Oltre-tutto.

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Prima del viaggio in Spagna, Chicco mi propose un viaggio con la mente, sicuramente molto meno piacevole del primo: un viaggio all'Inferno.
Ho già detto che eravamo folli, strani e un po' diversi dai più. La nostra storia  ebbe come incipit proprio gli aspetti più cupi, bui e tristi della vita, tutte le esperienze negative che hanno segnato profondamente la nostra esistenza, rendendoci le persone che siamo oggi: fredde, strane, sensibili e insensibili, frustrate, pessimiste, poco fiduciose nei confronti di noi stessi e, in genere, della vita.
La normalità non è mai stata alla nostra portata, difatti facemmo tutto al contrario, andavamo sempre contro corrente, e con noi i nostri pensieri e le nostre azioni. Il 99,9% degli incontri avvengono, naturalmente aggiungerei, vedendo prima la persona in carne ed ossa e scoprendo solo in un secondo momento il carattere. Giusto? No, non sempre, non del tutto. Esiste anche quell'1% che fa l'esatto opposto, che prima si scopre a livello caratteriale e solo dopo decide di squarciare il velo di Maya, dato dall'aspetto esteriore che ci caratterizza tutti. Quell'1% siamo noi, io e lui.
L'Inferno era la destinazione del viaggio, il cuore dell'anima di Chicco, la chiave di accesso al suo porto sepolto, la parte più oscura del suo io, la maschera trasparente del suo essere.
Era quella la strada che dovevo percorrere se volevo conoscere il vero Chicco, una strada metaforicamente "in discesa", ma in realtà completamente "in salita", data la sua complessità. Più scendevo giù, più mi avvicinavo alla sua vera essenza. Come nelle gare: più prove superi, più ti avvicini al traguardo.
<< Cercherò di tenerti sotto una campana di vetro, troppe persone hanno sofferto per colpa mia, tu di certo non sarai la prossima.>>
<<Io non soffrirò, proverò e spererò fino alla fine di far smettere di soffrire te. >>
Furono queste le ultime parole che fui capace di proferire prima di intraprendere questo lungo e doloroso viaggio.
Pirandello ne sarebbe stato orgogliosissimo, stavamo per immergerci in una dimensione priva di maschere sui volti, per addentrarci in una "realtà reale", per conoscere finalmente l'altro sulla base di ciò che è e non di ciò che mostra di essere.
Volti scoperti e animi aperti, corpi nudi e coscienze spoglie che davano vita ad un incredibile mono-dialogo interiore fra interiorità sconosciute.

<<Stasera sono giù. Sai quando ti senti impotente? Nel senso che non puoi più far nulla per salvare qualcuno? Ecco..mi sento così.>>
<<Sì, purtroppo capisco perfettamente, ma ti senti così per qualcuno in particolare o è uno stato d'animo passeggero senza un perché ben preciso? Mi dispiace.>>
<<Mi sento così per me stesso. Sarò sincero, credo di essermi arreso.
Beh inevitabile, dopo tanto anche Atlante il Titano fu schiacciato dal peso, no? >>
<<Perché dovresti esserti arreso o arrenderti? Tu sei forte e non hai nemmeno motivi per gettar la spugna.>>
<<Questo è quello che la gente crede, spingiti oltre...l'appparenza alle volte inganna, ed io ne sono l'esempio. Portatore di una storia, relegato a non poterla narrare.>>

E continuò...

<<Un passo per un passo, io ti do un pezzo di storia, in cambio ne voglio uno tuo...ci stai?>>
<<Non saprei, non so se ci conviene...vorrei starci, però!>>
<<Immaginavo sai?>>
<<No, non è vero, io ancora non so molto di te, non so quanto effettivamente sei forte, ma so già che puoi farcela!>>
<<Ma io so di farcela.>>
<<La storia che non puoi narrare, a me, se vuoi, puoi narrarla! Io sono qui ad ascoltarti, curiosa di conoscerla questa storia. Se dobbiamo conoscerci reciprocamente e anch'io devo raccontare la mia, facciamolo!>>
<<È solo che alle volte, mi rendo conto di quanto io sia solo una costruzione finta. So benissimo cosa sono, ed il fatto che tu mi reputi una brava persona, beh mi fa rabbia. Rabbia con me stesso, perché ti mostro solo il bello. Senza farti vedere il buio.>>
<<Ma no, non è vero! Io non posso sapere, attualmente parlando, cosa è capitato in questi vent'anni della tua vita, ciò che fa parte della tua storia essenzialmente non lo conosco, non ho ancora aperto questo libro, non ho ancora fatto il salto nel passato, sono rimasta al presente. Del presente stesso non conosco tutto, chissà quante cose non mi hai detto e quante cose non sono riuscita a dedurre da sola. Sbagli quando sostieni di mostrarmi solo la parte bella, tenendo nascosta quella buia. Possibilmente sta accadendo lo stesso per me in te. Semplicemente penso che non ci stiamo mostrando e che forse mai lo faremo, fino in fondo.>>
"Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti" diceva Pirandello. No, non questa volta, non con Chicco. Io lo avrei smascherato e aiutato. Volevo riuscirci davvero, non era solo un viaggio, era diventata anche una gara e io avrei vinto, oltretutto.

Sconosciuti amanti come in tela di Magritte Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora