CAPITOLO NOVE
LA FUGA
Teletrasportatasi a Jacksonville, Riley fece il giro della casa e prese le chiavi dalla tasca posteriore dei pantaloni. Cercò quella giusta, la infilò nella toppa e fece scattare la serratura.
Non entrò subito nell'edificio. Chiuse gli occhi, fece un paio di respiri profondi e cercò di capire se proseguire fosse la scelta giusta, se valesse la pena continuare a sperare.
Spinse la porta, che si aprì con un lungo cigolio.
Guardando all'interno la casa sembrava vuota e buia - e al diavolo tutte le sue speranze.
Entrò in silenzio, quasi sgusciando all'interno come una ladra, e si chiuse la porta alle spalle, per poi lasciar cadere il mazzo di chiavi nel piatto in vetro sulla mensola accanto alla porta.
Le chiavi di Layla non c'erano.
Sospirò.
«Layla?» chiamò l'amica mentre entrava in cucina e continuò a chiamarla mentre faceva il giro di tutte le stanze.
Con rammarico dovette accettare la realtà: la casa era davvero vuota. La sua amica - perché, nonostante tutto, nonostante non l'avesse incontrata per quello, Layla era davvero diventata sua amica - non era lì.
Non sapeva nemmeno lei cosa si fosse aspettata di trovare o perché avesse tanto sperato, pregato, supplicato che lei fosse tornata lì. Non avrebbe avuto senso per quell'angelo caduto tornare in quel luogo, quando Riley era diventata demone (o meglio, quando lo era sempre stata), quando si trovava al sicuro con i Winchester, soprattutto ora che l'Apocalisse aveva avuto inizio.
Si sedette sul letto di Layla e cercò in qualche modo di svuotare la mente da tutti quei pensieri che continuavano ad assillarla.
L'aveva persa. Ormai ne era certa.
Non riusciva nemmeno ad essere incazzata con se stessa per non aver saputo portare a termine il suo compito - sotto sotto, nel profondo di quel suo essere demoniaco, sapeva che in ogni caso non sarebbe mai andata fino in fondo. Non riusciva nemmeno a gioire per ciò che stava per arrivare, per ciò che avrebbe portato i suoi simili e Lucifero al potere in tutto il mondo.
Non capiva perché si sentisse così... umana. Non lo era più da Dio solo sapeva quanto. Pardon, Satana. Eppure si era affezionata a quella ragazza, che aveva continuato a proteggere per più di tre anni.
Ora, invece, si era davvero cacciata in guai seri. Se Crowley o qualcun altro dei suoi superiori si fosse arrabbiato abbastanza, per lei sarebbe stata la fine. Anche se, comunque, il loro Signore ora era stato liberato e non c'era nessun motivo per cui lei dovesse essere punita per una bazzecola del genere.
Sospirò di nuovo e, distrattamente, prese il telefono dalla tasca della giacca.
Guardò le ore: quasi le sette di sera.
Scorse il registro delle chiamate, ma non ce n'era nemmeno una da parte di Layla, nemmeno un messaggio.
Questa volta l'aveva davvero combinata grossa.
Anche se, questa volta, non era stata colpa sua. Affatto. Tutta colpa di quel dannato angelo, quel Castiel che scorrazzava con i Winchester. Se solo quel cretino non fosse stato lì...
Strinse i pugni e si alzò dal letto come una molla.
Fu solo in quel momento, per qualche strano motivo, che tutto quel silenzio la colpì come una frusta.
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Being human
FanfictionLayla è un angelo caduto, bandito dal Paradiso per il suo profondo affetto nei confronti del fratello Lucifero. O, almeno, questo è ciò che le viene fatto credere. Conscia dei mille buchi nei suoi ricordi, che fanno acqua da tutte le parti, dovr...