Chapter 26

979 97 59
                                    

"Coraggio Sa'" sorride Emma

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

"Coraggio Sa'" sorride Emma.
Sono due ore che sono fuori scuola, non posso credere di aver detto quelle cose a Shawn, vorrei solo scomparire.
"Muoviti" mi incita "È cotto di te, siete endgame"
"Ma smettila" sbuffo.
"Sarah" sono ore che cerca di convincermi, e io non ho la più pallida intenzione di entrare.
"Ha già accettato di uscire con te"
"Ma sarà imbarazzante" ribatto
"Ma uscirai con lui" saltella
"Devi smetterla" Scuoto la testa
"Di far cosa?"
"Di fare la fangirl"
Alza gli occhi al cielo "Entra" indica l'entrata.
Annuisco e mi affretto ad entrare prima di avere dei ripensamenti.
Entriamo nell'aula di chimica e io vado a sedermi al mio posto, Shawn non c'è ancora.
"Vado a letteratura" mi richiama Emma "Ci vediamo dopo"
Si volatilizza prima che possa fermarla.
Apro gli appunti di chimica, convinta che mi interrogherà dato che ho saltato il compito.
Dalla porta entra un gruppo di studenti, probabilmente arrivati tutti insieme con la metro, succede spesso che alcuni alunni arrivino insieme, dato che la metro è uno dei mezzi più comodi in città.
Shawn sorride e si siede accanto a me, senza proferire parola.
"Niente passaggio?" chiedo, cercando di rompere il ghiaccio.
"No" ridacchia, scuotendo la testa.
"Hai studiato? Penso che oggi ci chiamerà" prosegue.
Scuoto la testa "Mi è totalmente passato di mente e lo studiare insieme in biblioteca non mi è stato utilissimo" Rido, dandogli un pugnetto.
"Ehi colpa tua che non eri concentrata" alza le mani.
"Che?" alzo un sopracciglio ridendo "Sei tu che sei andato nel bagno minimo quattordici volte nel giro di due ore"
"Sì sì certo. È l'età che si fa sentire"
"Mi sembra giusto" Annuisco.

"Bene ragazzi" il professore entra in aula, seguito da un improvviso silenzio.
L'attenzione di tutti è rivolta alla porta, non al professore, in realtà nessuno ci presta molto caso, ma alla studentessa entrata subito dopo di lui.
Alcuni sembrano riconoscerla, abbassano lo sguardo intimoriti, altri invece la fissano confusi, probabilmente dal suo radicale cambiamento esteriore.
Nessuno proferisce parola e lei se ne sta lì sulla porta, con le braccia conserte e l'aria di sfida.
I suoi occhi indagatori scrutano la classe, per poi soffermarsi su di me.
Afferro la mano di Shawn e la stringo istintivamente, non per cosa ci siamo detti ieri, ma perché ho bisogno di sostegno e lui sembra capirlo, anche senza conoscerne la ragione.
"Sono Isabelle Blanchard" quelle parole sembrano colpirmi prepotentemente.
Non può essere lei. Non voglio che sia lei. Ero finalmente riuscita ad andare oltre.
Shawn mi tira la mano con cui lo sto stringendo e io mi volto verso di lui.
"Scusami" mormoro, devo averlo stretto parecchio.
"Va tutto bene?"
Annuisco, anche se sono convinta che la mia espressione dica il contrario.
"Professore" alza la voce Shawn, spostando lo sguardo e attirando l'attenzione di tutta la classe "Sarah non si sente bene, posso accompagnarla in infermeria?"
Gli lancio un'occhiataccia che lui ignora.
"Mendes, sappi che se questa è una scusa per evitare l'interrogazione io-"
"Andiamo non vede quanto è pallida?" Non si è mai rivolto così ad un professore, non in mia presenza.
"Va bene" acconsente "Andate"
Shawn riafferra la mia mano incurante di come possano interpretare gli altri e andiamo verso l'uscita dall'aula mentre io cerco di evitare lo sguardo di Isabelle e degli altri.

"Si può sapere cos'hai?"
"Sono solo stanca"
"Oh non cominciare con le solite scuse"
Lo guardo per qualche secondo negli occhi "Perché sei così preoccupato?"
"Perchè sembravi un fantasma in quella classe, non mi hai mai stretto così forte e ho temuto che stessi davvero male"
"Mi dispiace" sussurro, abbracciandolo.
"Conosco Isabelle" spiego "E non sono stata per niente felice di rivederla" mi allontano.
"Me ne sono accorto" sospira "Almeno mi hai stretto la mano" ridacchia, cercando di rendere più allegra la situazione.
Forzo un sorriso e lui mi conduce verso l'infermiera.
"Capiranno che non ho nulla" gli faccio notare.
"Nah, tu dì semplicemente di aver avuto dei giramenti e loro cominceranno con il solito monologo sullo stress adolescenziale e sul dormire di più" ride.
"Sì, hai ragione"
"Ti aspetto qui?" chiede
Sposto lo sguardo dallo porta e mi fermo a guardarlo, per poi scuotere la testa "No, entra con me"
Annuisce e mi segue nella piccola stanza dove dovremmo trovare l'infermiera.

Non c'è nessuno, ma succede spesso, molti si fanno male e l'infermiera è costretta a cercare nei vari magazzini il necessario per aiutare gli studenti, la stanza è troppo piccola per tutto il materiale.
Così ci sediamo su due sedie scure e attendiamo il suo ritorno.
Appoggio la testa contro il muro e chiudo gli occhi sospirando.
"Non so cos'è tornata a fare qui" ammetto.
"Eravate... in buoni rapporti?"
riapro gli occhi e sposto il mio sguardo su di lui "Era la mia migliore amica" dico "Ma a quanto pare ha preferito andar via nel nulla"
Lui fa per parlare, ma poi rinuncia.
Probabilmente sa che sarebbe meglio non parlare di questa questione, per adesso almeno.

"Perchè?" chiede, all'improvviso.
Mi volto confusa verso di lui " 'Perchè' cosa?"
"Perché mi hai improvvisamente chiesto di uscire?"
Sapevo che prima o poi l'argomento sarebbe stato tirato in ballo.
"Non hai fatto altro che ripetermi che ero solo il tuo migliore amico per settimane, perché vuoi uscire con me?"
Ha lo sguardo verso un punto indefinito "Lo so che hai altro a cui pensare, ma vorrei una risposta" sospira.
"Non posso dartela" ammetto, lui si volta "Non so neanche io perché te l'ho chiesto. Anzi lascia perdere" mi alzo "Lascia perdere quella conversazione"
Esco dall'infermeria sotto il suo sguardo confuso.
Ora come ora voglio solo andare a casa, anche se è contro le regole.
L'arrivo di Isabelle mi ha sconvolta e quello che ho detto a Shawn ieri me lo ha solo fatto sentire più lontano.
Mi rintano sul comodo divano di casa mia e chiudo gli occhi, cercando di mandar via ogni pensiero.
Non voglio piangere, sarebbe assurdo, sono solamente stanca.

Controllo l'orario dopo essermi appisolata per un pò, almeno la metà degli studenti sarà già uscita da scuola.
Ci sono vari messaggi di Emma che mi chiede dove sono e un paio di messaggi di Cameron che non ho il coraggio di aprire da questa mattina.
Non c'è nulla da parte di Shawn, ma dopo quella conversazione me lo aspettavo anche.

Richiudo per qualche secondo gli occhi, finchè il campanello non ottiene la mia attenzione.
Vado ad aprire la porta, aspettando di trovarmi davanti mia madre o Emma.
Mentre succede tutto abbastanza velocemente, apro e il ragazzo dai capelli scuri mi supera, diretto in cucina.
Mi stroppiccio gli occhi ancora assonnata e chiudo la porta.
Entro in cucina e trovo Shawn trafficare con il microonde.
"Ma cosa stai facendo?" chiedo confusa.
"Mi hai promesso un appuntamento"
usa un tono ovvio senza neanche guardarmi.
"Ti avevo detto di dimenticare la conversazione"
"Sai che non ne sarei capace" si volta verso di me, dopo esser riuscito a far partire l'aggeggio.
Non voglio neanche pensare a come abbia giustificato la mia assenza a scuola.

"Shawn" sospiro "Voglio solo continuare ad essere tua amica, è solo che tu sembravi davvero capirmi e-"
"Senti Sarah" sbuffa, sedendosi al tavolo della cucina "Siamo solamente due amici che mangiano muffin, okay?" Mi fa segno di prendere il sacchetto dal microonde e io glielo porgo.
"Voglio essere sincero con te" mi fa cenno di sedermi "Quando mi hai detto quelle cose ieri, avrei voluto urlare come un ragazzina" ride, grattandosi la nuca "Tu... tu mi piaci, davvero. Ma poi mi sono chiesto il perché della tua scelta"
La mia mente resta ferma all'inizio della sua frase "Io ti-"
"Non mi interrompere" dice "Io voglio solo starti accanto, perché sono consapevole che tu in questo momento non stia capendo nulla della tua vita"
"Cosa ne sai?" alzo un sopracciglio
"È così per me, per tutti" ammette "La verità è che la vita è qualcosa di incomprensibile, nonostante tu non faccia nulla, a differenza della felicità, che è una possibilità, la tristezza è una certezza" apre il sacchetto che ha davanti "Devi solo imparare che ogni attimo di felicità è più prezioso di anni di tristezza, ed è anche più raro e-"
"Mi piaci anche tu" ammetto, rompendo il filo del suo discorso.
Lui alza lo sguardo verso di me
"E non c'è un perché, è così e basta"

Words ➳ Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora