14° CAPITOLO

734 59 12
                                    

E' domenica e tecnicamente il mio viaggio in Sardegna è terminato ieri sera quando ho chiamato mio padre per avvertirlo che ero atterrata e avrei dormito da Riccardo dato l'orario. Lui ovviamente non sa che sono tornata a casa già da tre giorni, ma questa è una cosa che non dovrà mai sapere. Sto sistemando le mie cose nella valigia perché sto per tornare a casa mia; è stato bello condividere un po' di quotidianità con Riccardo, avere qualche giorno tutto per noi, ma ho voglia di rivedere anche mio padre e Laura e uscire fuori senza aver paura di essere scoperta. << Vado a prendere la macchina>> dice Riccardo prendendo le chiavi e uscendo. Chiudo la valigia e lo seguo fuori salendo sull'auto. << Mi mancherà tutto quello che abbiamo vissuto in questi giorni>> dice Riccardo avvicinandosi alle mie labbra. << Anche a me>> dico baciandolo per prima. Scendo dall'auto per recuperare le mie cose e mio padre esce non appena mi vede. << Beatrice>> saluta abbracciandomi. Lo stringo forte forte e gli lascio un bacio sulla guancia, << ciao Riccardo>> aggiunge poi salutando il mio ragazzo. << Roberto>> fa in risposta Riccardo stringendogli la mano. << Allora come sono andate queste vacanze?>> chiede mio padre prendendo la mia valigia. Riccardo ed io ci guardiamo un po' tentennanti, ma con sguardo complice, << molto bene>> risponde prontamente Riccardo << abbiamo visitato un sacco di cose e ci siamo rilassati su quelle magnifiche spiagge bianche>>. Gli lancio un occhiata divertita e lo guardo mentre segue mio padre all'interno descrivendogli dettagliatamente quel poco che abbiamo visto. << Resti a pranzo?>> gli chiede mio padre versandogli del vino. << Mi piacerebbe, ma oggi pomeriggio arrivano i miei genitori dalla loro vacanza e devo andare a prenderli all'aeroporto....>> spiega. Non mi aveva detto che sarebbero arrivati oggi, beh meglio per lui così passerà un po' di tempo con loro. Mi saluta con un bacio veloce e mi promette di venirmi a prendere quella stessa sera. Mi siedo al tavolo con mio padre e iniziamo a raccontarci di quello che abbiamo fatto in questa settimana di lontananza, mi dispiace mentirgli, con lui sono sempre stata molto sincera e gli ho sempre raccontato tutto, ma questa volta so che è per il suo bene . Salgo in camera mia a sistemare le mie cose e fare una doccia.

<< Laura>> dico entrando in cucina << non pensavo saresti venuta>> aggiungo un po' sorpresa, ma contenta di vederla. Mi si avvicina per salutarmi con un abbraccio che ricambio volentiri. Inizia a chiedermi della vacanze, e intanto le do una mano a preparare la tavola e il pranzo. << Ho visto Elisa, la tua amica, prima in centro.... era con il suo ragazzo... come si chiama?>> chiede retoricamente pensando al nome. << Luca>> rispondo. << Già, loro... erano belli abbronzati>> aggiunge. Una strana sensazione mi attanaglia lo stomaco, un senso di amarezza mi pervade improvvisamente, non ho più pensato a quello che è successo, Riccardo è stato molto discreto in questi giorni.<< Beatrice tutto bene?>> chiede mio padre notando il mio cambio d'umore. 'Merda!' << Si si >> mi affretto a rispondere. Continuiamo consumando il nostro pranzo e parlando di quello che è successo in quest'ultima settimana a Bologna. Dopo aver sistemato i piatti e la tavola, salgo in camera a riposare un po' o meglio per restare un po' da sola con i miei pensieri. Accendo il pc e controllo qualche notizia su facebook. Elisa ha caricato le foto della vacanza, ma in nessuna di esse ci sono io, deve averle fatte dopo la mia partenza. Sono tutti così felici mentre sono in spiaggia e questo mi fa rabbia perché significa che non importa a nessuno di quello che è successo. C'è anche un video, lo apro per guardare. E' di ieri