Capitolo 32 - Compleanno

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Uscire dalla metropolitana fu, per Connie, come ritornare indietro nel passato. Rivide il suo vecchio quartiere, le sembrò sempre uguale come se il tempo si fosse fermato. Ritrovò i colori e gli odori della sua infanzia e della sua giovinezza. Il quartiere era abitato da immigrati, italiani e irlandesi con una piccola quota di afroamericani, di seconda e terza generazione

Passò davanti al negozio di Walt Mancini, il fornaio che, in piedi sulla porta, la riconobbe e la salutò allegramente. Girò all'angolo della macelleria di Eamon Ryan, il cui figlio era stato suo compagno di banco. Salutò Gina Santangelo, la fioraia, dalla quale si fermò per comprare i fiori per i suoi genitori. Gina era in vena di chiacchierare.

"Connie, è una vita che non ti vedo!"

In realtà erano solo tre settimane ma Gina amava esagerare.

Entrò nel bar di Tony Murano. Vide le solite facce, Marty, Russel e Karl, tre perdigiorno che le malelingue dicevano che vivessero di piccoli reati. Connie si avvicinò a Russell.

"Ti devo parlare, Russ" sussurrò.

Uscirono dal bar. Russell si guardò attorno come per accertarsi che nessuno li potesse ascoltare.

"Dimmi Connie, cosa volevi dirmi? Niente paternali o prediche, ok?" biascicò con voce pastosa già di prima mattina. Connie lo guardò negli occhi e Russell non resse lo sguardo.

"Russell, stai frequentando brutta gente. Ho chiesto a quelli della narcotici e il tuo nome è molto ben conosciuto. Smetti di fare lo stronzo e cercati un lavoro serio, tua madre ne morirebbe se io dovessi arrestarti, e sai che lo farei, vero?"

Russell annuì e, senza proferire parola, se ne tornò nel bar. Connie scosse la testa sconsolata.

*******

La casa dei suoi era una villetta a schiera lungo la strada che, in leggera pendenza, portava al porto. Benché non fosse una strada elegante, le case erano tutte decorose, pulite e riverniciate da poco.

Connie fece per salire i quattro gradini che dalla strada portavano all'ingresso. Vide che era stata finalmente installata la rotaia che permetteva di far salire e scendere la sedia a rotelle di suo padre. Suonò e dopo qualche secondo sua sorella Deborah spalancò la porta e l'abbracciò.

"Ciao Debby ... " poté solo dire prima che i due nipoti, Angela e Norman, la assalissero. Lei fece appena in tempo a consegnare i fiori alla sorella. Per loro, Connie era paragonabile ad un supereroe. Mentre Angela, la più grande, la prendeva per mano, Norman, il più piccolo, le salì prepotentemente in braccio e le strinse il collo con una presa implacabile e coprendole la guancia di baci.

Inutilmente Debby cercò di liberarla, l'unica cosa che poté fu fare esclamare "Bambini, accompagnate la zia dal nonno!"

*******

Entrarono tutti e tre nella sala da pranzo, Il marito di Debby, Aaron Kyle, era seduto a fianco di Vincent e gli spiegava le ultime novità del mercato borsistico che l'ex-poliziotto ascoltava educatamente senza capirci nulla.

Connie si inginocchiò a fianco della sedia a rotelle e abbracciò il padre. Riuscì solo a dire "Ciao papà, buon compleanno" che la commozione le bloccò le parole in gola.

"Ciao piccola ... " furono le sole parole che Vincent disse abbracciandola. Restarono stretti qualche secondo poi lei si alzò. Guardò suo padre e lo trovò invecchiato, solo gli implacabili occhi azzurri che rendevano il suo sguardo vivo e vigile erano inalterati. I capelli, ormai tutti bianchi, e la rete di sottili rughe, che solcavano il volto, denunciavano il tempo e le vicissitudini che il sergente Vincent Carmine Santino aveva dovuto sopportare.

La Bambola - Un delitto per l'ispettore Connie SantinoWhere stories live. Discover now