31° - Una strana proposta

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Dylan era di fronte me ed aveva solo addosso i boxer, con l'accappatoio addosso, aperto.
Né una maglietta, né un pantalone.
Aveva un asciugamano fra le mani e se lo passava frettolosamente fra i capelli.
Mi incantai a quella vista così incredibilmente bella che ebbi davanti: il suo fisco era bellissimo, e con quei capelli bagnati e scompigliati era ancora più bello.
Prestavo attenzione agli spostamenti che faceva: prima prese la maglia dal suo cassetto, poi un pantalone. Poi si tolse l'accappatoio, ed io non potei che restare ancor più immobile a quella vista.

Poi si sedette sul letto. Era di spalle a me, che si stava mettendo la maglia. Poi disse: "Se continui a fissarmi in quel modo, finirai per sciuparmi", facendomi balzare il cuore in gola.

"Non ti sto guardando" mentii bellamente.
Poi si mise anche il pantalone. "Però una maglietta potresti metterla quando esci dalla doccia" gli dissi, con gli occhi sullo schermo del mio cellulare
"Cosa c'è? Ti metto a disagio?" domandò, riprendendo quei modi di fare da perfetto stronzo che aveva sempre avuto.
Io non risposi.
Poi si stese sul letto, sentendolo, poco dopo, accanto a me.
Io continuai a tenere lo sguardo fisso sullo schermo, ma il cuore aveva un battito meno che regolare.
"Perché prima avevi reagito in quel modo?" domandò ancora
"Non c'è un perché, mi stava sul cazzo a pelle. Hai presente, no? Quando qualcuno ti sta antipatico senza un motivo?" gli risposi, pacata
"Io non credo che sia per questo" disse, non facendomi ben capire inizialmente
"A no?" domandai, voltandomi per guardarlo successivamente "E come credi che sia?"
"Non lo so. Sembravi quasi gelosa" rispose, con un mezzo sorriso. A quella frase, fui sicura che il mio viso si fosse fatto bordeaux. Così, per sicurezza, mi voltai di nuovo, tornando sul cellulare: "So che ti piacerebbe, ma non è così" gli dissi, stuzzicandolo.
Poi sentii che si allontanò, ma senza alzarsi dal letto.

"Cosa ti va di fare?" mi domandò

"Non sei arrabbiato con me?" chiesi, quasi sicura che lo fosse

"Nah" rispose "Cercavo solo di capire il perché di quella reazione, ma se tu non vuoi ammettere di essere pazza di me, allora okay" rispose, questa volta, stuzzicando lui a me.
"Io non sono pazza di te, mettitelo in testa!" dissi, mettendomi seduta e voltando il viso verso lui, per guardarlo
"Come vuoi tu, piccola" disse, chiamandomi ancora in quel modo odioso.
Sapeva che odiavo quando lo faceva. Ecco perché continuava a farlo.
Roteai gli occhi al cielo e mi stesi di nuovo.
"C'è qualcosa che non hai mai fatto con un ragazzo, che ti piacerebbe fare?" domandò, facendomi sbarrare gli occhi.
Per lui era un gioco?

"Che intendi?" domandai, perplessa, voltandomi
"Non so, qualsiasi cosa" rispose tranquillamente, come se per lui, un argomento del genere, fosse del tutto normale
"Cioè, mi stai dicendo che se io ti chiedessi di scopare, tu lo faresti?" domandai, ancora con gli occhi sbarrati
"Devo essere le tue prime volte. Sì" rispose, facendomi sconcertare. Avrei voluto una risposta diversa. Mi voltai dal lato opposto, ignorando ciò che aveva appena detto
"Oppure, non so...hai mai ballato con un ragazzo?" chiese, non facendomi ben capire inizialmente
"...Ballato?" chiesi, stupita
"Sì! Un lento" rispose, specificando.
Aggrottai la fronte. No, effettivamente non lo avevo mai fatto prima, se non con cari amici, e solo per gioco.
"No. Solo con amici, nulla di serio" risposi.
Così, Dylan scattò in piedi, facendo qualcosa che mi stupì.

Nè amici, nè fidanzati. Semplicemente innamoratiWhere stories live. Discover now