mattina, sono sulla terrazza Umberto I che stanno facendo gli scemi e con loro c'è anche Christian che ride spensierato: che bastardo ha architettato tutto per farmi del male. Spengo il computer perché vedere quelle cose mi fa venire una rabbia accecante, prendo una sigaretta dalla borsa, mi siedo sul davanzale della finestra e l'accendo. Guardo fuori gli uccellini che cantano spensierati e i bambini che si rincorrono lungo la strada. A nessun importa di me, è questo quello che ho imparato in questi ultimi giorni, a nessuno importa di quanto io stessi male... ha ragione Riccardo a nessuno è mai importato il mio bene e nessuno merita di essermi amico. Per fortuna ho lui che mi sta accanto in ogni singolo momento e mi fa sentire amata e protetta. << Da quando fumi?>> chiede mio padre entrando in camera. Mi giro di scatto lanciando il mozzicone di sotto: Roberto Mancini in piedi fisso su di me con lo sguardo glaciale: guai in vista. << Che c'è non si bussa più?>> chiedo stizzita prendendolo in contropiede. << Ti ho fatto una domanda e pretendo tu mi risponda>> continua avanzando verso di me. << Non sono affari tuoi papà, sono grande abbastanza per prendere le mie decisioni da sola... >> rispondo secca. << Cos'è successo mentri eri via?>> chiede con fare indagatore. Dove vuole arrivare? Già, quello che ha detto prima Laura e il mio improvviso cambio d'umore. << Nulla>> rispondo vaga. Mi alzo in piedi e faccio finta di sistemare una maglietta spiegazzata così da potergli voltare le spalle e non guardarlo in faccia. << So che è successo qualcosa... Beatrice ti conosco meglio di chiunque altro e so quando c'è qualcosa che non va>> insiste e il suo tono è cambiato radicalmente, è più dolce e quasi preoccupato. << Sul serio papà...nulla>> rispondo sempre dandogli le spalle. << Va bene, quando e se vorrai parlarmi sai dove trovarmi>> dice remissivo prima di uscire dalla stanza. Tiro un sospiro di sollievo e mi siedo pesantemente sul letto, mi dispiace avergli risposto così, ma delle volte è proprio insistente. Prendo le cuffie e ascolto un po' di musica sperando che mi calmi, ma nulla ho la testa affollata da mille pensieri, così indosso una paio di shorts bianchi e una canotta nera, prendo la borsa e scendo le scale per uscire. Mi affaccio allo studio di papà e lo vedo chino sul computer a controllare qualcosa, mi schiarisco la voce e si accorge di me. << Vado a fare una passeggiata>> lo informo. << Vai da sola?>>  chiede. << No sono con Elisa>> rispondo senza accorgermene. Annuisce e mi fa un sorriso debole prima di tornare a fissare il computer. Esco di casa e mi sento come se avessi corso una maratona per cui non mi ero preparata e non so per quale motivo ho risposto così a mio padre, non so perché gli ho detto che sarei uscita con Elisa quando non è vero. Faccio un profondo respiro e cammino senza una meta precisa. Come ho già detto, non c'è molta gente in giro per la città in questo periodo, sono quasi tutti al mare oppure in piscina. Già, dovremmo andare anche Riccardo ed io in piscina uno di questi giorni. Arrivo in piazza e raggiungo la mia gelateria di fiducia, il gelato guarisce ogni ferita, per cui ordino un cono fragola e limone e continuo la mia passeggiata. Arrivo al parco mi siedo sulla panchina davanti alla fontana e resto a fissare la natura che mi circonda. ' Dio fa troppo caldo anche per me qui' penso sventolandomi una mano davanti alla faccia per farmi un po' d'aria, poi decido di alzarmi e di cercare un po' d'ombra, così alla fine mi rifugio sotto una grande quercia secolare, metto le cuffie e faccio partire un po' di musica. Sono le cinque di pomeriggio e la gente che non è andata al mare esce per fare una passeggiata. ' Merda ma quelli sono Elisa e Luca' penso guardando in direzione dei due che si stanno avvicinando al punto in cui sono io. MI alzo di scatto e mi nascondo dietro l'albero sperando che non mi abbiano vista, sbircio per vedere se sono passati e tiro un sospiro di sollievo quando vedo che sono avanti di qualche metro rispetto a me. Mi giro e faccio un salto per lo spavento quando vedo due occhi profondi e scuri fissarmi << ma sei matto>> dico tirandogli un pugno. << Che ci fai qui nascosta?>> chiede Riccardo sorridendo. << Mi nascondevo da Elisa e Luca>> mi giustifico ancora con il cuore palpitante per lo spavento. Riccardo fa un sorriso beffardo e si siede ai piedi dell'albero chiudendo gli occhi. << Ma tu non dovevi essere all'aeroporto?>> gli chiedo sedendomi al suo fianco. << Si, e ci sono andato, ma i miei genitori sono dovuti ripartire subito... il lavoro chiama>> dice aprendo un occhio solo. << Capisco... e tu...>> inizio a dire, ma mi interrompe, << ci sono abituato, non parliamo di me>> dice e mi fa spazio prendendomi sotto il suo braccio. Gli racconto del piccolo diverbio che ho avuto con mio padre e delle foto che ho visto << c'era anche Christian ed era tutto felice... si sarà divertito a rovinarmi la vita ancora una volta>> aggiungo sprezzante. << Quel bastardo>> commenta Riccardo. << Senti... >> inizio poi prendendo un po' di coraggio << è vero che hai visto Christian qualche mese fa, qui a Bologna?>> chiedo. Riccardo sbarra gli occhi e si tira su dritto << te lo ha detto lui, vero?>> domanda con tono neutro. Annuisco, << scusa non avrei dovuto chiedertelo, so che non me l'hai detto perché volevi proteggermi e non farmi soffrire, non so perché te l'ho chiesto>> aggiungo in fretta. << Già è come dici tu>> risponde semplicemente. Mi avvicino alle sue labbra, e la sua espressione si addolcisce, << scusa sono stata una stupida>> mi scuso. Mi sorprende con un bacio, poi si stacca e mi fa un sorriso << perdonata>> dice semplicemente, e mi sento subito meglio. Decidiamo di andare a prendere qualcosa da mangiare da mcdonald e lo portiamo a casa sua, ci sediamo sul tavolino nella sua terrazza e mangiamo in silenzio. Poi Riccardo si accende una sigaretta e cogliendolo di sorpresa gliene rubo una, << che cattiva ragazza>> mi prende in giro passandomi l'accendino. Gli faccio la lingua e accendo ispirando una buona dose di tabacco. Ad un tratto Riccardo mi prende la mano e se la porta in grembo accarezzandola, è gesto così tenero che mi fa sentire amata nel più profondo. E' attento a qualsiasi particolare. Dopo un po' decidiamo di rientare,scegliamo un film e ci accomodiamo sul divano, il tempo di guardarne un pezzetto che sono già nel mondo dei sogni.

Una luce tenue mi colpisce in pieno viso, così apro a fatica gli occhi e mi accorgo subito di non essere nella mia stanza. Sono nel letto di Riccardo e ora ricordo ieri sera mi sono addormentata sul divano e lui da vero gentiluomo non mi ha svegliata, ma mi ha portata in camera sua. Mi giro, ma non è al mio fianco. Così mi alzo, mi lego i capelli in una coda di cavallo e vado in cucina; lo trovo ai fornelli intento a cuocere delle crepes e sento odore di caffè. << Ciao dormigliona>> dice non appena mi vede. << Ciao>> rispondo abbracciandolo da dietro << che buon profumino>> aggiungo annusando. << Hai fame?>> chiede. Annuisco e mi siedo su uno sgabello. Riccardo serve le crepes condite con marmella di pesche e una tazza di caffè. <<Sei l'uomo ideale>> dico addentando la mia colazione. << Sono quasi sempre da solo, per cui devo saper fare qualcosa>> spiega bevendo un sorso di caffè. Prendo il cellulare che ho lasciato sopra il tavolo e controllo: ci sono quattro chiamate senza risposta e tutte di mio padre. ' Merda' non gli ho detto nulla e improvvisamente mi si chiude lo stomaco per l'ansia. Sarà preoccupato da morire. << Tranquilla l'ho chiamato io ieri sera dicendogli che ti saresti fermata da me>> si affretta a dire Riccardo notando la mia espressione. Tiro un sospiro di sollievo e termino il mio caffè. << Sarà meglio se torno a casa o per me saranno guai seri>> dico alzandomi e prendendo la borsa. Riccardo si alza a sua volta, mi accompagna alla porta, mi da un bacio veloce e mi saluta guardandomi uscire. 