capitolo 35

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PARTE SECONDA

Vita in Giappone

Venerdì 05 agosto

Sono trascorse tre settimane da quando Bea, Marta ed Elisa sono partite in Italia.
Con Bea ci siamo sentite, all'inizio tutti i giorni, poi tra impegni suoi e miei, le chiamate sono andate a scemare, ma la nostra amicizia rimarrà viva per sempre.
Domani sarà un mese che lavoro al museo K.Kondo, ed è stato il periodo più intenso mai trascorso nella mia vita.
La storia tra me e Koan va a gonfie vele, anche se il lavoro durante il giorno ci tiene occupati. La sera la riserviamo solo esclusivamente per trascorrerla insieme.

Si sono fatte le sei e qui in galleria non è rimasto nessuno, la responsabile la Signora Osaka, è dovuta ripartire per un imprevisto in Europa, ho fatto in tempo a conoscerla per qualche giorno.
Anche Yu è già andata via, siamo rimasti solo io e Satoshi.
<<Secondo te questi galleristi accetteranno questa offerta?>>
Mi dice Satoshi mentre mi inoltra la mail delle richieste al mio computer.
Io la apro e la guardo.
<<Aspettiamo ancora qualche giorno, poi chiederò a Koan se è il caso di alzare la posta. Queste opere sono incredibili, le voglio!>>
Il lavoro qui al museo mi ha completamente assorbita, e voglio che arrivi ad essere una galleria dinamica.
Ho predisposto esposizioni di alto livello per i prossimi sei mesi, grazie anche a Yu e Satoshi, che sono degli ottimi collaboratori.
Mentre sono concentrata a mandare una mail alla Signora Osaka, per tenerla aggiornata di come trascorre il lavoro a Tokyo, sento la sensuale voce di Koan davanti a me.
<<Non starà lavorando troppo Signorina! Non voglio che ti stanchi.>>
Alzo gli occhi, e vedo davanti a me così tanta bellezza da farmi sentire un rospo; ma come fa ad essere sempre così fresco alla fine di una giornata di lavoro intenso!
Nello stesso momento entra Satoshi in ufficio.
<<Senti Diletta, perché non lasciamo tutto a domani, e ci andiamo a bere qualcosa da qualche parte?>>
Mi dice mentre è intento a guardare alcune scartoffie ignorando la presenza di Koan.
<<Ehi Satoshi! Ci stai provando con la mia ragazza?>>
Lo ammonisce Koan, in tono serio in un sorriso soffocato.
Satoshi alza gli occhi, lo vedo diventare di un pallore cadaverico e in evidente agitazione.
<<Oh mi scusi Signor Kondo... non l'avevo vista... Io... io non volevo... era solo un invito innocente...>>
Ma quanto sarà spietato Koan, a metterlo in difficoltà in quel modo. Non nascondo che la scena è veramente divertente, ma taglio corto.
<<Tranquillo Satoshi, sarà per un'altra volta!>>
Gli dico pacata.
<<Okay... Beh allora io vado... io vado, Signor Kondo, a domani Diletta!>>
Dice balbettando e si dilegua all'istante.
Mi alzo e mi avvicinò a Koan, e lo prendo per il risvolto della giacca con le mani.
<<Sei davvero crudele Koan, mettere in imbarazzo un così bravo collaboratore.>>
Lo rimprovero.
<<Ah... Adesso sarei io il crudele se ti difendo dai mosconi che ti ronzano intorno.>>
Mah... Sta dicendo sul serio? È impazzito!
<<Senti Diletta, stasera ho in mente una cena speciale per noi due. Ho alcune cose da dirti...>>
Mi dice cambiando completamento discorso, e attirandomi fin su al suo metro e ottanta per baciarmi, io sono completamente in punta di piedi, ma le sue forti braccia mi sorreggono benissimo.

Ci avviano verso l'uscita mentre il museo si riempie di guardie notturne.
<<Aspetta Koan... È da diverso tempo che volevo chiedertelo.>>
Gli dico mentre lo prendo per mano e ci dirigiamo verso la "Saletta delle luci bianche".
Entro dentro e la maestosa stampa che occupa quasi tutta la parete è lì, sempre al suo posto, con le sue luci essenziali per creare mistero al dipinto.
<<Volevo sapere se sai chi sono i personaggi della gigantografia?>>
Gli chiedo curiosa.
Koan lo guarda risoluto, è ovvio che sa chi sono!
Dopo qualche istante che lo osserva, quasi a richiamare alla memoria ricordi del suo passato, illustra:
<<Quelli sono mio nonno e mia nonna, nel giorno del loro matrimonio.>>
Esita e poi continua
<<Questa è una copia di un dipinto originale, che mia nonna possiede a casa sua a Dublino.
Riconosci il posto? Ci siamo stati anche io e te.>>
Mi dice indicandomi lo sfondo del dipinto.
Io mi giro e lo osservo per bene e subito mi viene in mente qualcosa...sicura di averlo già visto.
Mah... Dove?
Poi all'improvviso mi si illumina la mente, accompagnata da un rossore che mi invade il viso, che grazie alle luci soffuse non darà modo a Koan di notarlo.
<<Il Parco de Castello di Osaka! Dove...>>
Esclamo, ma non riesco a finire la frase.
<<Sì Diletta proprio quello! Dove finalmente ci siamo baciati, dopo averlo desiderato all'inverosimile.>>
Mi dice con sguardo famelico, e si avvicina circondandomi la vita con il braccio.
<<Ehm... a quanto ricordo mi hai detto che tua nonna è ancora viva, e tuo nonno?>>
Lo interrompo dal suo assalto.
<<Mio nonno è morto una decina di anni fa, qualche anno prima che venisse ucciso mio padre.>>
Mormora, e anche se con le luci soffuse della sala si intravede a malapena, è evidente sul suo viso un velo di tristezza.
<<Mia nonna è viva e vegeta, mi ha chiamato guarda a caso proprio oggi, imformandomi del suo arrivo; proprio la settimana prossima!>>
Ed ecco riaffiorare un bel sorriso sul suo bel viso.
<<Te la devo far conoscere!>>
A quelle parole mi sale l'ansia, non avevo messo in conto la presentazione di qualche suo parente. Mi sudano già le mani.
<<E quando dovrebbe arrivare di preciso?>>
<<Martedì, sul tardi.>>
Afferma.
<<Okay adesso andiamo la Signora Yumi ci aspetta!>>

  Undici anni in più di paradiso (FINE PARTE PRIMA)Onde histórias criam vida. Descubra agora