CAPITOLO 23 - LA TREGUA

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Quando finii di sistemare sul tavolo ciò che avevo comprato in farmacia, Harry si alzò per portare il contenitore del brodo in cucina.

L'aveva bevuto tutto e quella constatazione me la feci bastare come gratificazione per la fatica che avevo fatto a preparalo. Di certo non mi aspettavo un grazie; ero convinta che fosse incapace di un qualsiasi gesto che esprimesse gentilezza.

Presi la nuova steccatura con le bende e mi avvicinai a lui, sul divano.

<<Sdraiati>, gli dissi, il più gentilmente possibile.

<<Quella non la voglio. Mi da fastidio e non posso fare niente quando la indosso>>.

<<Se ti può interessare hai un dito fratturato. Se non la indosserai ci metterà molto di più a guarire e ti si formerà un brutto callo osseo. Vedi com'è gonfia la mano?>>.

Lui sembrò pensarci su per qualche istante e poi, riluttante e girando la testa da un lato, mi porse la sua mano.

Quando terminai, vidi che i suoi tremori stavano ricominciando. Era vestito ancora con gli abiti di lino della sera precedente. Raccolsi lenzuolo e coperta da terra e glieli sistemai addosso; poi presi il termometro e glielo porsi.

<<Hai 39°C di febbre>>, gli comunicai, quando mi restituì il termometro. Presi una compressa tra le medicine che avevo comprato e gliela porsi, assieme a un bicchiere d'acqua. <<Devi prendere una di queste ogni sei ore, fin quando non sarà passata>>.

Non riuscivo nemmeno a guardarlo in faccia mentre parlavo, talmente ero in collera con lui.

Harry invece sembrava essersi rilassato; con la coda dell'occhio potevo vedere che scrutava ogni mio movimento e che, ogni tanto, l'accenno di un sorriso appariva sulle sue labbra, ma forse era solo una mia impressione, perché appena mi giravo a guardarlo il suo bel volto tornava serio. Era davvero un gran peccato che un ragazzo così bello fosse anche così cattivo.

<<Hai dato di stomaco stamattina?>>.

<<No, non più>>.

<<Bene, allora stasera mangia del the con fette biscottate e mi raccomando, niente... >>.

<<... birra>>, proseguì lui. <<Si, lo so. Me l'hanno già proibito quei traditori>>.

A quell'espressione non potei fare a meno di farmi sfuggire un sorriso e lui se ne accorse.

<<Non c'è niente da ridere. Mi fa schifo l'acqua... e anche il the>>.

Era buffo con quell'espressione imbronciata e per un po' dimenticai il suo caratteraccio, riuscendo ad allentare la tensione che mi serrava lo stomaco.

<<Sarà solo per qualche giorno, non preoccuparti. Poi potrai tornare ad ubriacarti ogni volta che vorrai>>, gli dissi alzandomi dal divano e raggiungendo di nuovo il tavolo per posare il bicchiere vuoto. Finalmente mi sentii più rilassata e anche se Harry era tutt'altro che gentile, per lo meno erano dieci minuti di fila che comunicavamo come persone normali.

Presi un tubetto di crema per gli ematomi. Le sue contusioni sarebbero sparite più in fretta con un piccolo aiuto, anche se dentro di me sperai che impiegassero più tempo del necessario.

Ma perché? Perché desideravo una cosa del genere? Harry non si era rivelato affatto quello che mi aspettavo. Era un arrogante. E un maleducato e... e allora qual era il mio problema?

Quando vidi che Harry stava per chiedermi qualcosa lo precedetti.

<<È per le contusioni e gli ematomi. Guariranno più in fretta>>.

Poachers || H.S. Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt