i just sit in silence

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Perdersi.
A volte basta così poco.
Succede che ti allontani da tutto e da tutti per andare alla ricerca di quell'io tanto nascosto, e non trovi più nemmeno ciò che eri.
Ti chiedono come stai, ma non hai una risposta. Non stai male, ma non stai neanche bene. Ed è molto più che provare semplice apatia. Ci sono giorni in cui, banalmente, non stai e basta.
È frustrante. Ti senti appesa ad un filo, costantemente in punta di piedi, con il respiro che pesa sul cuore.
È silenzioso. Non è come essere travolti da qualcosa. È tutto dentro di te, tutto così tuo, e nessuno lo può vedere.
La gente non vede mai. Sempre pronta a dire di esserci per qualunque cosa, ma poi non c'è. Ma tu lasci perdere, lasci perdere sempre, e allora ti accorgi che è tutta una perdita continua, che l'unica cosa che ti rimane è quella sensazione costante di incompiutezza.
Impari a mentire. Mentire ai tuoi amici, alla tua famiglia, a chi ti ha appena conosciuta, e persino a te stessa, quella persona con cui convivi da quasi 17 anni.
Fumi di nascosto, pensi e piangi di notte, scrivi sfoghi a metà dei tuoi quaderni cosicché nessuno possa leggere le tue parole, che sai bene nessuno capirebbe.
Nessuno capisce mai niente, ma tutti si permettono di giudicare, di criticare, di definirti. È più facile.
Egoista, vittima, ribelle, piagnucolona, debole, esagerata, disperata, ingrata, gelosa, pessimista, stupida.
Eppure tu sorridi e ridi, non togli mai le tue maschere, e non lo farai. Tutte le volte che lo hai fatto, ne hanno sempre approfittato. Deve essere soddisfacente colpire nei punti deboli altrui.
Non permettergli di farlo.
So cosa provi. Li sento tutti quei graffi, incisi da chi amavi, sparsi ovunque che non guariscono da un po'. Sento quel fumo che ti brucia nelle narici, in gola e in bocca. Sento la schiena che ti fa male, nonostante tu vada avanti a nuotare, bracciata dopo bracciata.
So che non ti piaci sempre. Ultimamente meno del solito. Percepisco la tua stanchezza, gli occhi pesanti, il cuore debole.
So tante cose. Per esempio, che quel pacchetto di sigarette è solo il primo di una lunga serie, anche se ti eri promessa che sarebbe stato l'ultimo. So che quella dannata piastra ti permette di piacerti appena appena di più. Che vorresti innamorarti e far innamorare. Che vorresti poter parlare con i tuoi senza litigarci ogni volta. So che vorresti abbandonare la scuola, andartene via e vivere senza tutti questi pesi, questo mondo sulle spalle.
Manca quella serenità che in una ragazza di soli 16 anni dovrebbe scorrere nelle vene a ritmo continuo.
Ma nel frattempo, un'altra sigaretta si sta consumando tra le tue dita e nei tuoi polmoni, i tuoi capelli rossicci sono sempre più rovinati, e tu, cara mia, non stai ancora.

Smile Where stories live. Discover now