Capitolo 5 - Pat Bennett

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La metropolitana era affollata come al solito. Connie entrò di corsa mostrando il tesserino di servizio e salì in vettura qualche istante prima che si chiudessero le porte.

Si guardò attorno e lo vide: seduto accanto ad una signora ben vestita con un portadocumenti da avvocato c'era un giovane, neanche vestito tanto male, lo sguardo attento, famelico. Un borseggiatore.

Lo guardò fissamente a lungo. Il ragazzo si sentì osservato, abbassò lo sguardo poi lo risollevò per vedere se lei continuava a guardarlo.

Connie scostò un po' la giacca per mostrare la placca della polizia. Il ragazzo finse indifferenza. Connie scostò di più la giacca perché lui potesse vedere le manette.

Il ragazzo capì che non era il caso di rischiare. Appena il treno si fermò scese. Quando le porte si richiusero la guardò attraverso il vetro drl finestrino e sillabò con le labbra:

"FOT-TI-TI--TRO-IA!" sorridendo e mostrando il dito medio levato in alto.

Anche Connie sorrise: aveva una buona memoria visiva e si sarebbe ricordata di quel volto a tempo debito.

*******

Il tenete Bennett era alto, magro e pelato. Gli mancavano due o tre anni per la pensione. Accolse Connie con un grugnito e le fece cenno di sedere. Finì di leggere un rapporto, lo firmò e lo mise da parte. Si oscurò in volto.

"Connie, cosa mi combini? Miller mi ha raccontato, in confidenza, di ieri sera. Sei impazzita, per caso? Hai lasciato il tuo posto per andare sulla scena di un omicidio?"

"Miller tardava. Quando Hays ha chiamato sono accorsa ..."

"Il tuo compito, quando è il tuo turno di notte, non è accorrere ma coordinare le operazioni restando in ufficio! Perché sei andata? Meno male che Miller non lo ha scritto nel rapporto ..."

Connie esitò poi si fece coraggio.

"Mi è sembrato che fosse un omicidio di quelli sui quali ..."

"Lo so, lo so: uno di quelli sui quali indagava Frank quando è stato ucciso. Connie devi chiudere con questa storia! Connie tu devi cooperare con tutti gli altri. Tu non vai d'accordo quasi con nessuno. Sei stata promossa e..."

"Sono stata promossa e nessuno dei colleghi vuole prendere ordini da una donna ..."

"Oh, piantala! Non dire che gli altri non collaborano con te perché infilata  nelle mutande hai una passera invece di un pisello! Eri un bravo agente, sei stato un bravo sergente ma devi capire che non sei stata promossa ispettore per merito. Sei stata promossa perché quella femminista pompinara della Meggy Epstain ha tirato fuori la storia del maschilismo nella polizia di questa città. Così per chiudere la faccenda hanno promosso quella che aveva più servizio, cioè te, scavalcando uomini che aspettano la promozione da tempo. Forse qualcuno ha il dente avvelenato, non credi?".

"E allora perché invece di mandarmi in strada sono stata murata viva nell'archivio centrale a muovere la polvere da pratiche vecchie di anni?"

"Senti Connie, ti voglio bene, lo sai! Io e tuo padre Vincent eravamo compagni di pattuglia. Io gli promisi di prendermi cura di te e questo lo sai bene. La polizia è una grande macchina con tante ruotine. Dietro ogni ruotina c'è un agente. Ognuno, anche tu, deve far girare la sua ruotina perché la macchina funzioni ..."

"Però mi è toccato finire laggiù ..."

"Connie finiscila! Sei una scassacazzi, è chiaro? Hai un turno di riposo, vai a casa, riposati, leggi un romanzo, vai al cinema, vai dalla parrucchiera, fatti la manicure, scopa con Tommy, fai quello che vuoi ma ..."

"Ma perché i problemi delle donne si devono sempre risolvere scopando?"

"Il perché non lo so, ma per un uomo funziona così e basta. Ora vai perché mi hai fatto venire mal di testa ...".

Il tenente si sedette indicando con la mano la porta dell'ufficio.

Connie uscì senza ribattere.

La Bambola - Un delitto per l'ispettore Connie SantinoDonde viven las historias. Descúbrelo ahora