Aveva insistito tanto per trascinare la mia valigia ed io glielo avevo lasciato fare, non gli si poteva dire di no.
Eravamo seduti in un fast food e stavamo parlando del più e del meno. Non smettevamo neanche un secondo di parlare, cercavamo di recuperare il tempo perduto. Ci sorridevamo in continuazione e non ci lasciammo neanche un secondo la mano.

La sera andammo in una discoteca per festeggiare il mio arrivo, e non potei fare a meno di sorridere all'idea che ci eravamo conosciuti proprio così. Mi feci bella per lui, anche se cercavo di auto convincermi che lo avevo fatto per me stessa.
Si assicurò che avessi conosciuto tutti i suoi amici, minacciandoli di trattarmi bene e facendomi ridacchiare, e poi mi portò al bancone per offrirmi da bere. Mentre sorseggiavamo i nostri drink e ridevamo di un tipo buffo che ballava, sentimmo una voce pronunciare il suo nome. Immediatamente alzò lo sguardo, e un sorriso divertito gli si stampò sulle labbra. Si scusò e mi lasciò lì, per raggiungere quella ragazza, che mi lanciò uno sguardo di sfida.
Sconsolata, ritornai dai suoi amici, e chiesi a Martina, una ragazza del gruppo, con chi stesse parlando Michele. Mi rispose semplicemente: "Oh, quella? È Rebecca. Vanno a letto insieme."
Anche adesso, a distanza di anni, non trovo le giuste parole per descrivere ciò che provai in quel momento. Non era vera e propria gelosia, più che altro si trattava di delusione. Delusione perché pensavo che tra noi stesse nascendo qualcosa, e lui aveva preferito trascorrere la serata con lei, piuttosto che con me. Feci allora ciò che sapevo fare meglio, mi stampai un sorriso in faccia e mascherai la mia tristezza. Bevvi e ballai con i suoi amici, cercando di non pensare al fatto che lui potesse essere chissà dove a fare chissà cosa.
Mentre ballavamo, una ragazza, che poi riconobbi, Rebecca, mi urlò contro: "Tieni, è il braccialetto del tuo fidanzato, l'ha perso mentre mi scopava."
Non dimenticherò mai lo sguardo malizioso che aveva stampato sul suo volto. Mi venne il voltastomaco all'idea di loro due insieme in uno sporco bagno di una squallida discoteca, così, presa dall'audacia dell'alcol, le risposi semplicemente: "Non è il mio ragazzo, puoi benissimo restituirglielo tu, oppure con tutti i ragazzi che ti fai non ti ricordi neanche più di chi era?".
Ci guardammo in cagnesco per un bel po' e poi mi trascinarono via.
Cercammo Michele per tutto il locale, ma di lui non c'era nessuna traccia, così i suoi amici si offrirono di darmi un passaggio, tanto avevo una copia delle chiavi di casa. Non volevano lasciarmi nel locale da sola ed erano davvero arrabbiati per la sparizione di Michele. Dopo averli ringraziati ed esser scesa dalla macchina, sentii Andrea dire: "Michele è davvero un coglione, si sta lasciando scappare via Alessia nonostante provi qualcosa per lei."

Così è la vitaWhere stories live. Discover now