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C'era una volta una ragazza dai capelli rossi.
Questa ragazza era follemente innamorata di un ragazzo dagli occhi azzurri. Il suo era un amore nascosto da più di due anni, un amore celato dietro tante bugie e false speranze.
Lei, nonostante non credesse al lieto fine, un po' ci sperava.
Sperava tornasse, il ragazzo.
Sperava andasse da lei e non la lasciasse più.
Successe che occhi blu la invitò ad uscire dopo davvero tanto tempo, e non parlo di mesi. Erano passati due anni dall'ultima volta che i loro occhi fossero in contatto per tanto tempo.
Lei accettò.
La mattina si preparò con tanta cura: si mise dei vestiti carini, il rossetto, l'ombretto fatto con molta precisione e il profumo, quello che piaceva a lui.
Dopo scuola i due si incontrarono.
Girarono per tutta Verona, e lei, lei moriva, passo passo.
La domanda sorge spontanea: perché morire quando aveva tutto ciò che aveva sempre desiderato accanto?
Perché la ragazza dai capelli rossi non aveva tanti pregi, ma tra i pochi c'era la grande consapevolezza delle cose.
Ed essere consapevole la fotteva sempre.
Lei passò il pomeriggio a guardare il volto di lui, tremendamente bello, ai suoi occhi.
Era cresciuto, era diventato altissimo. La voce gli era cambiata, ma rimaneva sempre lui. Quel ragazzo che la faceva diventare un po' più debole, un po' più triste, nonostante fosse il suo pensiero costante.
-"Perché le persone sono tristi?"- le chiese all'improvviso.
-"Non sempre si può avere ciò che si vuole."- rispose.
-"Ma la gente insiste, si fa del male, non si rassegna mai, anche quando sa che sarebbe meno doloroso."- la ragazza sorrise debolmente.
-"Sai, non sempre si può sceglierei. A volte, a volte le persone vorrebbero smetterla, vorrebbero cambiare tutto, ricominciare, andarsene. Vorrebbero abbandonare anche ciò che amano. Ma il punto è proprio questo: come puoi scappare da chi ti porti dentro?"- i capelli rossi di lei le coprivano il viso, e nascondevano gli occhi inumiditi.
Lui si fermò, la guardò, la prese per un braccio e la strinse a sé.
Quelle braccia erano casa. Erano la sua casa.
L'altezza di lui la costrinse a sollevarsi sulle punte, cosa che non accadeva quasi mai, essendo già lei parecchio alta.
Era al sicuro da tutto il male e il dolore. Per qualche minuto, era salva.
Occhi blu sospirò, e parve uno di quei sospiri un po' malinconici, di chi sente di aver sbagliato tutto. E allora lei sorrise, pensando che forse anche lui capiva.
-"Mi sei mancato."- sussurrò lei, a voce bassa.
-"Mi sei mancata."-
Quei due ne avevano passate tante insieme, nonostante fossero passati anni da quando lui era suo e lei sua.
Ma forse, un pochino, si appartenevano ancora, senza saperlo forse si amavano.
La ragazza se ne andò con l'odore della pelle di lui addosso, e le cuffie nelle orecchie, trattenendo le lacrime di una felicità purtroppo solo sfiorata.

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