13° CAPITOLO

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Siamo atterrati da poco più di un'ora, e siamo su un taxi diretti a casa di Riccardo. Non ho ancora chiamato mio padre, anche perché non voglio farlo preoccupare inutilmente domani quando avrò rimesso ordine ai miei pensieri e fatto un po' di chiarezza andrò a casa e gli spiegherò tutto quello che è successo. Sono così confusa in questo momento, Riccardo non ha parlato molto e ho paura di chiedergli qualcosa temo quello che ha da dirmi. Il taxi parcheggia sotto casa sua << sei sicuro di volere che io entri?>> chiedo a Riccardo davanti al cancello di casa sua. Voglio sapere qualcosa da lui, ho bisogno che mi parli, che mi faccia sapere cos'ha intenzione di fare con me, con noi. << Andiamo Bea, avanti>> dice con tono neutro prendendomi per mano e trascinandomi in casa. << Ma i tuoi genitori?>> domando d'un tratto preoccupata. << Sono in vacanza, abbiamo casa libera per un po'>> mi informa appoggiando la valigia accanto all'isola della cucina per prendere un bicchiere di acqua fredda dal frigorifero. Faccio un respiro profondo, prendo tutto il coraggio che ho in corpo e mi avvicino a lui. << Riccardo ti prego parlarmi>> dico con voce supplicante. Si volta lentamente, mi prende il viso fra le mani e mi lascia un dolce bacio sulle labbra, << non ce l'ho con te piccola... so che non è stata colpa tua... ma di quel>> dice cambiando radicalmente il tono di voce. Metto un indice sulle sue labbra per zittirlo, poi mi avvicino e lo bacio. << Su andiamo a dormire>> dice prendendomi in braccio per portarmi in camera sua. Ridacchio come una scema, ma ad un tratto mi sento più leggera, forse perché Riccardo non ce l'ha con me. Ha ragione Riccardo, mi hanno messa in mezzo e Christian....ooo si è comportato meschinamente, come meglio sa fare, è l'unico modo che conosce. Per fortuna ho Riccardo che mi ha fatto aprire gli occhi e mi ha fatto vedere la realtà così com'è: non esistono amici, ci si puo' fidare solo di poche persone a questo mondo. Ci sdraiamo uno accanto all'altra, io mi accoccolo sotto il suo braccio per cercare un po' di protezione e mi abbandono stremata al sonno.

<< Penso sia giusto che io vada a casa per parlare con mio padre>> informo Riccardo mentre siamo seduti sugli sgabelli della sua cucina per fare colazione. << Secondo me non dovresti dirglielo... lo faresti preoccupare ulteriormente>> dice lui mettendo una mano sopra la mia << sai dopo tutto quello che ti è successo, se gli raccontassi anche questa cosa...>> aggiunge. Non ci avevo pensato. In effetti negli ultimi sei mesi ho dato a mio padre fin troppe preoccupazioni e questa aggiungerebbe altro peso sulle sue spalle. Già, forse Riccardo ha ragione terrò per me queste cose, non è successa una cosa così grave in fondo. Continuo sorseggiando il mio caffè e guardo Riccardo intento a leggere il suo giornale.E' la mia ancora di salvezza e non so come farei senza di lui. Mi avvicino di soppiatto cogliendolo di sorpresa, mi insinuo fra le sue gambe e mi accoccolo fra le sua braccia. << Grazie>> dico quasi a un sussurro. << Per cosa?>> chiede lui distogliendo l'attenzione dal suo giornale per guardarmi negli occhi << ti amo>> dice semplicemente, << dovremmo andare a fare un po' di spesa>> aggiunge poi cambiando discorso. Torno in camera e apro la valigia per prendere qualcosa da vestire, indosso un paio di shorts di jeans, una maglietta a maniche corte con una stampa, mi trucco un po' e torno in cucina dove Riccardo mi sta aspettando. << Spero solo di non vedere mio padre>> dico un po' preoccupata. Non so se sia a casa oppure a lavoro, è da un po' che non lo sento effettivamente, forse questa sera dovrei chiamarlo per sentire come sta. Usciamo passeggiando un po' per le strade di Bologna, la città non è molto affollata in questo perido dell'anno, fa molto caldo e la gente è quasi tutta al mare. Arriviamo al supermercato e iniziamo a girare per gli scaffali e prendere le cose che ci servono. << Merda>> impreco poi abbassandomi di colpo su uno scaffale e tirando giù con me Riccardo. << Che c'è?>> chiede Riccardo non capendo. << Ci sono mio padre e Laura>> rispondo. Non penso si siano accorti di noi, Riccardo si alza appena per dare un'occhiata << vieni>> dice poi tirandomi per una mano e portandomi su un'altra corsia. << Cosa?>> chiedo ridendo. << Stavano venendo dalla nostra parte>> mi informa spiando per assicurarsi di non essere scoperti. Inizio a ridere come una scema e Riccardo si gira di scatto per tapparmi la bocca, ma è anche lui divertito da questa situazione. Ci allontaniamo ancora un po' per non essere visti e controlliamo la situazione da lontano, mio padre e Laura stanno prendendo qualcosa dallo scaffale delle merendine. Sono così affiatati e mio padre si vede che è finalmente felice e innamorato, e questo è un motivo in più per non dirgli quello che è successo, già si merita di stare nella sua tranquillità, sono grande abbastanza per cavarmela da sola. Li guardiamo allontanarsi e dirigersi alla cassa per pagare, tiriamo un sospiro di sollievo e ci mettiamo a ridere a crepapelle sotto lo sguardo delle persone che ci fissano come se fossimo due matti.

L'AMORE CAMBIA CHI SIAMO 2 COMPLETADonde viven las historias. Descúbrelo ahora