumo grigio e denso turbinano frenetiche, rivelandomi con chiarezza le immagini di ciò che è accaduto.
L'angelo ha dichiarato lealtà a Lucifero, che gli ha affidato una missione: uccidere i suoi due compagni o perire per mano sua.
Dopo averli uccisi si è fatto recidere le ali da Carter con una lama affilata e da allora segue il gruppo come se fosse uno schiavo, in attesa del suo padrone.
-Ti posso confermare tutto ciò che lui ti ha detto. La sua anima è torbida e la sua innocenza è cancellata come un brutto ricordo.-
L'angelo mi fissa un po' stupito e un po' terrorizzato.
Scarlett si ammorbidisce nei miei confronti. -Scusami, mi dispiace di essere stata così maleducata. È che sono in ansia. Tu e Lucifero siete spariti per più di due giorni e io sono sotto pressione perché devo gestire tutto l'Inferno.- Il suo viso assume un'espressione contrita, prima di allungarsi verso di me e abbracciarmi con delicatezza. -Sono felice che tu stia bene. Ma dov'è finito Lucifero?-
-Sto cercando di dirlo da quando siete arrivati. Lucifero è scomparso e non riesco a capire se è tornato qui o se gli sia successo qualcosa. Ho una brutta sensazione a riguardo.- Dico con preoccupazione.
Interviene Carter che con fare pacato e gentile cerca di rassicurarmi. -Lo troveremo vedrai.-
Lo spero proprio. C'è qualcosa di sbagliato nel fatto che sia sparito così all'improvviso.
-Ci conviene cominciare a setacciare l'Inferno, dato che siamo in pochi.- Afferma Fabio, accartocciando il sacchetto di patatine e mettendoselo in tasca.
-Dividiamoci. Paris, tu comincia dal castello. Io e gli altri ci spartiremo l'Abisso e la foresta. Reed viene con noi, così può cominciare ad acclimatarsi alla sua nuova casa, cosa ne dici angioletto?- Con voce suadente Scarlett gli gira intorno, come un gatto che gioca col topo.
Vedo Zoe alzare gli occhi al cielo e scuotere la testa, anche se sorride sotto i baffi, i ricci biondi che ballonzolano a ogni movimento. -Scarlett, potrei vomitare. Devi proprio saltare addosso a tutti?-
-Scusa tesoro, è la mia natura.- Il peccato di Lussuria ancheggia e si incammina verso il bosco, scostando i petali giganti di rosa.
-Quando tutto questo sarà finito dovrai raccontarci cosa è successo nel tempo che siete stati via e cosa è successo prima, visto che quello sembrava veramente Lucifero.- Urla Scarlett senza girarsi.
Nel giro di un minuto sono spariti tutti, prendendo direzioni diverse. Non mi resta che avviarmi sul sentiero che porta al castello. Una volta entrata nella sala da pranzo salgo le scale il più in fretta possibile, presa da un'urgenza irrefrenabile. Mi cambio, evitando di toccare le ali che non riesco a ripiegare a dovere, talmente mi fanno male.
Posso cominciare a cercare in un luogo che solo io e il Re conosciamo, mentre gli altri sono occupati a cercare all'esterno del castello.
Scendo fino a ritrovarmi accanto alle stanze di Lucifero, nell'oscurità più fitta. Tasto il muro alla mia sinistra e dopo cinque minuti buoni riesco a trovare la maniglia segreta che porta all'ingresso del giardino del Tempo. Un altro corridoio buio mi attende, ma vengo ricompensata, una volta raggiunto il giardino, da un caleidoscopio di colori. Le pareti della grotta riflettono la luce del laghetto in molteplici direzioni, facendo sembrare la pietra grezza ricca di minuscoli diamanti. Inspiro l'aria profumata di migliaia di fiori e la calma che ne traggo mi aiuta a concentrarmi.
Riporterò Lucifero a casa, costi quel che costi. Lui mi appartiene, la sua anima è mia. Non lascerò che mi venga portato via anche lui.

Ciao a tutti, piccoli mostriciattoli!
Ho finalmente scritto un capitolo... non so che trip mi sia venuto. Spero che sia di vostro gradimento, se è così fatemelo sapere!
A presto, Beffii

Lucifero - l'altra metà del maleDonde viven las historias. Descúbrelo ahora