Capitolo 2 - "Meglio preparati che mai!"

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Diciamo che per qualche congiuntura astrale tu sia riuscito a lanciare la tua domanda d'iscrizione oltre lo sportello, poco prima che la responsabile della segretaria finisse il suo "lungo" turno di ben due ore e mezza, e che per qualche caso il tuo ISEE-U (Indicatore Situazione Economica Equivalente per le prestazioni universitarie) sia stranamente in regola, è con sommo gaudio che ti informo che sei ufficialmente una matricola universitaria! -Yee! Finalmente posso dirlo a tutti, pavoneggiando saggezza che ancora dovrò acquisire!- Aspetta, amico, un momento. Non cambiare ancora la descrizione della tua istruzione su Facebook da "Università della vita" a "Università delle Tecniche Agricole della Pannocchia" e ricorda attentamente che "da grandi poteri, derivano grandi responsabilità." -Tolstoj?- No, Ben Parker.

1) Non è un paese per matricole

Comincia ad entrare nell'ottica che essere iscritto all'università implica, inevitabilmente, che tu vada a seguire le lezioni. -Strano... l'amico del fratello del cugino di una mia amica si è laureato mentre lavorava e...- Ricominci? Cosa abbiamo detto sulle leggende universitarie? Certo, una persona può laurearsi mentre lavora, ma proprio come trovare posto nelle aule studio nei giorni prima di una sessione d'esami (su cui torneremo), è un evento più unico che raro. Quindi, da matricola quale sei non perdere neanche un giorno di lezione, ma solo per i primissimi mesi, intasando ogni aula/corridoio/strada, per poi abbandonare definitivamente gli studi a metà anno. -Sarcastico?- Sì, giusto un pochino. Però è normale all'inizio lasciarsi trasportare dalla cosiddetta "foga da iscrizione", come quando fai un abbonamento quinquennale in palestra pensando davvero di risparmiare e poi molli tutto dopo aver sentito i primi effetti degli squat sul tuo fisico da lanciatore di pop-corn. Ma sto divagando -Sì, giusto un pochino.-

A differenza delle superiori dove cosa studiare e quando era determinato dal professore e tu, da adolescente-incazzato-con-il-mondo quale eri, non dovevi minimamente pensare alcunché, all'università le cose sono ben diverse e ti viene richiesto un minimo di spirito di organizzazione e di time management (che fa tanto british), ossia saper gestire il tempo a tua disposizione. Innanzitutto, partiamo con il dire che l'anno accademico è diviso in momenti ben definiti: i mesi in cui si svolgono le lezioni, dove cerchi di destreggiarti tra le varie aule per seguire anche più corsi contemporaneamente, e poi la sessione di esami, in cui a seconda della fantasia del professore dovrai dimostrare la tua onniscienza nella sua materia. Ripeti tutto questo per tutti gli anni previsti dal tuo piano di studio, o per il resto dei tuoi giorni, e... la senti già l'ansietta dritta sul collo? -Sì... ma alla fine lo scopo qual è?- Il tuo obiettivo finale, intendi? Al netto di racimolare quanti più CFU possibili e portare a termine i progetti paralleli, sui quali ti sarai già documentato... -Hmm?- Appunto. Il tuo obiettivo è quello di riuscire a dare tutti gli esami previsti dal tuo piano di studio (oltre a tirocini vari ed eventuali), cercare di avere una media e una tempistica accettabile, rapire un professore che ti aiuti nello scrivere la tesi e laurearti con ancora tutti i capelli attaccati in testa. Ma facciamo un passo alla volta.

2) "Com'è all'esame 'sto professore?"

Allora, le lezioni dicevamo. In netto contrasto con le superiori, dove le ore di spiegazione erano solo uno spreco del tuo tempo che potevi benissimo investire nei trick con lo skate, all'università le ore di lezione sono fondamentali, almeno in teoria, per portar a casa gli esami, anche quelli il cui nome, se pronunciato tre volte allo specchio, evoca il tuo rettore in mutande. -Ehi, coso... ceh, ma che significa "almeno in teoria"?- "In teoria", perché in pratica per far si che seguire le lezioni sia realmente proficuo a superare un esame è necessario che ci siano le seguenti condizioni:

- Che il professore del corso sia in grado di trasmettere veramente i concetti e gli argomenti che poi verranno chiesti all'esame e che non si perda in discorsi propagandistici solo per alimentare il suo amor proprio;

- Che il professore del corso non abbia altre cariche in enti/CdA/associazioni di avvocati/il progetto Manhattan e che, quindi, sia effettivamente presente alle lezioni, almeno più del 70% delle volte;

- Che nel caso in cui il professore del corso fosse assente (anche per motivi di cui sopra), il suo assistente abbia un certo raziocinio nel comprendere che sta parlando a un gruppo di studenti e non al comitato per l'assegnazione del Nobel e, soprattutto, il fatto che stia sostituendo il professore non fa di lui il professore di ruolo o l'Imperatore Galattico Interstellare;

- Che le dispense proiettate in classe siano effettivamente utili allo studio e non un semplice pretesto del professore, o chi per lui, di dimostrare quanto è bravo a fare le animazioni del testo in Power Point;

- Che frequentare le "ore di esercitazione" sia veramente utile a capire gli esercizi che molto probabilmente ritroverai all'esame e non solo un semplice passatempo per liberare gli assistenti dalle loro tane.

Ecco, se gran parte di queste circostanze sono verificate allora stai frequentando un corso veramente utile a superare il tuo prossimo esame e, forse, stai sognando ad occhi aperti perché un corso del genere nella realtà non esiste. Ovviamente è molto difficile sapere a priori tutto questo e, quindi, informati nei primi giorni di lezione sui temi trattati, sul tipo di professore, quanto materiale c'è da studiare ecc. In alcuni casi, potrà farti risparmiare tempo prezioso che potresti, invece, dedicare ad altre materie più toste o a giocare a calcio balilla, come fanno quelli più "tosti" della facoltà. -Quindi se frequento un corso devo prendere appunti?- Seriamente dici? Seguire un corso per mesi senza prendere neanche un minimo di appunti sarebbe un errore madornale come un cielo senza stelle, ordinare un Happy Meal senza cetrioli o chiedere al professore se basta studiare solo le dispense proiettate in aula per dare la sua materia da 18 cfu, alla quale ha dedicato tutta la sua esistenza. Non farlo, mai! -Ok, ok, ho capito, calma!- No, ho visto fin troppi fare questo errore, non posso permettere di perderne un altro... non fare mai questa domanda!

Bene, quindi, riepilogando, cosa devi fare nei primi giorni di lezione di una nuova materia? -Chiedere a qualsiasi persona nel raggio di 120 m dall'aula del corso cosa chiede il professore all'esame e se vale la pena seguire il suo corso!- Perfetto, cominci ad entrare nella mentalità del tipico studente universitario o di un perfetto stalker, complimenti! -Grazie, ma se non ottengo le informazioni che mi servono?- Beh, non c'è problema: non perdere neanche un micro-secondo nel mandare un email al professore per chiedere delucidazione o a consultare la pagina del corso sul sito della facoltà (tempo stimato 10 minuti) e, invece, precipitati subito su tutti i gruppi Facebook del tuo corso di laurea/facoltà/università e spamma ovunque le tue domande, poco chiare e disperate, sulla materia di cui dovrai dare l'esame solo tra 5 mesi! -Ancora sarcasmo?- Sì, giusto un pochino.

Guida (poco seria) per sopravvivere all'universitàWhere stories live. Discover now