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Yūri

La proposta di Victor mi lascia senza fiato. Lo sento su di me, sento tutto il suo calore, la sua morbidezza e rigidità che contraddistingue il suo fisico statuario, snello e perfetto. Emozioni contrastanti si stanno facendo la guerra tra di loro, dentro di me. Sono sorpreso, da tutta questa fastidiosa discussione e dalla reazione di Victor; fremo di eccitazione, sentendo l'inguine nudo di Victor strusciarsi sul cavallo dei mie pantaloni; mi scoppia il cuore di impazienza, ma al contempo la paura offusca tutto.
Ogni volta che abbiamo fatto l'amore, sono sempre stato io quello passivo; non ho nessun tipo di rancore nei confronti di Victor, io mi fido di lui, è chiaramente più sicuro ed esperto di me, che, al contrario, sono ancora alla prime armi. A me basta essere certo che nei gesti del mio coach ci sia amore, e non insensata passione di qualcuno che vuole semplicemente portati a letto. Le prime volte non posso negare che il tutto è stato poco piacevole ed abbastanza doloroso, ma il mio corpo, straordinariamente contro corrente con la mia lucidità, non riusciva a fuggire dal pericolo di quel dolore, al contrario, ne chiedeva ancora, senza fermarsi. Essere toccato da Victor, sentirlo dentro di me, tenere gli occhi aperti in maniera forzata ed avere il privilegio unico di poter guardare il colore cobalto delle sui iridi, e sentire le sue morbide labbra graffiarmi appena la pelle, è qualcosa di cui non potrei mai e poi mai privarmi. È come se fosse paradiso ma allo stesso tempo inferno, qualcosa di così bello ma allo stesso tempo così pieno di piacere e controllato dolore.
Ma questa volta è diverso, Victor si è quasi del tutto spogliato, sopra di me, e mi sta chiaramente proponendo di prendere il controllo.
Serro le labbra di scatto e divincolo il capo in modo che il suo viso non sia così dannatamente vicino al mio;
«V-Victor, io non so' cosa...» balbettò agitato.
Mi prende il viso fra le mani, ancora una volta. Il suo tocco in questo caso è estremamente delicato, e non posso fare a meno di socchiudere gli occhi per il dolce sollievo che le sue dita mi trasmettono sulle guance.
«Yūri...» inizia, sbottonando la cerniera della mia giacca, togliendola via con estrema sensualità senza essere troppo frettoloso. Compie lo stesso lavoro con la T-shirt scura che viene gettata sul pavimento, lasciandomi così a petto nudo, con il busto che compie dei movimenti vertiginosi dal basso verso l'alto.
«Sei spaventato?» mi domanda Victor. È ormai privo di accappatoio, completamente nudo su di me. Percepisco dell'eccitazione incontrollata nel suo volto, che gli modifica improvvisamente l'espressione, tralasciando comunque un retrogusto dolce e pacato. Le sue mani sfiorano il cavallo dei miei pataloni, in maniera insopportabilmente provocatoria, per far scivolare via, prima i pantaloni, e poi i boxer, che tenevano intrappolati la mia erezione tesa e dolorante.
Faccio silenzio, non so' cosa rispondere, o meglio, potrei urlargli che sono terrorizzato da ciò che potrei fargli, dall'idea di sbagliare qualcosa e fargli del male, ma il contatto dei suoi muscolosi fianchi che mi percuote lentamente il bacino mi impone un silenzio fatto di gemiti.
«Non ti biasimo, la prima volta anch'io ero terrorizzato, ma...» si mette dritto su di me con l'aiuto delle ginocchia, asciugando dal mio mento alcune gocce umide di saliva che non riesco nemmeno a trattenere.
«Entrare nel corpo della persona che ami e diventare un tutt'uno con essa è qualcosa di indescrivibile...» due delle sue dita si inumidiscono sulla mia lingua, per poi fuggire via e penetrare nella sua apertura con un gemito acuto. I suoi capelli color argento ondeggiano sul suo volto sudato, nascondendo i suoi occhi lucidi, assieme alla fronte corrugata dallo sforzo. Stuzzica se stesso fino a quando non è abbastanza umido ed abituato da ritornare più vicino a me. Gemo ad occhi chiusi quando sento sfiorare le nostre erezioni, ed anche se sono totalmente fuori controllo, sono certo che Victor abbia avuto la mia stessa reazione.
Apro gli occhi quando il suo pollice riprende ad accarezzarmi gli zigomi. Lo guardo, e mi rendo conto di quanto il sorriso sul suo volto sia la cosa più bella della mia vita. È sereno, totalmente assuefatto da me. Mi rivedo molto in lui e nella sua reazione, so' cosa sta provando, ma le sue labbra curvate verso l'alto mi spiazzano.
«Pensi che io non possa accettarti dentro di me?» si china verso il mio viso ed inizia ad ondeggiare su di me, incastonando i nostri volti, così da far arrivare perfettamente il suo sibilo di voce bassa alle mie orecchie.
«Tu sei il mondo di Victor Nikifirov, lo sai? Lascia che io mi apra a te, Yūri. Senti il mio cuore bruciare...»
Quelle parole sono diamanti preziosi che si incastonano con il gioiello incompleto che è lui adesso, senza di me. Devo smetterla di essere insicuro, di continuare ad avere questa stupida paura che tutto vada a monte. Al diavolo, adesso siamo io e lui, ed io mi fido. So' che posso renderlo felice, che posso rendere felici entrambi. Lo bacio, le nostre labbra sono bagnate di saliva, ma ciò non ferma la nostra battaglia di lingue. Avvicino il bacino a lui, prendendolo per i glutei sodi, senza essere troppo violento o aggressivo, dopotutto, voglio essere gentile come lo è lui nei mie confronti. Victor di scatto ritorna diritto, rigido in tutta la sua perfezione, che si erge sotto i mie occhi luccicanti. Si dà una spinta verso l'alto, per posizionarsi bene sopra di me. Mi afferra, facendomi gemere ad alta voce, mentre si lascia scendere, abbandonandosi a me. Sto entrando dentro di lui, e adesso capisco esattamente cosa cercava di descrivermi.
Vorrei imprecare, chiamare il suo nome in cerca di aiuto, graffiargli la pelle e baciarlo fino a farlo morire, perché, anche se vorrei negarlo, tutto questo piacere mi spaventa terribilmente. Non è come le volte in cui è lui a prendere i comandi, e a toccarmi con dolcezza. Victor è caldo e stretto, mentre si muove in maniera regolare su di me, e geme.
Non riesco a vedere la sua espressione, la mia vista è appannata da un velo sottile di passione.
«Y-Yūri! Ah
Peggiora la situazione continuando a chiamarmi con la voce spezzata dal piacere. Mi irrigidisco, mordendomi il labbro e afferrandogli di più i fianchi tesi, spingendolo verso di me ed aiutandolo nelle sue movenze sempre più veloci. Sento che sto per venire, di lì a poco, e forse Victor lo capisce, perché aumenta la sue spinte, afferrandomi le mani ancora salde alla sua pelle, aggrappandosi ai miei polsi come se stesse per cadere.
«Davai Yūri, non fermarti...» lo mugugna a bassa voce, e mi colpisce sapere che sta riuscendo a percepire i deboli movimenti che sto cercando di compire, assecondando il mio ed il suo corpo.
Come ho potuto pensare di poterlo davvero abbandonare?
Anche se perdessi, anche se mi qualificassi sotto il podio, e non convolerei a nozze con lui, qual'è il problema? Senza di lui come farei?
Adesso più che mai capisco che non riuscirei a vivere un solo secondo senza il suo volto, la sua voce, o semplicemente la sua presenza.
Siamo irrimediabilmente due parti uguali dello stesso mosaico, due gocce d'acqua in un mare di caos, che si inginocchia a noi quando facciamo tremare il mondo, insieme.
Vengo, contorcendomi sul posto, e sentendo sullo stomaco il suo liquido bagnarmi la pelle.
Victor si sdraia al mio fianco, con il respiro irregolare, e la mano aggrovigliata alla mia. Volta il capo nella mia direzione, asciugando il sudore sulla coperta morbida e chiara. Mi volto di scatto quando capisco che sta fissando il mio profilo, incantato.
«Adesso posso formulare la mia seconda proposta...» mi dà le spalle per un secondo, allungandosi verso il comodino per prendere qualcosa. Ritorna a graffiarmi la pelle con il suo sguardo, poggiando il peso del suo corpo su di un fianco, mentre aspetto pazientemente ciò che a da dirmi in silenzio, con il fiato corto e il viso rosso. Porge sul mio viso, appena in direzione della mia visuale, il mio anello dorato, che gli avevo consegnato poco prima, in uno stupido impeto che solo adesso capisco quanto sia stato sbagliato.
«Yūri Katsuki, moya lyubov'*, vorresti sposarmi?»
Mi muore qualsiasi tipo di parola in gola, sgrano gli occhi e socchiudo le labbra. Lo stupore non dovrebbe colpirmi poi così tanto, in fondo avevamo già fatto questa strana proposta senza troppe parole, ma sentirglielo dire mi riempie l'anima di spaventosa gioia. Mi muovo goffamente sul materasso, allungano i gomiti sul suo viso, e lasciando intersecare le mie mani fra i suoi capelli dolcemente arruffati.
Mi spingo verso di lui, baciando con estrema delicatezza le sue labbra gonfie e umide da ciò che è accaduto poco prima, come se volessi curarle, guardandolo con un sorriso sicuro e, per la prima volta, privo della mia insolita immaturità da ragazzino spaventato dalle decisioni avventate.
«Si.» gli rispondo.
Sono intossicato da lui, ormai ogni cellula del mio corpo è assuefatta da Victor.

*Amore mio

Sei ovunque ||Victuuri||Otayuri|| ✔Where stories live. Discover now