EPILOGO

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UN MESE DOPO...

HARRY

Finalmente sto tornando a casa.

Non ci posso credere, dopo tutto questo tempo. Ora che l'aereo sta per atterrare mi sembra più reale, più vero.

Chiudo gli occhi per qualche istante, solo per farli riposare. Sono arrossati e mi bruciano per le troppe ore di veglia a cui sono stato sottoposto nell'ultimo mese. Forse sono arrossati perché sono verdi e gli occhi chiari si sa, sono molto più delicati di quelli scuri.

Ma la cosa più probabile è che siano ridotti così per le lacrime. Le troppe lacrime che hanno versato nei giorni scorsi. Più di quante ne abbiano versate in tutta la loro vita.

<<Allora, come finisce la storia? Non vorrai mica smettere di raccontarcela sul più bello?>>.

<<Ha ragione Corinne, Harry! Dai forza, continua!>>.

Dio come sono irritanti! Sono dieci ore che parlo ininterrottamente con queste due pesti e ancora non si sono stancate.

<<Lasciate in pace il ragazzo, per favore?>>, cerca di intervenire la madre dei due demoni travestiti da bambini che siedono accanto a me da troppe ore, ma invano, ovviamente.

<<Solo un momento. Vado a controllare una cosa e poi torno>>, gli rispondo, sperando di placarli, almeno temporaneamente.

Quando mi reco da Richard Addams, tre file dietro alla mia, sta dormendo come un bambino. Ora che il suo volto è rilassato posso notare la somiglianza incredibile che ha con la figlia. Ancora non mi spiego come ho fatto a non arrivarci prima, conoscendolo da molto prima di lei.

Lei. La mia Christine. Ogni volta che ripenso a quello che è successo in Africa mi sento morire. La mia piccola, dolce, testarda ragazza che fino ad allora era tutto il mio mondo e neanche me ne rendevo conto.

Mai avrei potuto immaginare che il destino mi potesse giocare un tiro simile: Green Eyes, il famigerato bracconiere, il più temuto criminale al quale la mia squadra abbia mai dato la caccia, era proprio suo padre.

Per nove anni era stato creduto morto e sepolto e invece eccolo qui, davanti ai miei occhi, mentre qualcun altro è finito sotto terrà proprio a causa sua e di gente come lui. E ci sarei finito pure io se i miei amici e colleghi non mi avessero salvato, quella notte di tanti mesi fa.

Non posso fare questi pensieri senza avvertire violenta dentro di me la sensazione di spaccargli la faccia a suon di pugni... ma cerco di trattenermi, di essere professionale, come dice il mio capo.

Il bastardo aveva architettato tutto e nei minimi dettagli. Il modo ignobile in cui aveva ingannato moglie e figli per anni, procurando loro un dolore senza fine, mi fa accapponare la pelle. Come si fa a inscenare la propria morte, pur sapendo che la tua famiglia ne uscirà devastata? Non me lo so spiegare.

Eppure lui è riuscito a farlo, ad ingannare tutti.

Ai miei colleghi che lo hanno interrogato ha raccontato di come nove anni prima avesse fatto recapitare un corpo carbonizzato in Italia, al posto suo, e bello sistemato in una bara pronto per la sepoltura, per simulare la propria morte, corrompendo le autorità locali per far sì che il tutto fosse corredato persino di un certificato di morte autentico.

La sua famiglia, ovviamente, non ha mai sospettato nulla, anche se il cadavere non fu riconoscibile. Accettarono per buone le spiegazioni contenute in una lettera che la signora Addams ricevette a casa dal Governo del Congo, in cui le spiegavano che il marito era stato ostaggio di pericolosi criminali e che in seguito alla sua ribellione lo avevano ucciso e poi ne avevano bruciato il corpo.

Poachers || H.S. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora