She.

587 79 0
                                    

Sono sulla spiaggia.

Sto guardando il mare, e sto aspettando che Rose arrivi.

Spero che stasera non sia in lacrime.

Non posso più vederla in quello stato.

Vengo risvegliato dalle mie fantasie da un rumore di passi alle mie spalle.

Eccola.

Cristo. È più bella del solito.

E non sta piangendo.

Sorride.

È un passo avanti.

Oh, Dio, mi sono trasformato in uno psicologo fantasma.

Uno psicologo innamorato della sua paziente.

Che a sua volta non sa nemmeno di essere una paziente.

Se non fossi morto, direi di essere diventato pazzo.

Ma un po' forse lo sono.

Pazzo di lei.

Sta osservando il mare.

Posa scarpe e telefono sulla sabbia.

Sta entrando in acqua. Vestita.

È ubriaca?

Che sta facendo?

Muove le braccia in avanti, e la sento mormorare qualcosa sottovoce.

Forse vuole solo fare il bagno vestita.

Mi avvicino, ed entro in acqua insieme a lei.

La sento sussurrare qualcosa.

« Sarò libera. Libera ».

No.

Che cosa ha intenzione di fare ?

Inizia a nuotare fin dove può.

Il mare inizia a diventare sempre più profondo.

Vuole annegare.

Vuole suicidarsi.

Non posso permetterglielo.

Cerco di starle dietro.

Il suo corpo inizia ad affondare sempre di più, le sue braccia si muovono.

Il suo istinto la spinge in superficie.

Ma poi, smette di muoversi.

Mi tuffo.

La afferro per la braccia e cerco di tirarla in superficie.

Ha perso i sensi.

Nuoto fino alla spiaggia, e la adagio dolcemente sulla sabbia.

Sono spaventato.

Non posso perderla così.

Le sfilo il vestito, per permetterle di respirare e le apro la bocca.

Cerco di farle sputare l'acqua che ha ingoiato.

Quello stronzo.

Cosa. Cosa ha combinato?!

Spingere una donna a fare un gesto del genere.

Se lo prendo... Dio. Io lo uccido.

Lo uccido.

Calmati. Sam. Calmati.
Pensa a lei.

Concentrati su di lei.

Afferro il suo cellulare e compongo in fretta il numero per chiamare un'ambulanza.

Rispondono subito.

« Una ragazza ha tentato il suicidio. È sulla spiaggia, ed è priva di sensi. Fate presto, vi scongiuro ».

Mi siedo accanto a lei, e le accarezzo dolcemente il viso.

« Amore mio, andrà tutto bene. Starai bene. Devi vivere, meriti di vivere. Ti prego, resisti. Non ti lascio andare. Io ti salverò. »

E' pallida, e riesco a distinguere i lividi sulle sue braccia.

Inspiro.

Le do un bacio sulla fronte, e le afferro una mano.

Dio, com'è fredda.

Le sirene spiegate dell'ambulanza mi fanno capire che sono nelle vicinanze.

Mi alzo, e so che non possono vedermi.

Un'infermiera individua il corpo immediatamente, e con un gesto della mano, invita gli altri a seguirla.

Una squadra di paramedici si avvicina a lei e la caricano sulla barella.

Io li seguo e salgo sull'ambulanza.

Arriviamo in fretta all'ospedale.

Li sento urlare.

Codice rosso.

No. Lei non può lasciarmi così.

Stanno correndo, e la portano immediatamente in sala di rianimazione.

Io rimango fuori.

Mi appoggio al muro e guardo le persone che passano in corridoio, senza avere il minimo sentore che lì c'è una presenza incorporea che li sta scrutando.

Do uno sguardo all'interno, e i medici sono ancora in sala.

Sospiro e alzo gli occhi al cielo.

Lei non merita di rimanere bloccata qui come me.

Proprio lei, che di conti in sospeso ne avrà a centinaia.

Devo aiutarla a resistere.

Devo salvarla.

Spalanco gli occhi.

E se fosse lei, il mio conto in sospeso?

* * *

Save me, or let me goWhere stories live. Discover now