Sono orgoglioso di te

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P.O.V LEO
Dopo che gli altri furono andati via cercai in tutti i modi di tranquillizzare Calypso.
-Bene,ho saputo che tuo padre deve parlarti.-disse in tono amaro.
-Si...non so cosa voglia dirmi però.-risposi.
-Allora è meglio che tu vada adesso. Non vorrai mica fare tardi no?-replicò acida.
A quel punto cominciai ad innervosirmi,così la presi per un braccio e la trascinai a forza sulla panchina più vicina,facendola sedere accanto a me per guardarla bene negli occhi.
-Senti,so benissimo che sei arrabbiata e preoccupata,ma purtroppo devo partire di nuovo. Credimi non avrei mai voluto lasciarti nuovamente sola con la consapevolezza che forse non tornerò più indietro da questo viaggio.-dissi prendendole le mani.
Calypso aveva gli occhi lucidi e evitava il mio sguardo mordendosi il labbro inferiore.
-È che...sono stata per tanto tempo sola ad Ogiga,e il pensiero che possa rimanere senza di te...-disse e strizzò gli occhi per non piangere.
Le presi il viso fra le mani per costringerla a guardarmi negli occhi.
-Ehi,ti prometto che farò di tutto per non farmi uccidere,beh almeno non subito.-dissi.
Lei per tutta risposta mi mollò un pugno sul bicipite.
-Ahi,mi hai fatto male!-gemetti.
-Sei uno stupido...e io che mi preoccupo pure.-esclamò lei.
-Seriamente,tornerò da te il prima possibile cercherò di mettermi in contatto con te tramite messaggio iride tutti i giorni,se possibile.Vedrai che non ti accorgerai nemmeno che sono partito,che subito sarò di ritorno.-dissi serio.
Calypso esitò un po'...poi mi baciò. Risposi al bacio e rimanemmo lì per non so quanto.
Poi lei si staccò e mi accarezzò il viso.
-Ti aspetto allora...-disse.
-Ti amo Raggio di Sole.-replicai io.
-Anche io.-rispose lei e mi abbracciò stretto.
Poi si alzò dalla panchina e disse:
-Allora vada per tre messaggi iride al giorno?
-Sicuro.-risposi con un sorriso scaltro.
Si chinò a baciarmi a fior di labbra.
-Stai attento. E quando torni ti aspetterò qui intesi? Vieni subito da me,promettimelo.-disse perentoria.
Feci una risatina e risposi:
-Agli ordini caporale!-
Detto questo si girò asciugandosi una guancia e mi salutò con la mano prima di avviarsi verso la casetta che aveva preso in affitto sull'Olimpo.
Rimasi seduto a guardarla mentre si allontanava,fino a quando la voce di mio padre mi riscosse.
-Allora...una nuova impresa eh?
Mi alzai per fronteggiarlo e risposi:
-Papà non cercare di assumere un tono paterno perché non ti viene per niente bene.-replicai.
- Si hai ragione. Se vieni con me ti mostro il mezzo con il quale dovrete partire.-disse Efesto.
-Hai preparato un'altra nave?-chiesi.
-No,no...ormai Gea non rappresenta più un pericolo,quindi vi muoverete anche via terra oltre che via mare e via aerea.-rispose lui.
-Okay andiamo,fammi vedere questo mezzo.-dissi.

Mio padre mi condusse nella sua officina personale che si trovava poco distante dal padiglione delle riunioni. Ci avvicinammo ad un oggetto abbastanza ingombrante coperto con un grosso telo imbrattato di olio per motori.
-Ecco.-disse Efesto scoprendo l'aggeggio-Questo sarà il vostro mezzo.
Al centro della stanza c'era un enorme van fatto di bronzo celeste. Entrai nell'abitacolo dove erano presenti un sacco di manovelle e aggeggini strani.
-Cos'è che fa esattamente questo coso?-chiesi.
-Può trasformarsi in elicottero, e in sottomarino in 10 secondi e possiede uno spara razzi incorporato sul fondo già carico di munizioni. Da fuori sembrerebbe piccolo per 14 persone , ma all'interno è molto spazioso. Vieni ti faccio vedere.-rispose e aprì lo sportello per farmi entrare. All'interno era davvero enorme. C'erano 14 cabine separate per avere un po' di privacy.
In un angolo c'era un piano cottura abbastanza grande e in fondo due bagni separati ,uno per le donne e uno per gli uomini.
-Wow papà è...magnifico!-dissi estasiato.
-Ma quanto ci vorrà per imparare a guidarlo?-chiesi.
-Ah se cominciamo ora ,un paio di ore. Quindi ci conviene sbrigarci.-rispose il dio del fuoco. Così cominciammo la spiegazione che si sarebbe protratta per molto,molto tempo.

Ero sicuro di aver capito bene come far partire quella macchina infernale. Almeno credevo...
Comunque dopo un bel pò di tempo , mio padre mi aveva detto e spiegato tutto ciò che c'era da sapere sul van.
Sapevo come azionare i lancia razzi,come passare alle varie modalità di trasporto aereo e subacqueo, sapevo dove fosse il nascondiglio per le scorte di fuoco greco, e avevo familiarizzato subito con tutti quegli strani pulsanti.
-E questo è quanto.-concluse mio padre.
-Grazie papà.-dissi.
A quel punto Efesto mi guardò dritto negli occhi.
-Leo tu sei un ragazzo molto speciale...e non lo dico solo perché sei mio figlio ma perché è la verità. Sei stato l'unico della mia progenie che da millenni,ha saputo far funzionare di nuovo le sfere di Archimede. Sei stato l'unico ad essere così leale da morire per i proprio amici e poi salvare una ragazza innocente da un terribile supplizio. Sai meglio di me che non ci so fare con i miei figli,ma questo te lo devo dire...sono davvero fiero di te.-
Non sapevo che replicare,ma dopo aver saputo che mio padre era fiero di me, il mio orgoglio era accresciuto notevolmente. Per me quella era una sensazione nuova e piuttosto piacevole.
-Non devi ringraziarmi papà. Ho fatto tutto questo solo perché era un mio dovere.-risposi.
Mi guardò accennando ad un mezzo sorriso.
-Sei umile proprio come tua madre. Me la ricordi molto sai...-disse guardando nel vuoto. Poi si riscosse e continuò:
-Si è fatto tardi credo che sia meglio che tu vada. Prendi il van e raggiungi la collina mezzosangue in volo.-
Stavo per salire sul camioncino,quando mi voltai e dissi:
- Porterò a termine anche quest'impresa...lo farò per te,per Calypso e per la mamma.
Efesto mi guardò con commozione e poi aggiunse:
- A presto figlio mio.
Quando fui salito sul van,chiuse lo sportello e io azionai i motori diretto verso la collina mezzosangue con gli occhi che pizzicavano un po'.

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