CAPITOLO QUATTORDICESIMO

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Dopo il discorso del comandante Cragh i soldati si diressero verso la rimessa in cui erano riposti gli aeroplani. Gerard era un po' preoccupato, non gli era mai piaciuta particolarmente l'altezza, ma dopotutto era la prima volta per tutti. Si misero nuovamente in riga, in attesa di ulteriori istruzioni, e Gerard si ritrovò con Frank alla sua destra e con un ragazzo dagli strani capelli alla sinistra. Non lo avevano mai visto, pensò Gerard, forse era nuovo.

Il comandante Cragh cominciò a spiegare il funzionamento del sistema di bordo, a cosa servissero i vari pulsanti e le leve, spiegò alcune tecniche di virata, come sfuggire a un attacco nemico e come sganciare le bombe. Il tempo che avevano a disposizione era pochissimo in confronto a tutte le cose che dovevano imparare, e solo in quel momento Gerard capì veramente quello che intendeva dire Mikey quando diceva che i soldati venivano mandati a morire, senza un addestramento sufficiente.

Il momento in cui si sarebbero trovati al fronte si avvicinava minacciosamente e anche se Gerard cercava di sembrare calmo per non far preoccupare Frank, in realtà man mano che passavano i giorni la paura e l'ansia si facevano sempre un po' più forti. Ma per il momento doveva concentrarsi, pensò, e imparare tutto quello che poteva.

Quando Cragh ebbe finito di spiegare tutto l'essenziale, cominciò a chiamare alcuni soldati per cominciare l'addestramento vero, per provare a manovrare un aereo.

"Ryan!" fu il primo ad essere chiamato, e un ragazzo basso e mingherlino si fece avanti, visibilmente spaurito.

"Kinley!" Avanzò un ragazzo alto e coi capelli rasati.

"Benton!" Si avvicinò al comandante un ragazzo di colore, alto e sicuro di sé.

"Toro!"

"Eccomi" rispose il ragazzo dai capelli ricci alla sinistra di Gerard, e si voltarono tutti a guardarlo quando in maniera piuttosto goffa raggiunse l'aereo assegnatogli.

"Iero!"

Il cuore di Gerard perse un battito. Sapeva che si trattava di una semplice esercitazione ma la sua mente stava già immaginando la stessa situazione quando sarebbero stati sul campo di battaglia, quello vero.

Frank esitò per un attimo, poi mosse i primi passi verso il comandante, girandosi indietro per rivolgere uno sguardo a Gerard in parte per rassicurarlo e in parte per assicurarsi che stesse bene, sapendo che Gerard non amava particolarmente l'altezza.

Gerard osservò Frank salire sul suo aereo e ascoltare attentamente le istruzioni del comandante, poi al comando tutti quanti accesero i loro mezzi e iniziarono a muoversi lentamente verso l'uscita della rimessa. Gerard non poteva fare a meno di essere preoccupato ma tutto quello che poteva fare era aspettare il loro, anzi il suo ritorno, e più passavano i minuti più l'attesa diventava snervante. Così non andava bene, pensò, una volta al fronte non poteva permettersi di avere degli stupidissimi attacchi di panico, così non avrebbe di certo aiutato nessuno, né sé stesso, né tanto meno Frank.

Dopo una buona mezz'ora finalmente i piloti tornarono e a quel punto fu il turno di Gerard e degli altri. Salì preoccupato su quel dannato aggeggio tentando di ricordare tutte le duecentomila indicazioni che gli erano state date. Accendere l'aereo non fu difficile e nemmeno manovrarlo fino allo spiazzo esterno, e quando fu il momento di levarsi in volo, stranamente Gerard riuscì a mantenere la calma e a mettere in pratica tutti i suggerimenti che gli erano stati dati. Quando ebbe raggiunto la quota stabilita cominciò a provare le manovre di evasione che gli era stato ordinato di praticare e nonostante qualche difficoltà iniziale si rivelò essere più a suo agio di quanto si aspettasse in quella angusta cabina monoposto.

L'atterraggio fu piuttosto violento ma alla fine riuscì senza troppi problemi a riportare l'aereo al suo posto, poi scavalcò il bordo saltando giù e ritornò in riga al fianco di Frank che quando fu raggiunto da Gerard gli rivolse un ampio sorriso.

SCAR 2 - WARWhere stories live. Discover now