'Mio padre sarà furioso' penso mentre perccorro la strada verso casa mia, ieri sera non stavo proprio pensando a nulla, ero completamente rilassata che mi sono dimentica di chiamarlo. Per fortuna l'ha fatto Riccardo per me altrimenti avrei trovato l'annuncio su ' Chi l'ha visto' con la mia foto segnaletica. Sono davanti casa, faccio un respiro profondo e entro. << Beatrice sei tu?>> chiede la voce di una donna dalla cucina, mi avvicino e vedo Laura a tavola con mio padre mentre fanno colazione. << Ciao>> saluto incerta. << Beatrice >> saluta Laura vedendomi. Le faccio un sorriso e noto che mio padre non ha ancora alzato lo sguardo dal suo giornale. Mi sa che sono in grossi guai. << Vuoi del caffè? O qualcosa da mangiare?>> chiede Laura. Scuoto la testa << ho già mangiato grazie>> aggiungo. << Dove sei stata?>> chiede di punto in bianco mio padre fissandomi con uno sguardo pungente. Mando giù un boccone immaginario << penso tu lo sappia>> rispondo. << Dove sei stata?>> chiede ancora una volta. << Da Riccardo>> rispondo. << Avevi paura di chiamarmi?>> domanda. E' molto, molto arrabbiato e deluso. << Scusa, ma abbiamo preso qualcosa da mangiare, poi abbiamo guardato un film e mi sono addormentata>> cerco di giustificarmi. << E ti sei dimenticata di tuo padre?>> chiede frustrato. << No mi sono dimenticata di te... è solo che>> tento, ma mi interrompe << se è così che mi ripaghi Beatrice, dopo tutto quello che ho fatto per te... >> inizia alzandosi in piedi. E' deluso e amareggiato nel più profondo. << Roberto su non fare così>> prova a calmarlo Laura. << Papà... ti prego... >> dico e mi avvicino a lui, ma mi scansa e si avvicina alla porta uscendo. Cavolo, perché fa così? Lo so che era preoccupato perché non l'ho chiamato, ma l' ha fatto Riccardo per me, quindi sapeva dov'ero. Ma allora perché reagisce così? << Era molto preoccupato ieri sera...>> spiega Laura. << So che ho sbagliato, ma sapeva dov'ero>> mi giustifico. << Non capisce perché tu non lo abbia chiamato prima, magari quando avevate deciso di mangiare potevi fargli sapere qualcosa....>> continua Laura. << Non ci ho pensato, ero con Riccardo e stavo bene... non pensavo a nulla>> ribatto un po' seccata. << Beatrice tuo padre non ha mai dormito tutta la notte... ti vede cambiata da quando sei tornata da quella vacanza>> mi informa. << Cosa?>> chiedo scioccata << la state facendo più tragica di quello che è... se papà in questo momento ha altri problemi che non se la venga a prendere con me... ok ho sbagliato, ma adesso mi sembra stiate esagerando>> dico e sono abbastanza arrabbiata. << E' tuo padre Beatrice è si preoccuperà sempre per te... sai che è particolarmente protettivo nei tuoi confronti dopo quello che ti è successo>> dice lei. << Non farmi la morale su mio padre o sulla mia vita... abbiamo sempre vissuto noi due e fino ad adesso ce la siamo sempre cavata da soli>> sto sbraitando come una matta e sono davvero furiosa. Hanno ingigantito la cosa, facendomi passere per quella che non si importa di nessuno se non di sè stessa e poi lei chi è per dirmi queste cose? << Tu non sei nessuno per dirmi quello che devo farmi... non prenderti la briga e non osare pensare di poter sostituire mia madre... lui non ti amerà mai come ha amato lei>> dico ed esco di casa correndo, invasa dal dolore e le lacrime che mi stanno scorrendo lungo il viso senza sosta.

L'AMORE CAMBIA CHI SIAMO 2 COMPLETAWhere stories live. Discover now