CAPITOLO 4

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"Di nuovo"

Sono confusa, il mio cervello cerca di aggrapparsi ad un solo ricordo di ciò che è successo, ma non ci riesce.

Per la prima volta rivolgo la parola al ragazzo.

"Non ricordo nulla.."


La mia voce suona debole e affaticata.

Il ragazzo aggrotta le sopracciglia, sembra confuso e sorpreso della mia affermazione.

"Sicura? Non ricordi nulla? Del lago..?"

Il lago.

Spezzoni di ricordi affiorano nella mia mente, sono confusi e non hanno molto senso, ma ricordo perfettamente perché ero lì.

Lui non lo deve sapere.


" no, io.. Ricordo degli episodi, ma.. Nulla di limpido.." cerco di fare la vaga.

Il ragazzo non sembra credere alle mie parole. I suoi occhi riflettono un'ombra di tristezza e compassione. Penso stia cercando di collegare le cose.


Gli chiedo timidamente come mi ha trovata senza però guardarlo negli occhi.

"Era sera e stavo tornando a casa con il mio cane". Indica una palla di pelo distesa sul pavimento,sta dormendo.


" Ha iniziato ad abbaiare e si è messa a correre in mezzo al bosco fino a quando ha raggiunto il lago. È lì che ti ho vista, stavi galleggiando nell'acqua e per un momento ho pensato di avere le allucinazioni. Hai iniziato ad affondare poco dopo. Mi sono truffato nell'acqua, era gelida, ero convinto fossi morta con quella temperatura.."


I suoi occhi sono stanchi, come se non avesse dormito da giorni.


"Ti ho portata a riva, ho cercato di salvarti in qualche modo. Non respiravi e i tuoi battiti rallentavano sempre di più. Per qualche secondo non ho sentito i tuoi battiti.. Eri morta? "

Il suo racconto è molto confuso ma non ci do tanto peso.

"Ho continuato a premere sul tuo sterno ed è stato un miracolo. I tuoi battiti sono ripartiti e respiravi. Quando hai aperto gli occhi sei subito svenuta, e ti ho portata qui."

La confusione nella mia testa non cessa. Ci sono molti passaggi che non tornano, ma ora non ho le forze di pensare e il mal di testa è martellante.

Il ragazzo, di cui ancora non so il nome, si allontana ed esce dalla stanza. Dopo qualche minuto torna, con un piatto fumante. Lo mette su un vassoio e me lo porge. Sembra zuppa di pollo a vederla.

"Non sono un cuoco, ma una zuppa la so preparare" dice con fare divertito.


Lo osservo. Ha un sorriso bellissimo, incorniciato da due fossette.

"Come ti chiami?" gli chiedo senza pensarci. La mia voce suona ancora debole.

"Harry".


Harry.

È arrossito, non riesco a capire il perché.

Please, stay.<<h.s.Where stories live. Discover now